Donne in vigna

Donna in vigna, Rosita Cagliero - Az. Cagliero di Barolo (CN) Piemonte

di Chiara Busso

17/08/2011

Dal libro "Donne in vigna" a cura di Mario Busso e Angelo Concas "Edizione Vinibuoni d’Italia Biblioteca”. 

Donna in vigna, Rosita Cagliero. “Mi sono riappropriata del rapporto che altre donne della famiglia avevano con la vigna”.

Racconto di Chiara Busso

A Barolo Rosita Cagliero è la Signora; con la “S” maiuscola. Questo non tanto per sottolineare un senso di distacco e di deferenza che sembrerebbe dettato dal riserbo tipico del carattere di chi abita queste colline, ma perché in Langa chi sa intrattenere con il luogo della memoria un legame stretto e vivo ha la capacità di trasmettere nell’inconscio della gente una sorta di rispetto non formale, ma di sostanza.

In Langa si è signori per quello che si è, non per quello che si ha.

Rosita è una di quelle donne che sono tornate alla Langa dopo anni trascorsi per impegni professionali in altri luoghi e in altri settori.

Il suo ritorno ha ricondotto a Barolo una presenza vivida di cultura e ricca di messaggi ispirati a ricomporre attorno all’azienda il recupero di tradizioni e l’impegno di valorizzare e tutelare un patrimonio, quello della terra e della vite, che sono racconto dell’intera storia di Langa.

Ho ripreso in mano l’antica tenuta nel 1998 ed ho modernizzato gli impianti per mettere l’azienda al passo con i tempi. L’impegno prioritario è stato comunque quello dedicato al vigneto mettendoci tutta la forza e il coraggio che sono necessari per affrontare un’impresa irta di ostacoli e di difficoltà. Eppure nel mio intimo la storia di antiche passioni batteva nel cuore come un richiamo prorompente. Le radici della tenuta che risalgono al 1500, l’essermi riappropriata di un passato in cui altre donne della famiglia avevano stretto il rapporto con la terra e con la vite, sono stati uno stimolo forte verso questa scelta.

Il racconto cela un filo di emozione quando parla di nonna Marcellina… un mito, perché rimane vedova a trent’anni con tre figli, tuttavia porta avanti la vigna e riesce a trasmettere alla nuora, Rina, tutti i suoi saperi, ma soprattutto l’obiettivo di ricompattare i terreni attorno alla cascina. Un obiettivo che verrà rispettato, superando difficoltà e dimostrando capacità decisionali a quel tempo difficilmente riscontrabili in una donna.

Ecco allora dipanarsi in chiave moderna una storia tutta al femminile. Rosita è l’anello contemporaneo di una collana attraverso cui si può interpretare correttamente il termine della tradizione, ovvero la capacità di tradurre al nuovo quello che di buono il passato ha saputo insegnare ed offrire alle nuove generazioni.

Rosita donna capace di racchiudere raffinatezza e semplicità traduce nella sua attività un patrimonio di competenze e una solidità professionale che danno concretezza alle azioni dettate dalla passione. I poderi Terlo, Ravera, Gallo e Strà, nel modo in cui sono tenuti, danno un’idea della gestione moderna del vigneto ispirata al rispetto della natura e dei ritmi della vite.

In vigna, la cosa più importante è creare un equilibro appropriato tra il frutto e la vegetazione. Bisogna tenere presente il clima, il terreno, la varietà, lo spazio, la manipolazione stagionale delle potature e infine quella del raccolto. Avere una maturazione uniforme del frutto è la chiave di volta che trasforma l'uva in un vino ottimale.

La vigna si fa così interprete dell’inizio di un filiera che non si conclude solo in cantina, ma anticipa un altro importante messaggio: il vino è accoglienza, socievolezza e luogo di incontro.

Rosita dà vita all’agriturismo. Otto camere ricavate in parte nell’antico fienile e in parte ospitate in mansarda. La scelta del nome, “Il ciabot”, non è casuale, perché il termine in Langa sta ad indicare il piccolo casolare che era un tempo presente nelle vigne per offrire riparo e un tetto agli attrezzi e al vignaiolo stesso che spesso non rincasava per iniziare presto al mattino i lavori della vigna e fare tardi oltre il tramonto. Qui sono raccolte le contadinerie, collezioni di antiche bottiglie, bicchieri e vetri che si fanno racconto, cultura e tutela di un patrimonio che va trasmesso al futuro.

Se tutelare un vino significa adeguare la sua produzione alle norme previste dai disciplinari, esiste tuttavia un valore dinamico che il verbo esprime e che porta in sé la necessità di comunicazione e di valorizzazione. Infatti - sottolinea Rosita - la logica della tutela per me implica un comune sentire verso la promozione del territorio e innesca stimoli verso quelle forme di turismo che muovono alla riscoperta della gastronomia e delle varie espressioni culturali, artistiche e paesaggistiche che fanno da corollario al vino stesso.

Info:

Azienda Agricola Cagliero

Via Monforte, 34
12060 BAROLO (CN) - ITALIA

Tel (+39) 0173-56172 - Tel/Fax (+39) 0173-56250 - Cell. 348-4082975
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