Donne in vigna

Donna in vigna, Emanuela Spagnoletti Zeuli - Az. Spagnoletti Zeuli Onofrio - Andria (BA) Puglia

di Andrea De Palma

05/10/2011

 

Dal libro Donne in vigna, a cura di Mario Busso e Angelo Concas "Edizione Vinibuoni d’Italia Biblioteca”. 

Donna in vigna, Emanuela Spagnoletti Zeuli. “ La terra non tradisce mai”

Racconto  di   Andrea De Palma

Una buona contadina. Questa è la definizione che ama e a cui ambisce da sempre Emanuela Spagnoletti Zeuli.

Nata a Roma da genitori di origini siciliane, aveva padre avvocato, che l’avrebbe voluta al suo fianco nella città capitolina, dove esercitava.

Emanuela, non ha mai desiderato quella professione poco consona al suo carattere.

Non fu facile, vent’anni fa, il passaggio dalla capitale alla Murgia pugliese e farsi accettare dai contadini di suo marito, il Conte Onofrio, … ma oggi - racconta Emanuela con forte soddisfazione - scendono dai trattori e mi salutano con tutto il rispetto che si deve a una di loro, attenta come sono, anche, ai loro problemi e alle loro necessità; amo occuparmi di loro e delle loro famiglie.

L’arrivo in questo territorio può destare stupore e perplessità poiché ad occhi distratti e a cuori insensibili può apparire poco accogliente. Ma proprio Federico II di Svevia aveva eletto la sua dimora di campagna, erigendo Castel del Monte non solo per i suoi periodi di caccia, ma facendolo diventare fulcro di studio e ricerca.

Ho accettato e voluto questa scelta sicuramente per amore, anche se inizialmente definivo mio marito “cordialmente antipatico e snob”. Unitamente all’amore era maturata progressivamente una forte passione per la terra, sicuramente ereditata dal nonno materno. Il nonno era commerciante di agrumi ed io passavo lunghe e calde giornate durante le ferie estive in Sicilia ad Acireale. Non dimentico mai le sue parole, attraverso le quali mi ammoniva e mi ricordava che la terra non tradisce mai; tutto avrebbe potuto deludermi, ma la terra mai. Quindi mi ha insegnato ad amarla.

Da subito, Emanuela, senza esitazioni, ha affiancato il marito nella conduzione della secentesca azienda, sia nella produzione sia nella commercializzazione dei prodotti: oltre quattrocento ettari con le Tenute Zagaria e San Domenico, in cui sono impiantati vitigni storici come il Nero di Troia, il Montepulciano, l’Aglianico, il Bombino, il Pampanuto e il Fiano.

Il suo impegno imprenditoriale si concretizza quando condiziona il volere del conte su una decisione lungimirante, quella di non vendere più il vino sfuso alle grandi aziende del centro nord, come era abitudine di molti produttori pugliesi. Inizia dunque l’imbottigliamento dei vini in azienda.

Emanuela non si accontenta del solo imbottigliamento; vuole anche la qualità. E spinge suo marito a notevoli investimenti in cantina, compreso il cambio dell’enologo.

I risultati non tardano: arrivano i primi riconoscimenti sia dalla stampa sia dalla clientela. Altra grande intuizione, che favorisce la diffusione dei prodotti dell’azienda, sono gli oltre dieci punti vendita, sparsi per tutta la provincia e gestiti in proprio. In ogni risultato che raggiunge, Emanuela non esita mai a evidenziare la collaborazione degli oltre ottanta dipendenti. E non si sottrae mai a discorsi sulla difesa dell’ambiente murgiano ricco di storia: il suo obiettivo è di preservare i falchi, tanto cari anche a Federico II.

La passione per il vino è affiancata a quella per i suoi cani, compagni di lunghe passeggiate nei vecchi tratturi murgiani, in precedenza utilizzati dai pastori della transumanza; alcuni vini riportano i loro nomi: Jody e Chicca.

Mentre racconta della sua passione per il vino, il tono di voce diventa più dolce, gli occhi s’illuminano ed è percettibile la gioia e l’amore che mette nel lavoro… il mio amore è pari a quello che avrei voluto dare al figlio che non è mai arrivato.

Emanuela non si ferma. Dopo un attimo di commozione rincorre il sogno del vino che verrà; ha ben in mente il vino che vuole. I suoi preferiti sono i bianchi e i rosati ricchi di frutto e mineralità, i rossi di corpo e piacevoli, ma sempre ottenuti da vitigni autoctoni. Infatti è già in atto una ricerca sul Nero di Troia con acino piccolo, storico clone scomparso e forse ritrovato.

Emanuela, non si stanca mai di enfatizzare il rapporto con la terra e la sua gente. Dal rapporto con il vino, con la terra e con i miei operai, ho imparato tanto, dalla dignità alla ritualità dei ritmi e dei gesti necessari per accondiscendere i tempi e la natura. Questo ha fatto crescere in me una forte religiosità e la convinzione che Dio c’è. Sono i momenti passati davanti al camino, e gli insegnamenti di mio marito che accrescono la consapevolezza dell’importanza del vino - e di tutto il lavoro che gira intorno alla produzione - visto come strumento di crescita interiore e rafforzamento della volontà.

Spagnoletti Zeuli Onofrio

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