Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
10/06/2010
Una stella Michelin, il ristorante di Antonio Pisaniello a Nusco (Av) è un locale dall'eleganza rilassata, 35 coperti in un contesto cromatico che trasmette sin dall'ingresso tranquillità e relax. I piatti sono giocati sulla tradizione e sugli ingredienti locali. Ben fornita anche la cantina
NUSCO (AV) - La Campania ha un cuore verde: l'Irpinia. L'Irpinia ha colline vitate che le consentono, unica tra i territori del sud, di vantare ben tre vini Docg: Fiano di Avellino, Greco di Tufo, Taurasi.
A trenta anni dal devastante terremoto del 1980 l'Irpinia gode di un sistema viario che consente un confortevole attraversamento della sua parte più montuosa laddove su ogni cima si arrocca borgo delizioso.
È il caso di Nusco (Av), poco distante da Montella. A Nusco si è trasferito da ben sei anni, dalla vicina Ponteromito provenendo il prode chef Antonio Pisaniello (nella foto).
Oramai gli stava stretta l'esperienza vissuta presso il suo locale "Il Gastronomo" dove già comunque aveva fatto comprendere quanto valevole fosse il suo talento e dove già aveva affezionata clientela.
Antonio Pisaniello e Jenny, la sua bella e brava consorte, è da Nusco che decidono di scalare le vette della ristorazione regionale e, ambizione non difettando ed entusiasmo e competenze neppure, di quella nazionale.
I riconoscimenti di importanti e autorevoli guide non tardano ad arrivare ma dal firmamento quella luminosa cosa lì, ancora non si dirige verso la Locanda di Bu. L'attesa viene alla fine premiata e finalmente eccola la luminosa stella che la rossa assegna anche a La Locanda di Bu.
A Nusco, tra i monti irpini, dove ci si viene appositamente, dove di certo non si è di transito, è nata una stella. Il locale è consapevolmente concepito per gli happy fews. I posti non arrivano a trenta. In cucina un paio di aiuto cuochi che sono anche i primi fan, ancorché discepoli, del maestro chef Antonio. Un giovane aiuto cuoco turco fa qui il suo stage.
Arredo elegante, sobria mise en place con gradevolissimi tocchi recanti il segno del buon gusto di Jenny. La cantina, delocalizzata di pochi metri rispetto al locale è scrigno prezioso di vini non solo irpini.
Lo chef Pisaniello ha del cosiddetto chilometro zero idea analoga a quella espressa da Bottura e di cui demmo conto di recente. Dice Bottura che il vero ed unico chilometro zero dovrebbe essere quello tra palato e cervello.
Pisaniello approva e si comporta coerentemente a ciò allorquando il calice di benvenuto ospita le eleganti bollicine del Franciacorta di Contadi Castaldi. Il saluto dalla cucina consiste in cannolo di pasta fillo ripieno di ricotta di Montella con foglioline di menta su letto di purea di pisellini.
È boccone gradevole assai che ben predispone a un pranzo che si preannuncia sontuoso e a un'esperienza che si rivela memorabile.
I pani e i grissini sono fatti da Antonio: arrivano caldi e fragranti al tavolo. Per la successione e la scelta delle portate ci si affida allo chef, per i vini al calice ci si affida ai suadenti consigli di Jenny, valente sommelier.
E allora per antipasto, con le bollicine di Contadi Castaldi di nuovo versate nel calice, lo chef Pisaniello porta al tavolo una sontuosa tartare di fassona arabescata da tagliolini croccanti di zucchine.
Grande la sorpresa del primo: insieme, vorremmo dire abbracciati, tagliatelle e tortelli con farcia di fiordilatte di Montella al sugo di pomodoro di collina e basilico con generosa grattugiata di cacioricotta di Montella.
Chiedo consulenza allo chef su come strutturare la successione al palato. La risposta è: "insieme". Eseguo e la sensazione originale è molto gradevole.
Qui si voltura già verso un ottimo Taurasi riserva 2002 Docg fatto da Michelino Perilli, genuino vignaiolo. Dove questo calice palesa la sua bellissima forza è nel sostenere una pietanza che lo chef porge su una nera pietra ollare di sua concezione: agnello laticauda su letto di purea di fave accompagnato da carciofo di Paestum Igp su letto di maionese fatta con cacio, uova e pepe.
L'agnello è cucinato alla perfezione e l'ottima materia prima esalta l'abile esecuzione dello chef.
Dessimo voti saremmo a un trittico di dieci e lode, dall'antipasto a questo agnello laticauda. Ottimo anche il dessert, crema gelato su letto di fragoline. Segue piccola pasticceria. Qui Jenny ci propone una vera chicca: lo Scibà, passito ottenuto da uve zibibbo fatto dalla cantina Ottoventi di Valderice (Tp). A chiudere, un ottimo caffè.
Il conto, comprensivo dei vini a calice, non arriva a 70 euro. Antonio e Jenny sono coppia affiatata, giovane, competente ed entusiasta. Vivono l'agognata stella come punto di partenza e giammai di arrivo, altri essendo i loro ambiziosi obiettivi. Ce la faranno: è pronostico e augurio.
La locanda di Bu
Vicolo dello Spagnuolo 1, 83051 Nusco (Av)
Tel 0827 64619 www.lalocandadibu.com
Articolo pubblicato in accordo con il giornale Italia a Tavola www.italiaatavola.net