Notizie e Recensioni

CALICI D’ARGENTO A VINITALY 2010

di Piero Valdiserra

19/04/2010


Come era nelle attese, e nelle speranze, quello di quest’anno è stato un Vinitaly spumeggiante. Saranno state le bollicine dei nostri frizzanti, prosecchi e spumanti, sempre più sulla cresta dell’onda. Saranno stati i lunghi mesi di crisi e di incertezza economica che abbiamo attraversato, e che hanno lasciato in tutti noi il desiderio di voltare pagina al più presto. Sarà stata – perché no? – la visita a Verona, nei padiglioni fieristici, del Presidente Napolitano, che ha trasmesso nell’aria un pizzico di elettricità in più…
Clima effervescente, dunque. Ma non è di questo che vogliamo parlare. Ci piace ricordare qui un solo episodio, un piccolo aneddoto che per noi vale più di mille discorsi, convegni, articoli.
Presso lo stand di una nota azienda marchigiana abbiamo incontrato con piacere (è sempre un piacere incontrarlo) il grande Angelo Valentini, per decenni consulente di importanti cantine italiane; colui che nel suo ineffabile biglietto da visita volutamente rétro si definisce agronomo, erborista, enologo, enobibliofilo e oxologo – vale a dire esperto di aceti balsamici. E il bello è che tutte queste cose le è veramente, Angelo, e ad altissimo livello, e per giunta senza spocchia! Il massimo, insomma.
Ebbene, Angelo Valentini ci ha fatto sedere e ci ha proposto un’inconsueta degustazione di vini…in argento. Sì, avete capito bene: al posto dei normali bicchieri da degustazione, il nostro anfitrione ha voluto mescerci alcuni assaggi in splendidi, nuovissimi calici d’argento massiccio, realizzati da un celebre maestro artigiano fiorentino. Il nostro ha poi commentato, facendoci toccare con mano, anzi con occhi – naso – palato, come il nobile metallo trasformi d’incanto il nettare di Bacco: che alla vista diventa più brillante, all’olfatto più franco e pieno, al gusto più pacato e armonico. Quasi che le argentee coppe ne domino gli eccessi, ne sottolineino gli aspetti tattili, ne esaltino la carnosità. Facendone, per usare le parole dell’artefice, veri e propri strumenti per le labbra di Afrodite.
Guardando Angelo Valentini mentre guidava la degustazione, seguendo ammaliati le sue coinvolgenti descrizioni, spiando il bagliore mobilissimo e incessante dei suoi occhi abbiamo capito tante cose. Abbiamo capito che, pur se fra mille difficoltà, il vino italiano riesce meglio di qualunque altro al mondo a fondere assieme la magia della nostra arte, che è al tempo stesso arte enologica, argentiera e narrativa. Abbiamo capito che le nostre risorse di fantasia, di inventiva e di seduzione nascono, o rinascono, in ogni momento, in ogni città, paese o campagna, nell’azienda più celebrata come nella più sperduta delle cantine. Abbiamo capito che solo persone dal grande, ricco e multiforme passato, come Angelo Valentini, possono passare il testimone a un futuro di successo per le nostre produzioni.
Grazie, Angelo, per la lezione di intelligenza e di cuore che ancora una volta hai voluto impartirci! E grazie, Vinitaly, per aver riacceso in noi la scintilla dell’entusiasmo per il vino italiano, di quell’entusiasmo che troppi venti di tempesta avevano recentemente fatto tremolare!

Piero Valdiserra

Nella foto: Angelo Valentini