Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
25/11/2010
La Val di Cornia nella provincia di Livorno, da una parte domina il golfo di Follonica e dall’altra la pianura alluvionale del torrente Cornia, rappresenta una terra di confine; nei secoli passati tra lo Stato Pontificio e quello mediceo, ed ancora oggi, tra l’amministrazione provinciale di Livorno e quelle di Grosseto e Pisa. Un aspetto che mantiene anche nel carattere della gente e del paesaggio, per via di una collocazione tra terra e mare, che racchiude l’asprezza della Maremma e la dolcezza dei colli senesi; caratterizzata inoltre da una realtà produttiva che si divide anch’essa tra grande industria, agricoltura di qualità e turismo.
Ė una terra di ulivi e vigneti, di boschi di faggi e di sugherete, di vegetazione mediterranea, dove dominano il corbezzolo, il mirto ed il cisto. Ma è anche un luogo di splendidi gioielli dell’architettura medievale come il suggestivo borgo di Suvereto. Queste dualità si riversano, inevitabilmente, anche nella cucina locale sospesa tra cinghiale e pesce, ortaggi e formaggi, che si arricchisce sempre con i frutti di grandi vigneti ed oliveti.
La Val di Cornia è, insomma, una terra di straordinaria bellezza e di incredibile ricchezza. La nascita in questa zona dell’azienda vitivinicola Rubbia al Colle per volere della famiglia Muratori, inizialmente famiglia di imprenditori bresciani del settore tessile, si inserisce perfettamente nell’ambiente, in questo meraviglioso territorio, cuore di un vero e proprio giacimento enogastronomico. La cantina Rubbia al Colle è stata inaugurata nel settembre 2008, ed è caratterizzata da un insediamento sotterraneo di dimensioni maestose, pensato e realizzato dall’architetto Massimo Pagliari nel rispetto del territorio, raccogliendo le intenzioni dei proprietari che richiedevano una realizzazione in linea con il paesaggio circostante. Qualcuno l’ha definita la “cantina che non c’è”, poiché una collina nasconde la meravigliosa cantina seguendone i contorni; alla fine, a guardarla bene, non si capisce se la cantina lì è sempre esistita o se la sua creazione era necessaria, tanto si sposa perfettamente con l’ambiente circostante: i colori della pietra, le curve, la vegetazione, il vecchio casale del Poggetto alle Pulledre, dove la doppia elle ricorda la dizione dialettale e rimanda ai cavalli. Mentre il nome Rubbia, più che dal latino ruber ovvero rosso, deriva, come testimoniano documenti d’archivio, da un’unità di misura tipicamente laziale la rubia, giustificata dalla presenza in loco di famiglie romane.
I vigneti coprono un’estensione di circa 70 ettari, dove dimorano Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot ma anche Cabernet franc, Syrah, Ciliegiolo e Petit Verdot. I vigneti, tutti di proprietà aziendale, sono distribuiti su tre ordini di terreni differenti: la pianura alluvionale nei poderi di Casalappi e San Lorenzo; la bassa collina con il podere Poggetto alle Pulledre; e la collina con il podere La Rubbia.
Luoghi disegnati dai vigneti secondo i più moderni concetti agronomici, con la scelta dei cloni in funzione dei terreni e del vino che ne nascerà. L’azienda Muratori consapevole che la naturalità dell'uva dipende dalla tutela dei terreni, ha adottato un sistema di fertilizzazione che ristabilisce l'equilibrio microbiologico del terreno, grazie alle micorrize, una particolare associazione simbiotica tra fungo e radici delle viti. Con questo trattamento la vite cresce più forte, con una maggiore resistenza alle malattie, l'uva è più sana e più ricca. Non si tratta di una coltivazione biologica in senso stretto, ma di una metodologia che viene definita simbiotica ed indica la completa interazione tra uomo ed ambiente. Nella tenuta Rubbia al Colle la micorizzazione è andata oltre la fase sperimentale ed ha raggiunto significativi risultati tanto da consentire la nascita di un nuova linea di vini: i “Tuttonatura”, che interessano circa 17 ettari e da cui deriva una produzione di vini che mantengono il loro carattere originario senza aggiunta di solfiti. Recentemente è stata avviata anche un'esperienza volta ad indurre immunità alle viti attraverso interventi combinati tra microbiologia e prodotti fitoterapici. Ed è proprio questo il punto focale dell’azienda: bassa impronta ecologica e massima salubrità del vino. La cantina Rubbia al Colle vanta un’estensione di circa 8000 mq, con una zona superiore dedicata al solo ricevimento delle uve, che su nastri trasportatori arrivano alla cantina sottostante che si presenta come un grande open space dove insistono tre ordini di vasi vinari: in inox, in cui si eseguono rimontaggi classici; sempre in inox ma adattati in modo da poter alternare ai rimontaggi anche delle follature ed infine quelli in legno. In questo spazio aperto insiste anche la zona affinamento, termo-igrocondizionata, caratterizzata da grandi botti da 25 hl, come vuole la tradizione classica, e da una barricaia con circa mille barrique. La novità in questa zona è la presenza del barricoccio®, un contenitore di coccio delle dimensioni e con la forma di una barrique. Ideato in questa cantina, questo speciale contenitore presenta il vantaggio di essere costituito da un materiale molto isolante dal punto di vista termico, la vetrificazione interna impedisce scambi vino/ossigeno. Il baricoccio si dimostra, rispetto alla barrique, più facilmente lavabile e sanitizzabile ed inoltre grazie alla sua caratteristica di coibentante si presta bene a sopportare meglio le temperature più elevate ed a garantire, nel complesso, un livello inferiore di umidità della cantina grazie alla minore evaporazione.
L’azienda Rubbia al Colle rappresenta il luogo dedicato alla produzione di rossi e costituisce una delle quattro realtà dell’Azienda Agricola Muratori, ovvero del progetto denominato Arcipelago Muratori, un’entità complessa ed articolata che collabora con numerosi enti ed istituzioni di prestigio e coniuga perfettamente il carattere innovativo con la vocazione ambientale. Il progetto coordinato da Francesco Iacono, vitienologo come lui stesso ama definirsi, vanta complessivamente circa 170 ettari di vigneti. Oltre alla prima azienda nata in Franciacorta e denominata “Villa Crespia”, vocata alla produzione di uve atte alla spumantizzazione secondo il metodo classico; il progetto consta, inoltre, della “Tenuta Oppida Aminea” nel comune di Benevento, dove è in atto la riscoperta di vitigni a bacca bianca destinati alla produzione di bianchi strutturati, e della “Tenuta Giardini Arimei” ad Ischia, l’ultima nata ed espressamente dedicata alla produzione di bianchi da uve autoctone e di vini “da conversazione”. Ognuna di queste quattro “isole” dell’Arcipelago Muratori esprime alla perfezione ed incarna profondamente la filosofia aziendale: ”un territorio, un vino” e ciascuna rimanda con le proprie peculiarità ad un’esperienza multisensoriale invitando al contempo il degustatore al viaggio.
Sandra Ianni