Notizie e Recensioni

“SI FA PRESTO A DIRE TERRITORIO”

di Piero Valdiserra

11/07/2011

 L’intervento di Piero Valdiserra, al Convegno SI FA PRESTO A DIRE TERRITORIO” tenutosi il 9 luglio a Cembra (TN)  in occasione  dell’annuale Rassegna del Muller Thurgau.  

Parlando di territorio si fa spesso riferimento al concetto classico di genius loci, cioè allo “spirito del luogo” di derivazione romana. Questa volta vogliamo appellarci invece al genius saeculi, vale a dire allo “spirito del tempo”: e quale spirito è più contemporaneo dell’interesse per le scienze cognitive? – qualcuno usa la parola neuromarketing.

Bene, vorremmo sollevare l’attenzione su due punti cognitivi molto semplici ed efficaci, ma a nostro avviso misconosciuti, ovvero maltrattati, quando si parla di territorio. Ci riferiamo al narrare e al pensare: vediamo brevemente in sequenza questi due argomenti.

  1. Narrare.

La nostra percezione tende a cogliere insiemi, forme: questo la psicologia lo sa da almeno un secolo, e il marketing da una sessantina d’anni. La buona notizia, per chi si occupa di territorio, è che anche la nostra mente tende a cogliere le idee organizzandole in insiemi, o forme: e lo fa attraverso i racconti, le narrazioni. Narrare rende più semplice, più interessante e più “economico” (nel senso di risparmio di sforzo cognitivo) l’uso del nostro cervello: questo è vero a tutti i livelli e in tutte le attività umane, da quelle più artistiche (letteratura) a quelle professionali (diritto), da quelle legate all’entertainment (fiction, cinema, televisione) fino alle elaborazioni scientifiche. Lo stesso Gesù insegnava in parabole.

Sembrerà strano, ma finora il territorio è stato trattato in maniera scialba, neutra, grigia, oppure pretenziosa ed erudita, ma è stato poco narrato, raccontato. Sul fronte del narrare c’è ancora non diremmo molto, ma addirittura tutto, o quasi, da fare.

  1. Pensare.

Quando funziona a pieno regime, e quindi quando ottiene il massimo dal pensiero, la mente umana non è adulta ma bambina. Ama essere aperta, libera, e soprattutto ama giocare, e giocando supera ogni limite. Il Signore nascondeva le cose grandi ai sapienti e le rivelava ai piccoli. Questa caratteristica prodigiosa della nostra mente non va mai dimenticata: e non la dimenticano, infatti, la buona narrativa, il buon cinema, il buon teatro, il buon giornalismo, il buon marketing. Miscere utile dulci, ovvero unire l’utile al dilettevole, raccomandava Orazio nella sua Ars Poetica: e questo precetto andrebbe sempre tenuto a mente ed applicato. Sovente, invece, si scambia la serietà degli intenti con la seriosità dei toni. Ma essere serioso vuol dire essere noioso, quindi poco divertente, poco interessante, poco ascoltato, poco ricordato. La regola generale, e universale, dovrebbe quindi essere: un po’ di insegnamento, un po’ di divertimento, assemblando sapientemente il tutto.

Conclusioni. Finora molti hanno parlato, scritto, trattato, discusso di territorio; ma pochissimi lo hanno raccontato, e raccontato in maniera brillante. Su questo terroir metaforico, mentale, c’è ancora un percorso vergine e inesplorato da attraversare: quello che conduce al coinvolgimento vero, emozionale del pubblico. Si fa presto a dire territorio, insomma; ci vuole invece più tempo, più impegno e più competenza per saperlo raccontare in maniera divertente e appassionante.

 

Piero Valdiserra