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VASCA 50: IL MEGLIO DI UN ARTE E LO STILE DI UNA FAMIGLIA.

di Andrea Contu

12/05/2009


Capita spesso di restare ammirati di fronte a un buon vino, perché se ne apprezzano le caratteristiche di gusto o perché si accolgono le emozioni dell’occasione nella quale lo si è bevuto.
Capita più raramente di poter rintracciare dentro e fuori una bottiglia il carattere di chi lo ha prodotto, assaporandone la passione e lo stile.
Vasca 50 è l’ultimo vino nato in seno alla produzione della cantina Meloni Vini di Selargius, e ne è in qualche modo l’emblema, testimone vivo e parlante di oltre un secolo di storia.
E’ stato presentato Domenica 10 Maggio tra amici e appassionati nella splendida cornice della Villa Muscas di Via Sant’Alenixedda a Cagliari, al cospetto di buona parte del “clan Meloni”, in un clima conviviale e rilassato.
Rosso importante, di quelli che restano e lasciano traccia di se nel bicchiere, nella bocca e nella memoria, Vasca 50 è dedicato alla memoria del patriarca Efisio Meloni, scomparso pochi anni fa, di colui che, come recita l’etichetta, “ha insegnato l’arte del vino”.
Un vino dal carattere deciso eppure elegante, complesso eppure diretto e raffinato nel suo approcciarsi al palato.
L’emozione di Gian Pietro Meloni, che insieme alla figlia Cristina e al giornalista enogastronomo Angelo Concas ha presentato il vino, è forte: “la vasca numero 50 era quella in cui abbiamo sempre serbato il nostro vino migliore, quello da bere con gli amici più cari, da conservare per le occasioni speciali, in questo nome sta il senso di questo vino”.
Un omaggio a colui che ha dedicato una vita al proprio lavoro con passione e rigore e anche un ricordo che emerge dagli occhi lucidi di Cristina Meloni: “l’ultimo ricordo che ho di mio nonno è quello di lui che, ammalato e ormai prossimo alla fine, chiede di poter fare una passeggiata in cantina, è stato il suo modo di salutarci e di salutare quello che è stato per una vita il suo mondo”.
Si coglie un emozione e un affetto che fanno capire come non si stia parlando di un semplice prodotto da portare sul mercato ma che qui sono in gioco i sentimenti e l’essere profondo di una famiglia che riconosce se stessa in quello che fa.
Efisio Meloni, nipote del grande patriarca e fratello di Cristina, chiarisce bene il concetto: “non ci siamo chiesti nel realizzare Vasca 50 come sarebbe stato accolto dal mercato, sono altri i vini che devono tenere su il fatturato, piuttosto abbiamo voluto realizzare un vino che rappresentasse il nostro miglior modo di portare avanti quest’arte, un vino nel quale potessimo riconoscerci e riconoscere il nostro lavoro”.
Il concetto è chiaro almeno quanto la cura con la quale sono editate le bottiglie del Vasca 50: rifinite una per una, etichettate e cera laccate a mano, ognuna con un fiocco rosso reggente un cartoncino, anch’essi applicati a mano.
E’ come se ogni bottiglia rappresentasse l’amore e la passione nutriti per l’arte del fare il vino, ed è anche come se la Cantina Meloni avesse scelto con il Vasca 50 la strada che porta dritta al riconoscimento di un valore attraverso il prodotto della propria fatica, pubblicità schietta e diretta.
Vasca 50 è uno dei cinque vini sardi premiati con la corona, massimo riconoscimento di valore, dalla guida “Vini buoni d’Italia”, edita dal Touring Club Italiano, che ha colto il carattere di questo vino così come hanno avuto occasione di farlo le persone accorse per la presentazione a cura Angelo Concas.
Tra di loro, insieme all’Assessore provinciale alle attività produttive Piero Comandini e al direttore di Villa Muscas Vittorio Porcelli, anche l’esperto enologo e scrittore Enzo Biondo: “quest’incontro di oggi, una presentazione che viene svolta tra amici in un clima conviviale, ci da la dimensione dello stile di una azienda, che è sul mercato con semplicità e serietà, e che oggi ci propone questa perla eccezionale”.
Al termine della serata si chiacchiera amabilmente e si degusta ancora il Vasca 50, accompagnato da prodotti di nicchia dell’agroalimentare sardo, selezionati da “EPULAE” Accademia Internazionale di esperti degustatori, in un clima che, a dispetto del freddo vento di maestrale, è davvero caldo e sa di famiglia.

Andrea Contu