Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
16/07/2011
Quelle della vendemmia 2009 di Salcheto sono le prime bottiglie che finiranno sugli scaffali italiani ed internazionali ad aver calcolato tutte le emissioni di anidride carbonica dovute alla produzione e alla commercializzazione del vino stesso.
L’azienda vitivinicola di Montepulciano, infatti, ha di recente ricevuto dall’ente certificatore CSQA l’attestato nr. 24378, il primo caso in cui per la Carbon Footprint realizzata secondo lo standard ISO 14064 (ossia l’inventario delle emissioni) si applica al vino.
L’analisi, vero e proprio apripista per l’intero settore, ha prodotto un indice di 2,02 kg. di CO2eq per ogni bottiglia da 750ml, comprendendo non solo il lavoro in vigna e in cantina ma anche le emissioni dovute al reperimento delle materie prime (vetro in primis) e del trasporto verso il consumatore finale.
“E un traguardo di grande importanza per il mondo del vino – spiega Michele Manelli, presidente della Salcheto – perchè l’analisi dell’impatto ambientale misurata in termini di emissioni di CO2 è uno strumento essenziale che consente di migliorare le proprie performance e comunicarlo in maniera chiara, trasparente e certificabile al consumatore attraverso un semplice indice numerico”.
E a Salcheto la strada per la riduzione degli sprechi e delle emissioni è già stata intrapresa e viaggia accanto a quella per la qualità enologica dei vini prodotti. Già dalla prossima vendemmia, infatti, l’azienda potrà contare su una cantina a completa autonomia energetica che potrà essere la prima cantina “Off Grid” al mondo ossia completamente scollegata dalle reti di distribuzione energetica. Il risultato è stato raggiunto abbinando in modo integrato il risparmio energetico allo sfruttamento, delle energie rinnovabili presenti in campagna, non solo fotovoltaico ma anche geotermico e biomasse
Ma il lavoro di ricerca guarda già oltre: “Ogni traguardo è un punto di partenza ed il sistema di analisi della Carbon Footprint che abbiamo studiato ci permette di individuare alcune importanti criticità dell’impatto sull’ambiente del consumo moderno di vino. Sapere quanta CO2 si produce permette di analizzare quanta energia si consuma e dove sono gli sprechi. Stiamo quindi già lavorando su scelte alternative di packaging, il principale responsabile delle emissioni dei gas climalteranti, che presenteremo entro fine anno” sono le parole del Prof. Ing. Domenico Andreis, coordinatore del Gruppo di Lavoro Salcheto Carbon Free.
L’unità di ricerca creata da Salcheto è oggi una realtà stabile ed organizzata, il cui obiettivo è proporre in campo vitivinicolo modelli aziendali sempre più virtuosi sotto il profilo ambientale, basandosi su strumenti di analisi delle prestazioni omogenei, certificabili e quindi trasparenti verso consumatori e portatori di interesse in genere. Questo approccio ha portato a una proposta aperta di quadro di intesa rivolta ad attori privati ed istituzionali del comparto, la cosiddetta Carta di Montepulciano, online sul sito www.cartadimontepulciano.it.