Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
24/10/2010
è stato presentato al Salone del Gusto di Torino, presso l’area istituzionale della Regione Campania, il documento “Terra alla terra in mezzo al mare”, decalogo nato sulla scia del convegno svoltosi il 2 ottobre 2009 a Barano d’Ischia per la salvaguardia e la valorizzazione dell’isola verde. Luciano D’Aponte, Dirigente del Settore Agricoltura della Regione Campania, portando il saluto dell’ente, ha voluto rimarcare la vicinanza dimostrata dalla Regione Campania alle iniziative e alle tematiche di Slow Food.
A introdurre i lavori è stato il Presidente Slow Food Italia, Roberto Burdese, il quale ha disegnato il percorso compiuto in un anno dalla Condotta: «Cinque dei sei comuni dell’isola hanno approvato in Consiglio comunale il documento. – ha sottolineato – Ora inizieremo a sfogliare il decalogo e cercheremo di ottenere i primi risultati: è un fatto importante, è la novità della politica».
«Il primo punto del decalogo – ha sottolineato il giornalista Ciro Cenatiempo, moderatore dell’incontro – è fermare la sottrazione di spazi utili all’agricoltura sull’isola d’Ischia, perché è il momento di comprendere che puntare sulla natura e sull’ambiente è il nuovo punto di forza del turismo».
Raffaella Grana, Presidente Slow Food Toscana, ha ricordato: «Abbiamo presentato il documento nel corso dell’evento organizzato dall’arcipelago delle isole slow lo scorso settembre, in quanto riteniamo sia stringente il suo legame con i nostri obiettivi globali e possa pertanto fungere da esempio per tutte le piccole realtà».
All’incontro presso il Salone del Gusto erano presenti anche il Sindaco e l’Assessore all’Edilizia del Comune di Forio d’Ischia, il primo ad avere approvato all’unanimità il documento in Consiglio Comunale. Il primo cittadino, Franco Regine ha sostenuto: «L’isola d’Ischia non può essere più urbanizzata, ma deve essere recuperata per la sua vocazione a un turismo con particolare attenzione alla ruralità. L’impegno di Slow Food mi spinge a continuare su questa strada». L’assessore Michele Calise ha poi ribattuto: «La speculazione edilizia deve essere fermata perché ora è il momento di tornare all’agricoltura, facendo prendere forma a questo decalogo»
Particolarmente rilevante, soprattutto in merito al nono punto del documento, relativo alla costruzione di un macello intercomunale, è stato poi l’intervento del Presidente nazionale dell’ordine dei Veterinari, Aldo Grasselli: «La vostra iniziativa è isolana, ma non isolata. La tutela della microeconomia, oggi necessaria non solo per le piccole realtà, si può ottenere esclusivamente creando microinfrastrutture. Credo che la vostra iniziativa aderisca pienamente alle finalità perseguite dal nostro Ordine e per questo saremo certamente lì ad aiutarvi».
«La determinazione della Condotta di Ischia, guidata da Riccardo D’Ambra, doveva essere premiata. – ha detto il Presidente Slow Food Campania e Basilicata, Gaetano Pascale – Partire da un’isola è esemplare ma lo è ancor di più partire da un’isola dalla Campania, regione troppo spesso additata per la scarsa attenzione ai temi ambientali».
A chiudere i lavori è stata Silvia D’Ambra, rappresentante del Comitato di Condotta Slow Food Ischia e Procida “Filippo Di Costanzo”: «Questo decalogo nasce dal lavoro di un Presidio – ha detto – perché un Presidio ha una grande responsabilità nei confronti del territorio, in quanto testimonia che le cose sul territorio possono cambiare in meglio». Prima di concludere, Silvia D’Ambra ha però lanciato la nuova sfida: «Il nostro impegno ora sarà tutto rivolto a far sì che, entro un anno, sia deliberato il macello intercomunale».
In allegato il decalogo.
«Terra alla terra, in mezzo al mare».
Patto d’azione per la riconquista dell’isola verde.
I dieci punti del patto:
1. Fermare la sottrazione di spazi utili all’agricoltura. Favorire il recupero attivo delle zone rurali. Difendere e recuperare la «diversità territoriale» nell’ambito di una Rete Ecologica intercomunale, tenendo conto del ruolo centrale della stessa agricoltura nell’assetto del territorio e nella tutela dei Beni, dei valori e delle tradizioni culturali.
2. Censire le aree rurali e silvo/forestali produttive e non produttive. Catalogare e accrescere la biodiversità degli orti, dei terreni agricoli, dei boschi, delle selve e degli allevamenti. Particolare attenzione deve essere rivolta alle varietà e specie storiche e/o tradizionali e/o autoctone rare o in via di estinzione, che vanno recuperate e incentivate in termini produttivi, anche attraverso la creazione del marchio d’origine isolana certificata.
3. Realizzare l’Albo dei Custodi dell’isola. Dell’Albo fanno parte gli agricoltori, gli allevatori, i pastori pedemontani, i produttori, i raccoglitori (di castagne, funghi; erbe aromatiche e/o medicinali e/o tintòrie, etc.) e gli artigiani rurali. Gli iscritti all’Albo sono abilitati all’uso del marchio d’origine isolana certificata, anche per salvaguardare i saperi e le competenze specifiche individuate nelle tecniche di lavorazione dei cosiddetti «prodotti tipici». Promuovere accordi con gli iscritti all’Albo anche per la fornitura di servizi di restauro ambientale, manutenzione e sistemazione del suolo, regimentazione idrica.
4. Accrescere il potenziale attrattivo delle aree rurali. Catalogare il patrimonio architettonico rurale storico (cantine, cellai, case a cupola, grotte, case di pietra, «parracine»), favorendone la conservazione. Creare una rete virtuosa di luoghi e ambienti, quali testimonianze della storia delle comunità isolane, delle rispettive economie e dell’evoluzione del paesaggio, per rafforzare l’identità locale in prospettiva dinamica. Ottimizzare l’offerta turistica orientata alla promozione e valorizzazione di risorse ambientali, architettoniche, storico culturali e produttive delle aree rurali.
5. Realizzare la mappatura delle aree di particolare rilievo naturalistico e paesaggistico, anche della fascia costiera. Le aree di riferimento sono quelle già catalogate sul piano della biodiversità (punto 2), allo scopo di creare un adeguato sistema di monitoraggio, individuando le priorità di tutela di specie, ecosistemi e funzioni.
6. Realizzare il piano inter-istituzionale per la pulizia dei boschi e dei sentieri. Realizzare la cartografia completa degli stessi sentieri, per promuoverne la conoscenza e la fruizione pubblica sostenibile. Utilizzare la cartografia in un’ottica didattico-divulgativa e/o turistica anche dei luoghi d’interesse geologico. Promuovere azioni tese a facilitare la fruizione e la comprensione dei siti geologici, per prendere coscienza delle pericolosità geo-ambientali e ridurre la vulnerabilità delle persone esposte.
7. Ripristinare gli habitat naturali e seminaturali. Il ripristino esalta la funzione protettiva delle aree boschive in relazione alla difesa del suolo e dell’assetto idrogeologico. Realizzare il piano inter-istituzionale per la tutela e la pulizia dei canaloni e dei «rii» collinari, per la prevenzione e/o mitigazione del rischio idrogeologico, attraverso la regolamentazione, con indirizzi tecnici, del deflusso e della regimentazione delle acque per le abitazioni e le relativa pertinenze; e la sistemazione idraulica forestale degli impluvi pedemontani e montani.
8. Realizzare politiche a favore di una corretta e moderna gestione intercomunale del ciclo dei rifiuti. Incentivare la corretta riduzione nella produzione degli stessi rifiuti. Ridurre l’impatto sull’ecosistema anche nell’ottica del risparmio di risorse. Favorire la formazione, l’informazione e l’educazione tematica della popolazione. Prevedere azioni di bonifica e di ripristino ambientale dei siti inquinati. Mettere in atto azioni di tutela degli aspetti qualitativi e quantitativi della risorsa idrica superficiale e sotterranea e di protezione dall’inquinamento delle falde acquifere approvando appositi dispositivi regolamentari o integrando e/o migliorando quelli in vigore.
9. Realizzare il Macello pubblico polifunzionale dell’isola verde. L’obiettivo è favorirne l’integrazione concreta con le azioni previste ai punti: 2, 3, 4.
10. Implementare i mercati comunali e/o farmers market, con particolare rilievo alla stagionalità produttiva. Incentivare la calendarizzazione di un numero ristretto di eventi intercomunali di rilievo, in coerenza con il binomio enogastronomia-turismo di qualità. Evitare la dispersione delle risorse in micro-iniziative del tipo «sagra paesana» che rendono rigida, riduttiva e «museale» la percezione e la fruizione dei prodotti.