Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
22/11/2010
Nella foto:Accursio Sabella, Fabrizio Viola, Vito Musmeci, Gaetano Gallo.
La Sicilia si è resa protagonista nel suntuoso ristorante del Salone nazionale dell’agriturismo – Agrietour- di Arezzo presentando un piatto della tradizione della cucina rurale: Furmentu stricatu. Il piatto è stato preparato in maniera magistrale dai cuochi dell’Istituto Alberghiero Ugo Mursia di Carini, i docenti Accursio Sabella e Vito Musmeci. La prelibatezza gastronomica, “U furmentu stricartu” ha origine millenaria e può essere considerato come uno dei primi piatti della cucina primordiale. Ricorda la puls dei romani. Il Pitrè lo annovera tra le tipicità di Sambuca di Sicilia, mentre l’enogastronomo Vito Musmeci lo indica originario di Salaparuta. Il piatto è stato protagonista per molti secoli della cucina contadina, non solo siciliana, ma anche di molte regione d’Italia meridionale. Tra gli ingredienti vanno evidenziati naturalmente il frumento, fave secche, broccoli, cipolla, concentrato di pomodoro (strattu), finocchietto selvatico, olio extravergine di oliva Dop Valle del Belìce.
Ma veniamo alla ricetta raccontata dai due enogastronomi. Portare l'acqua in ebollizione, aggiungerla con un mestolo, poco alla volta, nel frumento macinato grossolanamente. Aggiungere il finocchietto di montagna tritato e far cuocere il tutto a fuoco dolce mescolando di continuo. Stufare a parte le fave e sbollentare il broccolo che dovranno essere aggiunti al frumento soltanto a fine cottura. Servire la pietanza calda, accompagnata da crostini di pane aromatizzati all'olio extra vergine d'oliva D.O.P. della Valle del Belice.
Per Fabrizio Viola, dirigente del Servizio di assistenza tecnica del Dipartimento Interventi Infrastrutturali dell’Assessorato regionale alle risorse agricole e alimentari il piatto offerto ai commensali del ristorante della fiera rappresenta – un recupero gastronomico ma anche culturale, che ha consentito di rivalutare un piatto della tradizione della cucina contadina di cui si erano perse le tracce. Piatti di una semplicità unica, che fanno parte della prestigiosa Dieta Mediterranea che l’UNESCO sta riconoscendo bene immateriale dell’Umanità. Costituisce inoltre un piatto di quella maturazione collettiva annoverata come prodotti a Km 0. Grande riconoscimento va dato ai docenti dell’ Istituto Alberghiero "Ugo Mursia" di Carini, Accursio Sabella e Vito Musmeci che hanno saputo valorizzare una piatto dimenticato della cucina contadina. Un ringraziamento di stima va rivolto al Dirigente Scolastico Prof. Giovanni Lo Cascio che ha consentito la partecipazione dei due insegnati.
Mario Liberto