Itinerari e turismo enogastronomico

Dove è nata la dieta mediterranea, ovvero a Palinuro non c’è solo il mare

di Nazzarena Barni Fritsch

15/09/2011

Isca delle Donne è il nome di un agriturismo e fattoria didattica alle porte di Palinuro in direzione Marina di Camerota. Si trova nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, una zona riconosciuta dal ’97 come riserva della biosfera. Il nome deriva dal fatto che la località, limitata dai fiumi Lambro e Mingardo, durante il loro stagionale straripamento veniva ricoperta dalle acque. Il suolo acquitrinoso diventava particolarmente fertile e prosciugandosi assumeva l’aspetto di un isolotto  dove le donne coltivavano specialmente ortaggi, che sono anche il punto di forza dell’agriturismo. Quello che non finisce subito in cucina viene messo sott’olio e conservato.

La tenuta appartiene a Vincenzo Merola e alla sua famiglia. Ereditata dal padre, Vincenzo non segue come il fratello, proprietario del Kings Residence sulla cala del Buondormire, l’attività imprenditoriale alberghiera, ma preferisce fare l’agricoltore, anche se con l’agriturismo anche lui offre una forma di accoglienza e ristoro, ma più a contatto con il territorio. Quando si decide per questa professione, vent’anni fa, viene considerato un po’ strambo, al di fuori dei tempi, ora è convinto di aver fatto la scelta giusta, anche se il lavoro alle spalle per realizzare tutto ciò è stato immane  e tanto ancora lo aspetta, perché la sua testa è piena di progetti. La proprietà si estende su 40 ettari di cui solo 3 sono occupati da Isca delle Donne. In altri appezzamenti ci sono gli uliveti e i vigneti, che si affacciano sul panorama mozzafiato di Capo Palinuro.

 

 

Entrando nella proprietà c’è un piazzale con un grande albero di fico, i famosi fichi bianchi cilentani, e sulla destra il ristorante con mura in pietra viva sotto un portico che accoglie vari tavoli cui se ne aggiungono altri all’esterno, sotto gazebo in ferro battuto. Un grande spazio gioco offre ai genitori la possibilità di godersi la calma della sera e della cena, e permette ai bambini di sbizzarrirsi a volontà,  se non vengono attratti dalla piccola fattoria dall’altro lato della tenuta.

 

 

Qualche mucca da latte e i vitellini, pecore e caprette, conigli e pollame, qualche fagiano, tanto belli e anche  buoni, quando sarà l’ora di finire in pentola. Il recinto dei maiali ospita oltre ai classici suini nostrani i più piccoli e scuri maialini vietnamiti e i cinghiali. Non mancano muli e cavalli, per passeggiate sulla vicina spiaggia dell’Arco Naturale, raggiungibile anche a piedi per un sentiero nella macchia mediterranea e naturalmente gli immancabili cani e gatti. Tre Chalet in legno, arredati con gusto in colori pastello, permettono soggiorni rilassanti tra mare cristallino e natura generosa. Molti degli ospiti sono stranieri, specialmente tedeschi, “Il loro concetto di vacanza è totalmente diverso dal nostro nel vivere le giornate”_ spiega il proprietario ”Le prime volte ci meravigliavamo di non vederli girare fino a tarda mattinata, così mia moglie e io siamo capitati come per caso per vedere se era tutto in ordine. E abbiamo scoperto che si attardavano in lunghe e interminabili colazioni, letture di libri mentre i loro ragazzini camminavano a piedi nudi e accarezzavano conigli e caprettini. Per il futuro abbiamo in programma l’aggiunta di qualche chalet e di offrire una beauty farm con wine therapy”.

“Riguardo ai vigneti per la produzione dei nostri vini, le 5000 viti sono tutto quello dei nostri vitigni autoctoni che mio nonno è riuscito a salvare dalla fillossera e producono Malvasia nera e Santa Sofia, una variante del Fiano”_ spiega Vincenzo ”Una grande festa è quella della vendemmia, dove si aprono le porte a tutte le famiglie e grandi e piccoli sono ingaggiati per recidere grappoli, raccoglierli in ceste di vimini e versarli nei tini.  Poi verso sera via a pigiare con i piedi l’uva raccolta, accompagnati dal suono dell’organetto per rivivere le esperienze festive come nel passato, ritmate dalle speranze delle semine e dal sollievo dei raccolti”.

Questo è solo uno degli appuntamenti fissi che scandiscono le attività della fattoria didattica. Ogni giovedì, lungo tutto l’arco dell’anno, bambini delle scuole materne e elementari sono invitati con i loro insegnanti a toccare con mano come vengono prodotti i cibi che finiscono sulla loro tavola. La sorella di Vincenzo è la guida dei piccoli ospiti e l’attrazione iniziale è il giro in trattore,  con i bambini alloggiati in una specie di gabbia-carrozzina al seguito del veicolo. I diversi percorsi sono quelli del latte, degli odori, del pane, dell’orto, e come già detto, della vendemmia. A seconda del programma scelto, i bambini possono aiutare a mungere e bere il latte fresco, a fare la cagliata e preparare la tuma da mettere nelle fuscelle. Imparano a fare il pane da acqua, farina e criscito, lievito naturale, assistono alla cottura delle loro panelle nel forno a legna. Annusano a occhi chiusi erbe aromatiche e imparano a riconoscerle. Colgono i frutti dell’orto e preparano tutti insieme una pietanza nella cucina dell’agriturismo. Diventano più consapevoli del lavoro connesso alla produzione di alimenti che consumano quotidianamente e vedono che le zucchine possono crescere a terra ma anche su pergolati, diventando enormi forme contorte che sembrano anaconda appisolati sui rami.

La tenuta produce olio, vino, formaggi, frutta e ortaggi. I limoni, quelli grandi con la buccia spessa e con le fossettine tipo cellulite, vengono usati per la produzione di limoncello e dal succo sciroppo di limone per dissetanti limonate. Durante l’estate l’agriturismo diventa autosufficiente e il sovrappiù viene lavorato per conserve, marmellate e liquori che vengono venduti allo spaccio insieme a prodotti tipici dell’artigianato locale. Allo spaccio c’è Maria, che accoglie i visitatori lavorando montagne di melanzane. È originaria della vicina San Severino di Centola, borgo medievale diroccato dove durante il Natale ha luogo un presepe vivente e descrive come vengano speziate le fette di melanzane prima di essere racchiuse in grandi vasetti e pressate sotto peso. I fichi vengono invece imbottiti con gherigli di noci locali e scorzette di arancia. Olive del cultivar pisciottana  producono un olio particolarmente dolce e delicato che accompagna il pane regolarmente cotto nel forno a legna, punto di vanto dell’anziana signora che da anni presiede a questo compito. Nel ristorante vengono preparati durante la torchiatura dell’olio  le Cucchiaredde, impasto con olio fritto da mangiare calde appena scolate. Ma non solo questo, anche gli Scauratielli fatti di farina e acqua, di forma affusolata,   fritti e decorati con miele di castagno. Zeppolette fritte con alici cilentane, formaggi e salumi locali, una solida cucina tradizionale fanno sì che verso sera, quando le luci vestono a festa il porticato, una migrazione sostenuta di avventori, quasi tutti clienti affezionati, faccia pellegrinaggio all’Isca delle Donne e riempia ogni tavolo del ristorante. Vincenzo Merola, agricoltore, accoglie gli ospiti in quella che è solo la seconda parte di una lunga giornata di lavoro.

Agriturismo Isca delle Donne

Via Isca delle Donne, Palinuro 84064 Centola (SA)

Tel.: 0974 931826 www.iscadelledonne.com

info@iscadelledonne.com