Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
31/10/2010
Ortica, raperonzolo, luppolo, malva: erbe buone da mangiare. Ecco le Piante alimurgiche del Veneto.
Piante alimurgiche del Veneto (dal latino alimenta urgentia = alimentazione in caso di necessità) é la pubblicazione che Veneto Agricoltura ha ideato e pubblicato assieme all’Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale di Padova.
Paolo Pizzolato, Amministratore Unico di Veneto Agricoltura, sottolinea quanto sia importante il loro recupero, fare vere e proprie azioni di salvaguardia della biodiversità.
Nel volume si parla di piante come l’ortica, la malva, il tarassaco, la cicoria selvatica, piante spontanee che nel secolo scorso erano una componente integrante ed insostituibile per il sostentamento delle popolazioni, in particolare di quelle rurali. Piante selvatiche che si utilizzavano in cucina per fare la frittata (tarassaco, cicoria selvatica, ortica), come medicinali a scopo diuretico (sambuco), depurativi del fegato (silena bianca), e così via; una dieta fatta principalmente a base di pasta, carne e legumi, era equilibrata proprio grazie all’apporto di queste erbe.
Da questa abitudine alimentare, attraverso i secoli, è giunto fino a noi un imponente patrimonio culturale, tramandato di generazione in generazione, ma che si va perdendo.
Nelle nostre campagne restano ormai pochi anziani depositari di tecniche colturali, di raccolta, di conservazione, di utilizzo culinario, di tradizioni, di rituali legati a tali piante, retaggio prezioso di secoli di esperienza e di civiltà rurale. Conoscere le erbe spontanee è una risorsa, passeggiare tra i campi, sulle strade di campagna o nei boschi per riconoscere e raccogliere le erbe buone da mangiare.
Questa pubblicazione è una vera e propria Banca della memoria.