Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
18/04/2011
Dal libro Donne in vigna, a cura di Mario Busso e Angelo Concas "Edizione Vinibuoni d’Italia Biblioteca".
Donna in vigna, Nicoletta Bocca. Nella vigna ho ritrovato il carattere pronto ad aprirsi solo dopo che è passato del tempo
Racconto di Linda Nano
Descrivere Nicoletta Bocca è come descrivere le sensazioni che si provano di fronte a un bicchiere di vino che ci ha colpito; colpito perché non ce lo aspettavamo così; colpito perché mentre lo riassaggi, ti accorgi che è più complesso e ti mancano le parole per descriverlo fino in fondo.
In Nicoletta c’è ancora di più: un fascino che deriva da un’energia solare, trasparente e vitale racchiusa in gesti e atteggiamenti quasi timidi, gentili e introversi.
Sono figlia di un padre che scrive, scrive di realtà e di fatti come in un corpo a corpo quotidiano. E io ho bisogno di questo, di realtà e di fatti e i fatti per me sono la natura. Certo la scuola steineriana, frequentata oggi anche dal figlio Pietro, di natura e di fatti insegna a nutrirsene, così come insegna ad ascoltare, a lavorare con le mani, a rispettare l’individualità.
Nell’infanzia ostinatamente dormiva in tenda davanti a casa o passava ore nel bosco a parlare con gli alberi; poi gli ideali della lotta studentesca venata di nostalgia, nel ricordo di quei sentimenti di unità, solidarietà e valori comuni presto spazzati via dall’arrivo di quella cultura della Milano da bere di cui anche lei farà parte per un periodo: sembra strano ma è così, ho lavorato per un po’ di anni nel mondo della moda e anche se avevo trovato un mio spazio particolare di espressione, un ruolo come storica della moda contemporanea, ad un certo punto quell’abitudine ad usare e dimenticare ogni cosa anche i rapporti umani, mi aveva svuotata...
Ecco allora la scelta di tornare alla Langa, … in quelle visite, nelle cascine di Langa seduti al tavolo in cucina, ogni ansia spariva e tu avevi la rassicurante certezza che attraverso quei gesti e quei visi la questione fosse la sostanza e non l’apparenza. Bicchieri senza eccessi, bottiglie senza pretese e poi all’improvviso lo stupore di un vino emozionante, tanto emozionante da sembrare normale… San Fereolo è nato così, come la sostanza di una casa costruita mattone su mattone, lavorandoci dentro e vivendola ogni giorno. Ma niente sarebbe stato così se non avessi avuto l’aiuto di una persona straordinaria, capace di trasmettermi quello che io non sapevo arrivando dalla città, lui mi ha insegnato la pratica e anche l’etica della vigna e si chiama Francesco Stralla, il mio vicino di casa.
Etica e rispetto sono due parole ricorrenti nel vocabolario di Nicoletta capace di emozionarsi mentre descrive gli anni che dal 1992 hanno rivoluzionato la sua vita:
… San Fereolo è particolare, le viti, che ho acquisito negli anni recuperandole per la maggior parte da anziani contadini, sono tutte vecchie e i terreni sono pendii difficili. Il Dolcetto qui diventa qualcosa di unico, quasi di estremo. Ho amato da subito questa difficoltà perché vi ho ritrovato me stessa, i lati del mio carattere più nascosti e introversi pronti ad aprirsi solo dopo che è passato del tempo!
I vini di cui parla Nicoletta sono i vini che stanno cambiando definitivamente l’immagine quotidiana, rassicurante ma anche un po’ banalizzata, che il Dolcetto ha avuto da sempre, non solo nel Doglianese. Riconoscere la diversità come spinta all’identità!
Oggi le cose sono molto diverse, abbiamo dimostrato come questo vitigno e questo territorio siano in grado di andare molto oltre, come Dogliani sia assolutamente il cuore di un Dolcetto capace di manifestare caratteristiche quasi in antitesi alla visione generalizzata e ricorrente che lo identifica. Sono vini naturali, con una struttura densa ed elastica, carnosa ma mai pesante che si distingue per i tannini lunghi e un corredo aromatico in continua evoluzione e mai monocorde, possono maturare e dare risultati incredibili per profondità ed eleganza.
Ma allora se questi sono i risultati, tutto sembrerebbe facile, si potrebbe pensare che i problemi di scelte agronomiche e produttive impegnative, come quelle occorrenti per ottenere tutto questo, siano ampliamente ripagati dal riconoscimento del mercato.
Purtroppo non è assolutamente così. Il mercato attuale ricerca e premia vini che coniugano facilità di beva e accessibilità di prezzo, due fattori determinanti che rischiano di banalizzare e distorcere il concetto di qualità e il valore della riconoscibilità. La riconoscibilità per me è quella della diversità intesa come unione di elementi fondamentali quali il territorio, il vitigno ma anche il rispetto ambientale e tutto ciò che questo comporta. È stato fatto uno studio dal Prof. Giampiero Romana che dimostra come sia impossibile uniformare o anche solo paragonare tempi, modi e costi di gestione di un’azienda vitivinicola a Dogliani con quelle di aziende in altre parti d’Italia. La conoscenza e la comunicazione di questi dati sono la base di partenza del lavoro di tutti coloro che lavorano dentro questa Docg. Coltivare la vite è un mestiere che richiede moralità ed etica, tutti dovremmo esprimerci in modo corale. Per questo mi piace pensare a questo lavoro attraverso una frase di Cèline che dice “sono un operaio in mezzo alle onde”.
Info:
San Fereolo
Borgata Valdibà, 59
12063 Dogliani (Cn) - ITALY
Tel. +39 0173.74.20.75
Fax. +39 0173.388.208