Chiacchierando di gusto

La famiglia Mattiucci, pescatori e filosofi

di Nazzarena Barni Fritsch

26/08/2011

 

 

 

 

 

La pescheria Mattiucci di Napoli incanta subito, un piccolo negozietto tra i negozietti modaioli e i pochi sopravvissuti artigiani di vicolo Belledonne a Chiaia, piccola pescheria decorata in bianco e azzurro con un decoro giocoso, quasi infantile, solare e marittimo. Vendita di pesce freschissimo, con proposte da consumare sul posto, lavorandolo il meno possibile per non coprirne ma valorizzandone la dote primaria, la freschezza. La lista varia giorno per giorno come il pesce, perché si adegua agli arrivi giornalieri. In lista parmigiana di pesce bandiera, grigliate di tonno e pesce spada, marinate al sugo di arancia, gamberoni viola accompagnati da verdure grigliate. Calici ghiacciati di buon vino, limitate ma curate le etichette, accompagnate da birre artigianali, il tutto consumato su alzate ribaltate e usate a mò di tavolo quando, finita la vendita, i primi clienti si affacciano su quello che sembra quasi un basso per sapere se è ora di occupare i 6, massimo 8 posti disponibili. Si vende tutto ciò che il golfo di Napoli offre e quello pescato dai propri pescherecci di famiglia in Campania e Sicilia. Perciò anche tonni a pinna gialla pescati dal peschereccio di 8 metri di base a Marsala, gamberoni dalla testa violetta presi con reti intrecciate dal loro gozzo a Marina di Camerota. Il tonno viene pescato con l’amo e non con reti e i Mattiucci possiedono un’antica licenza che definisce la quota di pesce che gli è permesso catturare, finita questa, niente più tonno, ma si passa a altre offerte.

La famiglia, mezzo siciliana e mezzo napoletana, è un alternarsi di Luigi e Salvatore, e seppur non si possa parlare di pedigree aristocratico, l’attività di famiglia è documentata dal lontano 1849 quando il capostipite Luigi, l’ostricaro, gestiva un baracchino di frutti di mare sul lungomare di Santa Lucia. Il nipote da ambulante diventa stabile aprendo una piccola pescheria alla Pignasecca, fino a arrivare ai giorni nostri con la pescheria Mattiucci di vicolo Belledonne: vendita di pesce la mattina, punto pranzo con offerti semplici e saporite, ma tre sere alla settimana la pescheria si abbiglia con le luci e il glamour dell’aperitivo e cena. Il sabato e la domenica pomeriggio si chiude. Si lavora, ma non si segue la logica del profitto a tutti i costi. C’è una vita oltre al lavoro. Alla cucina Diego Simonetti, Dieghino, spalle larghe e sorriso  aperto da scugnizzo, ritmo di lavoro da milanese. È lui che cura la cucina, è a disposizione per cene private a domicilio e da quest’estate cura anche un nuovo progetto: la pesca e la preparazione del pescato durante gite giornaliere su un loro gozzo nel golfo di Napoli, per un massimo di 4 persone, una giornata intera per pescare, parlare di pesci, cucinare, bere vini ghiacciati e chiacchierare tutti insieme. Info cristina@pescheriamattiucci.com

La loro filosofia è l’amore e il rispetto per il mare, per le sue risorse, per la materia prima, che si esprime nell’offrirla in alternative semplici e gustose ma senza coprirla. L’ultima generazione ha fatto il grande salto, aprendo due dependance, una a Londra nel maggio 2010 nel vivacissimo quartiere di Portobello, un terzo locale si è aperto a Milano lo scorso febbraio. L’unico dei tre un pò più spazioso con un mezzanino separato dal punto vendita per la degustazione. Un faro di luce nella nebbia. Sarebbe piaciuto a Totò e a Peppino.

Nazzarena Barni Fritsch

Info

Pescheria Mattiucci

Vicolo Belledonne a Chiaia 27 Tel.: 081 2512215

www.pescheriamattiucci.com