In giro per ristoranti

LA CUCINA DI LUCIANO CADEDDU CHEF NEL RISTORANTE CAVOUR DI STRAMBINELLO (TO)

di Andrea Contu

14/10/2009

PAGANINI NON RIPETE
IL CIBO COME ESPERIENZA UNICA E IRRIPETIBILE
LA CUCINA DI LUCIANO CADEDDU
CHEF NEL RISTORANTE CAVOUR DI STRAMBINELLO (TO)

Se aveste l’occasione di incontrare Luciano Cadeddu una delle cose che avvertireste subito, sarebbe l’orgoglio esibito e fiero di quest’ uomo di 52 anni , sardo di nascita e piemontese di adozione, che ha dedicato la propria vita al lavoro in cucina, cresciuto alla scuola antica e sempre valida del “si impara facendo”.
Quarant'un anni di esperienza tra i fornelli per arrivare a capire che la cucina è un delicato equilibrio tra tradizione e assenza di regole.
Un bell’ossimoro che il Nostro spiega così: “porto avanti un progetto che è fondato sul recupero di piatti della tradizione, allo stesso tempo amo variare, aggiungere e variare ogni volta quei piccoli ingredienti, possono essere delle spezie o altro, che non stravolgono la pietanza ma la rendono ogni volta un esperienza unica da assaporare e vivere al momento”.
E se il cliente si stupisce ogni volta e si diverte, nel senso etimologico del termine di muovere in altra direzione, non di meno lo fa il cuoco: “morirei al pensiero di stare imbrigliato in una cucina standardizzata per cui uno stesso piatto si ripropone stancamente identico a se stesso… i miei piatti cambiano insieme a me, a seconda all’umore o della suggestione del momento, mi ritengo un fantasista prestato ai fornelli”.
Anche il menù segue questa linea: nessuna carta scritta ma un menù strutturato di giorno in giorno a seconda di quello che il mercato offre come fresco, attingendo da un personalissimo ricettario che è ricchissimo di idee, spunti e sorprese, per cui sarebbe davvero impossibile gustare una stessa combinazione di portate per due volte nello stesso anno.
Sorpresa dunque, ma anche tante coccole per il cliente che troverà sulla propria tavola dei prodotti realizzati esclusivamente dalla casa: dolci, pane, grissini, la pasta, persino gli affumicati di carne e di mare, tutto lavorato a partire dalle materie prime nel laboratorio del ristorante, in una dimensione artigianale che recupera il lavoro che si faceva in casa fino sessant’anni fa e mette radicalmente in discussione l’apporto della produzione industriale.
Il ristorante è ospitato all’interno di un antica chiesa del ‘600 e le sale, in versione invernale al chiuso e estiva all’aperto, si contraddistinguono per un atmosfera rilassata, musica jazz, lumi di candela, curate nei particolari dei bicchieri in terracotta e delle splendide ceramiche di Castellamonte.


Ad accogliervi ci sarà la responsabile di sala e sommelier Patrizia Alessandra, moglie di Luciano, che saprà consigliarvi il giusto abbinamento con i vini.

Fare un Elenco dei piatti che lo chef, assistito in cucina da Daniele Blanchet, potrà proporvi è impossibile, sia sufficiente elencare alcune leccornie:
dai crudi di mare e di carne alla sogliola cotta al vapore e servita con aceto balsamico, pepe rosa e finocchio selvatico, dai ravioli di spigola al carpaccio alla canavesana, dalla soupa d’coy alla valdostana carbonada.
Per dolce: d’inverno crostata di pere caramellate con zabaione caldo, bavarese di pesche con croccante di mandorle tostate per l’estate.
Chiuso il martedì, è gradita la prenotazione.
Un esperienza unica per vivere il cibo e la cucina in una dimensione antica nella tecnica ma moderna nella concezione che la muove.

Andrea Contu

  • lo chef Luciano Cadeddu