Donne in vigna

Manuela Piancastelli, Azienda Agricola Terre del Principe (Campania)

di Giulia Cannada Bartoli

04/01/2011

Dal libro Donne in vigna, a cura di Mario Busso e Angelo Concas "Edizione Vinibuoni d’Italia Biblioteca"

Donna in vigna, Manuela Piancastelli: il consumatore va reso coproduttore.

Racconto di Giulia Cannada Bartoli 

 

Manuela Piancastelli, giornalista, scrittrice, nel 1999 il colpo di fulmine...

Sì, galeotto fu il vino. Ero capo della redazione di Caserta de Il Mattino, sentii parlare di un avvocato che aveva fatto una piccola vinificazione di Pallagrello. L’ho inseguito, se così si può dire, quasi due anni: lui mi sfuggiva perché quella partita era rifermentata in bottiglia. Poi nel ’99 l’incontro fatale, amore a prima vista. Iniziammo con la piccola azienda di mio marito, poi nel 2003 la nascita di Terre del Principe, la nostra cantina arricchita dalle vigne che avevo portato in dote per dimostrare che facevo sul serio.

Uno stravolgimento totale della sua vita di donna e di professionista. Da “principessa vignaiola”, Manuela si pone il problema di scegliere tra le due passioni, non solo per questioni etiche ma, soprattutto, per l’impegno crescente in azienda. Così, nel 2006 lascia la redazione de Il Mattino, seguita nella sua decisione dal marito Peppe. La sua passione per la scrittura non è stata messa da parte, perché Manuela ha ancora diverse collaborazioni e scrive libri, soprattutto di storia della vitivinicoltura.

C’è comunque un secondo incontro che mi ha cambiato la vita, quello con Luigi Veronelli. Lo conobbi moderando un convegno; ricordo la mia emozione nel vederlo, era già quasi cieco… D’istinto mi alzai contagiando la sala in un applauso scrosciante. Con Gino ho pubblicato libri importanti, mi ha dato tanto ed è sempre nei miei pensieri. È stato lui a scrivere per primo del nostro vino… assaggiò la nostra prima bottiglia di Casavecchia e dalla sua memoria emerse il ricordo di quell’uva e di quel vino provati quarant’anni prima. Sul Corriere della Sera scommise che quel vino sarebbe diventato famoso e ricercato.

La giornata di Manuela, come lei ama dire, è un sereno caos! 14 ore di lavoro: prima la posta aziendale, un’oretta per lei e poi ufficio, vigne e cantina. Ritmi duri da scandire, ma la scelta fatta è passione. Le giornate sono intense, la casa-cantina è un porto di mare, bed & wine, degustazioni, corsi di cucina… un microcosmo felice, nel quale esiste forte il confronto anche con le altre aziende e con le altre donne del vino.

Il mio è un mondo aperto, come giornalista cerco di essere sempre super partes e cerco di promuovere il territorio che è il vero valore aggiunto dei nostri vini. Per questo ho raccolto il testimone di un grande vignaiolo ischitano, Corrado d’Ambra, e sono stata per tre anni bellissimi presidente del Movimento Turismo del Vino in Campania. Ma c’è qualcosa di più che io trovo nel vino. Il vino è un atto creativo, nasce da un progetto, da un’idea. L’uva è come una tavolozza: con gli stessi colori puoi dipingere la Cappella Sistina o la parete di casa. Tutto dipende dalla creatività dell’uomo. Perciò amo fondere il vino con la musica, l’arte, la letteratura… Il vino è un’opera scritta dall’uomo a quattro mani con la natura.

Manuela vive e lavora trasmettendo la serenità interiore di chi ha realizzato un sogno, ma ne nasconde altri nel cassetto. La sua prossima frontiera è comunicare il valore del vino, la fatica e l’impegno che sono dentro una bottiglia.

Naturalmente senza dimenticare che il vino è anche e soprattutto fonte di piacere. C’è tuttavia un aspetto molto serio del fare vino che mi sta a cuore: la tutela dell’ambiente e la necessità di fare un’agricoltura sostenibile: non si può sfruttare la terra come se fosse una risorsa eterna, aiutandola a vivere aiutiamo noi stessi. Occorre fare le cose con coscienza, senza improvvisare, fare vino non è come fare bulloni. C’è bisogno di passione e umiltà, la vigna va “camminata e letta” con tenerezza. Il vino cammina con noi e va raccontato. All’ultimo Congresso dei Vignerons d’Europe è emerso un concetto profondo: il consumatore va reso coproduttore. Perciò i nostri non sono clienti ma amici, e io dico sempre loro: venite in vigna e in cantina a vedere quello che facciamo con trasparenza e onestà. Solo così capirete il valore del nostro vino.

Da ragazzina, Manuela non avrebbe mai immaginato tutto ciò! Lei che è rimasta astemia fino a 20 anni, pur avendo una nonna friulana, che da bambina, prima dei pasti, celebrava il rito del pane nel vino.

La passione del vino è esplosa con il mio principe, un matrimonio d’amore in tutti i sensi, cerimonia in cantina con sindaco in fascia tricolore appoggiato sulle botti, un ricordo fantastico. E il sogno realizzato di dare voce alle nostre piccole grandi uve.

Azienda Agricola Terre del Principe

via S.P. SS Giovanni e Paolo n° 30

Castel Campagnano

81010 - Caserta

 Tel. 0823.867126  - 0823.867126

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