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CANNONAU E GRENACHE DUE CUGINI ROSSI A CONFRONTO

di Gian Piero Pinna

31/05/2011

 

Il 30 maggio scorso, nella sala conferenze dell’Hospitalis Sancti Antoni di Oristano si è svolto un interessante convegno enologico dal titolo: Cannonau e Grenache il rosso del Mediterraneo. Un confronto a tutto campo tra due vini che la maggior parte degli esperti, definiscono molto affini. Colore rosso rubino, fruttato, con sentore di prugne e more, gusto maturo e avvolgente, il Cannonau della Sardegna, alla luce anche degli ultimi ritrovamenti archeologici, viene considerato il più antico vitigno autoctono del Mediterraneo, le cui tracce pare che risalgano a 3000 anni avanti Cristo. Un vino di carattere che rispecchia l’identità di un’isola, caldo morbido e deciso allo stesso tempo, come hanno ben sintetizzato i vari oratori che si sono alternati nel seguitissimo convegno.

Un vino che, pur mantenendo una forte caratterizzazione, ha saputo esaltare le sue radici con punte di raffinatezza apprezzate in tutto il mondo e riconosciuto fra quelli di più grandi tradizioni nel bacino mediterraneo. Dalle tesi illustrate durante la giornata di studio, è emersa una particolare somiglianza col prestigioso Grenache francese, ed in particolare con quello proveniente dall’area di Chateauneuf du Pape sulla riva sinistra del Rodano, il Grenache, appunto, che si è rivelato un rosso potente e allo stesso tempo fine, dal gusto di fico e di amarena, che sapientemente affinato, si connota per le sue note di spezie dolci, tartufo, macchia mediterranea e cuoio. Promotori ed organizzatori del convegno, sono stati il Consorzio UNO, col suo Curriculum in Viticoltura ed Enologia del corso di laurea in Tecnologie Viticole Enologiche Alimentari della Facoltà di Agraria dell'Università di Sassari, l’Assoenologi Sardegna, congiuntamente ai rappresentanti del Consorzio Chateauneuf du Pape, provenienti dalla regione di Avignone, con la partecipazione dell’Associazione Italiana Sommelier, la collaborazione dell’AEB group e il patrocinio del Comune di Oristano. In apertura il preside della Facoltà di Agraria di Sassari, Pietro Luciano, ha messo in risalto il fatto che il confronto fosse tra vini fratelli, mentre Dino Addis, presidente Assoenologi Sardegna, ha puntualizzato che se il Vermentino è il bianco dei sardi, il Cannonau è il rosso che ci identifica, coltivato dal livello del mare sino ai mille metri d’altitudine e con diversi metodi di lavorazione, abbiamo dei prodotti unici e particolari. Il direttore del Consorzio Uno, Eugenio Aymerich si è detto soddisfatto dei risultati del convegno, che ha segnato un momento di internazionalità che è sempre positivo per aprire la mente degli studenti verso altri ben più importanti orizzonti.

Il convegno è entrato nel vivo con gli interventi dei relatori italiani, tra cui il Prof. Gianni Nieddu dell'Università di Sassari, che ha iniziato sottolineando che la Sardegna è la terra del Cannonau, ma specificando anche che già alla fine dell’800 gli studiosi Rovasenda e Molon, accostavano il Cannonau all’Alicante e al Tocai rosso e puntualizzando che “per ogni territorio e in ogni vitigno dovremo fare ancora studi che caratterizzino il nostro vino e amplino le nostre conoscenze”. È seguito l’intervento di Mariano Murru, vicepresidente dell'Assoenologi Sardegna, il quale ha sottolineato che il Cannonau “rispecchia il nostro carattere, fieri, ma generosi. In questo momento - ha aggiunto – si stanno predisponendo le procedure per l’inserimento legislativo nella DOC del riconoscimento del Cannonau Classico e di quello passito”. Ha concluso affermando che “le tecniche di vinificazione, possono concorrere in maniera determinante ad un’ulteriore crescita del nostro vino più rappresentativo. ”Ha chiuso la serie degli interventi degli esperti italiani, l'enogastronomo, Angelo Concas, Presidente Nazionale dell'Accademia Internazionale Epulae, che come argomento ha affondato il discorso su “quale ventaglio di Cannonau può proporre un ristoratore”, arrivando alla conclusione che, secondo la struttura del vino si può arrivare ad accostarlo su svariate pietanze fino a coprire l’intero pasto, considerando anche che dalle uve Cannonau si producono eccelsi vini dolci. Concas, ha pertanto fatto notare che i ristoratori dovrebbero credere molto di più nel Cannonau di Sardegna, le caratteristiche organolettiche di questo vino permettono di andare oltre ai corretti accostamenti come il maialetto e altri carni grasse arrosto o in umido, ma andrebbe proposto anche con le pietanze a base di pesci dalle carni grasse (anguille, muggini ecc), facendo alcuni esempi: primi piatti dai sapori sapidi e ben strutturati, grigliate miste, zuppe e frittura mista, l’importante che dominino per l’appunto queste razze di pesci. Da non scordare mai l’accostamento con i formaggi stagionati sardi, i salumi, nonché l’abbinamento al cioccolato e ai dolci al cioccolato con i Cannonau dolci.

Gli ospiti e i relatori francesi: Camille Boucheron, assistente promozione ed eventi del Consorzio Produttori Chateauneuf du Pape, ha affondato il tema: Chateauneuf du Pape, la sinfonia di 13 vitigni; Marie Giraud, che insieme al fratello, produce vini, ha affrontato come argomento “Un vento nuovo a Chateauneuf du Pape, mentre Philippe Cambie, consulente enologo nella Valle del Rodano del Sud e responsabile qualità e tecnica dei produttori per Sinergie, ha parlato di “Grenache, un grande vettore di eleganza.

Tutti gli interventi, hanno messo in risalto le sorprendenti analogie fra il Cannonau e il Grenache, due grandi vini rossi di tradizione mediterranea.

Nel pomeriggio, al Chiostro del Carmine, è seguita una degustazione guidata per 120 persone, che ha visto partecipare, produttori, agronomi, enologi, studenti del corso di tecnologie alimentari, sommeliers e giornalisti del settore. La degustazione è stata condotta magistralmente da Philippe Cambie, consulente enologo nella Valle del Rodano del Sud, e da Giuseppe Carrus, Coordinatore Editoriale della Guida dei Vini del Gambero Rosso. In degustazione 6 Chateauneuf du Pape e 12 Cannonau. Per i vini Cannonau, un degustazione alla cieca, che ha fatto scaturire un vivace e costruttivo dibattito.

Nel corso della manifestazione, sono state effettuate anche le premiazioni dei vincitori della V edizione del concorso per la vinificazione, che il Consorzio UNO organizza per gli studenti del curriculum di Viticoltura ed Enologia, in collaborazione con Agris Sardegna. Sono risultati premiati: Patrizia Carboni, prima per un Monica in purezza e Michela Meloni, classificata seconda con un uvaggio a base di Cannonau in percentuale del 60%, Monica 20% e Bovale 20%.

Gian Piero Pinna

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