Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
06/09/2010
Per celebrare il bicentenario dell’istituzione del Comune di Monte San Pietro, alle porte di Bologna, la locale Amministrazione Comunale ha organizzato quest’anno l’incontro dal titolo “Viticoltura e paesaggio”, nell’ambito della XIV Rassegna Nazionale Collina & Risorse. Detta così, la cosa potrebbe far pensare a uno di quei convegni sonnolenti e poco frequentati, ma ahinoi molto frequenti, che hanno il solo scopo di fornire una facile passerella alle scialbe autorità della zona.
Sbagliato. Stavolta a Monte San Pietro c’è stato un incontro vero. Saltiamo tutti i preamboli, i saluti, i ringraziamenti, i relatori, gli ospiti d’onore e veniamo al sodo: nel momento in cui tutti parlano di territorio, della sua importanza strategica, della necessità di tutelarlo, valorizzarlo, comunicarlo, il territorio sapete che fa? Arretra, si squaglia, svanisce, sparisce!
Sconcerto in sala, e siamo certi anche in chi sta leggendo queste righe. Ma come, il territorio non è ciò che rende desiderabili le nostre produzioni enogastronomiche, appetibili le nostre vacanze verdi, mirabili a vedersi le nostre campagne e i nostri rilievi collinari e montani? Non è forse il nostro valore aggiunto nazionale, la nostra marcia in più per contrastare la concorrenza globale, la nostra tavolozza unica al mondo per le sue biodiversità? L’Italia non è dunque più il giardino del mondo, grazie anche e soprattutto alla magia, alla varietà e alla ricchezza del suo territorio?
Tutto questo è vero, o meglio era vero. I dati presentati al convegno fanno rabbrividire: prendendo il caso esemplare di alcuni comuni della collina bolognese, le cifre parlano di un clamoroso abbandono del territorio nel corso degli ultimi decenni. Abbandono significa drastica riduzione dei boschi, dei prati, dei frutteti, della cura di aree comuni, strade e calanchi. In parallelo, abbandono significa anche crescita degli incolti, della erosione dei terreni, delle frane; con il corollario – che non manca mai – della crescita progressiva della speculazione commerciale e immobiliare.
E allora, direte voi? Allora succede che l’esodo dalle campagne e dalle aziende agricole, che sta continuando, fa sì che il territorio stia letteralmente sparendo da sotto i nostri piedi.
Da Monte San Pietro quindi non squilla un campanello, ma rintocca un campanone d’allarme: se turismo ed enogastronomia sono in un certo senso il “petrolio” della nostra economia, le minacce al territorio equivalgono all’inaridirsi dei nostri “pozzi”, al prosciugarsi di quel particolare “petrolio” paesaggistico che la natura e la saggia operosità delle generazioni precedenti ci hanno lasciato in eredità e in custodia.
Per cui ci appelliamo a tutti, tecnici, operatori, amministratori, giornalisti, semplici cittadini, e proclamiamo: mobilitiamoci! Facciamo la parte che a ognuno compete! Salviamo il territorio!
Piero Valdiserra