Donne in vigna

Rosanna Carpenè. L’essere donna in azienda non è mai stato un limite

di ROGER SESTO

02/05/2010

Dal libro Donne in vigna, a cura di Mario Busso e Angelo Concas - edizione Vinibuoni d’Italia Biblioteca.

Racconto di ROGER SESTO

Rosanna Carpenè Malvolti.  L’essere donna in azienda non è mai stato un limite.

Parlare di Carpenè Malvolti significa evocare un importante pezzo di storia dell’enologia tricolore. Antonio Carpenè fu il promotore, nel 1876, della Scuola Enologica di Conegliano e dell’affermazione del made in Italy nel mondo. Ora, dopo 150 anni, tocca proprio a una donna afferrare le redini della Casa e, con esse, assumersi il difficile compito di continuare a far crescere una griffe così importante e coinvolgente. Per me è stato naturale, da sempre, pensare di dare seguito all’attività della mia famiglia. Nessuno mi ha mai imposto di continuare ad occuparmi di Prosecco, questa è una tradizione di famiglia, è un percorso che ho sempre avuto dentro di me come fosse un proseguimento naturale, introduce Rosanna, quasi a voler bloccare sul nascere ogni nostra potenziale provocazione e a voler subito mettere in chiaro la sua volontà e la sua intenzione di continuare nel solco dell’attività di famiglia. E rincara il concetto: È così naturale per Carpenè occuparsi di vino, che non ho mai visto con interesse altri lavori. Al di fuori dell’ambito professionale, le mie passioni sono legate al mondo della musica e ai viaggi. Cerchiamo di fermare il suo eloquio, irruente come un fiume in piena, e sottolineiamo l’impressione che le donne nel mondo del vino siano passate da una situazione di ingiusto oblio, dominate da austere figure maschili, a uno status di quasi divistico privilegio. Sinceramente non mi sono mai posta il problema in questi termini; uomo o donna, l’importante è fare qualcosa in cui si crede fermamente e farla al meglio. Forse ci si sarebbe aspettato che a portare avanti il nome dell’azienda fosse stato ‘un’ Antonio e non ‘una’ Rosanna, ma non credo che questo abbia mai rappresentato per me un ostacolo di alcun tipo. Attualmente mi occupo di pubbliche relazioni: il settore che più mi ha affascinato e che ho scelto dopo aver svolto varie mansioni in azienda. Amo il contatto con la gente, con la stampa; raccontare il Prosecco a chi non lo conosce, cercare di trasferire la passione che la mia famiglia ha da sempre riposto in questo lavoro, è una cosa che mi dà energia e fiducia nella vita. Con mio padre, che è a capo dell’azienda, ho un ottimo rapporto, ma cerchiamo di lasciare le questioni lavorative al di fuori dell’ambito familiare, com’è giusto che sia.
La riflessione d’obbligo passa quindi a verificare quale contributo in più possono dare le donne al mondo del vino. Lo stesso che possono dare gli uomini. La risposta può sembrare alquanto tautologica e non rende giustizia alla sensibilità, alla ricchezza, all’intelligenza femminile. Non crediamo che le donne possano contribuire a un settore - per secoli dominato da ingombranti figure maschili - nello stesso modo degli uomini; sicuramente una giusta affermazione delle donne viticoltrici darà nuovo impulso e dinamicità a un comparto che ha bisogno di una ventata d’aria fresca. Tentiamo dunque la provocazione e proviamo a cambiare registro, nella speranza di solleticare maggiormente la nostra interlocutrice, partendo dal dato che la gran parte delle donne legate al mondo del vino si occupano di marketing e comunicazione. Il numero delle agronome e delle enologhe è ancora basso. Importante capire se questo fenomeno è dovuto a condizionamenti esterni, a una precisa inclinazione di genere, a una sorta di discriminazione occulta. D’altro canto, proprio lo scrivere un libro intitolato Donne in vigna può essere una forma di sessismo alla rovescia. Non noto nessun tipo di discriminazione. Tutto dipende dalle personali attitudini di ciascuno e dalle proprie scelte. Oggi i tempi sono cambiati. Donne in vigna è un’opportunità per fare squadra, per sentirsi parte di un mondo da sempre presieduto da figure maschili. Certo, occuparsi di pubbliche relazioni e marketing sembra più facile; in realtà, anche per ottenere risultati da questo tipo di attività rivolta verso l’esterno, occorre mettere in atto un sistema di lavoro attento e professionale. Ma oggi sono anche maturi i tempi per avere donne in cantina e in vigna, lo dimostrano le numerose allieve che si ritrovano anche qui, alla Scuola Enologica di Conegliano. Naturalmente quando il mio trisavolo volle questa scuola, prima in Italia ad occuparsi di agricoltura e di vino, le donne non erano sui banchi di scuola, ma le cose oggi sono cambiate e anzi è tra le donne che si trovano i migliori allievi.
Riguardo al mercato sono fiduciosa, nonostante la crisi mondiale che stiamo attraversando, Occorre andare avanti e guardare il futuro con ottimismo. Il mio desiderio è quello di continuare a vivere la Carpenè Malvolti con la stessa passione che ci contraddistingue da cinque generazioni.

Azienda CARPENÈ MALVOLTI

Non poteva che essere il Prosecco a fare da padrone nella produzione vinicola di questa azienda di Conegliano, a partire dai classici Extra Dry, per passare ai pregiati Cuvée Brut e Cuvée Oro e infine a due particolari blend, il Prosecco Chardonnay e il Prosecco Moscato.

Oltre al Prosecco sono prodotti altri spumanti, due da Metodo Classico: il Brut e il Millesimato Brut, e quattro con il Metodo Charmat: Rosé Brut, Kerner Brut, Viognier, Cserszegi.


Via Antonio Carpenè 1 - 31015 Conegliano (TV)

tel. 0438 364611 - fax 0438 364690

info@carpene-malvolti.com  - www.carpene-malvolti.com  

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