Saperi e sapori

Nobile Tola, il vino ottenuto con la rara uva Alvarega di Ozieri

di Rossano Sgarangella

07/05/2011

E’ già in distribuzione l’annata 2010 del Nobile Tola, il vino ottenuto dal recupero della rara uva Alvarega di Ozieri.

Lo storico vitigno delle colline del centro del Logudoro era quasi scomparso e ora, grazie ad un lavoro di 10 anni, un gruppo di viticoltori lo propone agli amatori dei vini caratteristici e legati al territorio. Il Nobile Tola, è’ stato prodotto grazie alle cure di Tonino Arcadu della Cantina Gostolai e da Paolo Cardu, enologo della Cantina di Monserrato, autore delle prime microvinificazioni di Alvarega di Ozieri nei laboratori di Villasor.

Il Nobile Tola, è un vino bianco molto caratteristico, ricco di una forte identità che lo distnigue dagli altri vini bianchi prodotti in Sardegna. All’analisi organolettica si concede, di colore giallo paglierino intenso, con sentori di albicocca secca, mandorla amara e crosta di pane; al gusto, secco, caldo, morbido, sapido e piacevolmente minerale, il tutto in perfetto equilibrio con i suoi  13 gradi alcol. Grazie alla sua interessante struttura, si accosta con armonia ai formaggi di media stagionatura, e in particolare con Sa Greviera tipica di Ozieri, ai piatti a base di aragosta, astice o ricci, e con pietanze di mare in genere. Inoltre, si sposa alla perfezione con i funghi porcini crudi, arrosto o in tegame, e con tanti altri primi o secondi piatti a base di funghi, nonché, con pietanze di carni bianche, in umido o arrostite.

Un vino antico: l’Alvarega di Ozieri.

Il vocabolario ampelologico sulle varietà di vite coltivate in Sardegna, scritto da Alberto Cara nel 1889 e pubblicato nel 1903, alla voce Alvarega recita: (bianca greca) segnatamente in Ozieri, varietà di vite, ad uva bianca ad acini rotondi. Un’uva quindi che si coltivava in grandi quantità nelle colline ozieresi. L’Alvarega di Ozieri è un vino antico, custodito gelosamente dalle famiglie nobili e facoltose del Logudoro. Per salvarlo dall’estinzione sono state raccolte le marze dagli ultimi ceppi superstiti e quindi nel 2003 impiantato un vigneto. Nel frattempo l’Associazione Alvarega, insieme al Comune di Ozieri e all’ex Consorzio Frutticoltura di Villasor, oggi Agris, stanno portando avanti un progetto che dovrebbe portare alla certificazione del vitigno. Già i primi studi parlano di un vitigno unico ed originale, che non ha corrispondenze con gli altri già censiti.

La tradizione enologica ad Ozieri è attestata dal ritrovamento di vasi askoidi nuragici, conservati nel locale museo archeologico. Uno di questi, rinvenuto nella vicina Ittireddu, è stato anche oggetto degli studi che stanno portando avanti i ricercatori sull’origine della viticoltura sarda.

Rossano Sgarangella

 

 

 

 

 

Informazioni

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