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Quando tutto è relativo. Una nessuna centomila... Chi Guida la Guida?

di Giulio Volontè

24/10/2010

 

Insieme alle guide eno-gastronomiche l'autunno porta le solite polemiche sulla loro validità.
Lungi da me voler valutare le guide. Io non sono un esperto. Sono un reporter. Reporter di viaggio direi. Mi limito a guardare con animo curioso e a raccontare immagini, sensazioni.
Come ogni altro mi avvicino alle guide, un po' intimidito al cospetto di tanti esperti che pontificano ma poi la mia curiosità ha il sopravvento e leggo, confronto ciò che è scritto con le mie esperienze e con i giudizi che mi è capitato di sentire da tanti personaggi del settore e tutto questo mi fa sorgere dei dubbi ai quali non riesco a dare delle risposte.
Le guide che dovrebbero “guidarmi” attraverso i mille prodotti dell'enogastronomia, tra ristoranti e chef di tutto il mondo si moltiplicano a dismisura e così mi ritrovo a “navigare al buio” tra forchette, calici e stelle. Medaglie attribuite a questo o a quel vino oppure ai ristoranti citati nei libercoli.
Ovviamente si sa “de gustibus...” e così ognuno dice la sua e quindi non posso fare a meno di domandarmi a cosa devo prestare credito oppure no. Quali sono i criteri di valutazione? Non saranno un po' troppo soggettivi? Chi sono le persone che girano l'Italia ed il mondo a selezionare prodotti e ristoranti? Saranno tutti esperti o magari saranno enogastronomi “della domenica”?
Così vedo salire e scendere dalle graduatorie ristoranti e ristoratori. Sento di ristoranti inseriti nelle guide anche se ormai chiusi o al contrario di ristoranti già valutati benché ancora non aperti. Mi oriento nell'acquisto dei vini sulla base di giudizi degli esperti che però li hanno assaggiati mesi prima dell'uscita della guida. Vini che, forse, all'epoca non avevano ancora completato la loro evoluzione.
Saranno tutte voci di corridoio o qualcosa di vero c'è in merito alla diceria che vuole che per apparire nelle guide bisogna versare un obolo, o magari acquistare pubblicità o numerosi numeri della guida in questione?
Certo che a leggere le critiche fatte da noti produttori qualche dubbio mi viene.
E non mi fa passare i dubbi chi sostiene che le critiche generiche a nulla valgono e che bisogna fare i nomi.
Non mi suonano “generici” certi sospetti. Purtroppo mi rendo ben conto che per per entrare nel dettaglio occorrerebbero dei parametri oggettivi e condivisi. Parametri che consentano di valutare oggettivamente vini e ristoranti. Mancando questi come si possono valutare le guide?
Oh, perbacco!!!
Ora che ci penso... i paladini che scendono in campo in difesa delle guide e chiedono accuse precise, specifiche, chiedono i nomi, i casi concreti...
Perbacco! “vi piace vincere facile!” - mi verrebbe da dire...
Questi signori, forse, si dimenticano che qualsiasi accusa fatta avrebbe lo stesso fondamento oggettivo delle critiche e dei giudizi espressi nelle guide: Gusto e giudizi personali che, per quanto rispettabili, sono pur sempre opinabili. Non essendoci una base oggettiva condivisa sulla quale le guide formulano i propri giudizi non ci può essere un'accusa oggettiva.
Se fossi sospettoso penserei che si tratta di una situazione comoda comoda...
Ai più tutto questo potrebbe sembrare cosa assai poco rilevante ma, avendo frequentato per anni il settore agricolo ed enogastronomico, mi rendo conto che il vasto pubblico di appassionati di enogastronomia prende, più o meno, per buone le valutazioni delle guide. Anch'io...
Stasera dove vado a cena? Che vino compro? Fammi sfogliare la guida...
E così mi ritrovo a scegliere, abilmente orientato dai “guru”, questo o quel prodotto.
Ma non è che tutto ciò rischia di danneggiare seriamente produttori ed aziende del settore che hanno investito capitali e professionalità nella loro impresa?
Pensa se tutto questo fosse vero...
Pensa che potere avrebbero gli autori e gli editori delle guide!
Vabbè, come al solito non ho risposte.
Questa sera a letto senza cena. A pancia vuota ma con la testa piena di dubbi...

Giulio Volontè