Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
19/10/2011
A pochi giorni dall’inizio del Wine Festival, è inevitabile che si comincino a scaldare penne e tastiere per celebrare in nome del vino, e che vino, il ventennale di quest’iniziativa, festeggiato con alcune novità, prima tra tutte la possibilità, da non perdere, di degustare vecchie annate di alcune etichette prestigiose.
Ma per una volta vorremmo invece spendere qualche parola “intorno” al vino, senza certo dimenticarne il ruolo da protagonista che rivestirà dal prossimo 5 novembre per tre giorni.
“Intorno” significa parlare di un luogo pieno di atmosfere diverse che accolgono il visitatore e/o l’addetto ai lavori quando arriva qui. Siamo in Val Venosta, patria di paesaggi magici che regalano frutti pregiati ( mele, vino, birra e quant’altro ) a ridosso della cosiddetta “estate indiana” o di San Martino, densa dei tepori iniziali dell’autunno che accompagnano vendemmie e vinificazioni e che invitano a godere di lunghe passeggiate ai bordi del Passirio oppure verso i castelli che sovrastano la cittadina. Per non parlare delle terme che qui vanno declinate con la T maiuscola.
Venire a Merano durante il festival significa anche rivivere un soggiorno di altri tempi come quello della Principessa Sissi, indimenticata protagonista della sua epoca, ancor oggi celebrata con i film di Romy Schneider o dalle fiction televisive.
Significa essere sospesi tra passato e presente mentre si partecipa a questa manifestazione, unica nel suo genere e nelle sue selezioni accuratamente definite di anno in anno dall’ideatore e direttore del festival, Helmut Koecher, e dai suoi compagni di viaggio per offrire il meglio della produzione nazionale e internazionale ai visitatori.
Non a caso Helmut ha messo al servizio del festival la sua notevole e precedente esperienza manageriale per consentire agli ospiti di accedere, in un ambiente relativamente ristretto ma perfettamente organizzato, alle eccellenze enogastronomiche del momento concentrando nel tempo e nello spazio eventi e degustazioni di ogni genere, spesso introdotte o seguite da presentazioni di importanti guide di settore, quali ad esempio quella dei Vini buoni d’Italia 2012 di Touring Editore, dedicata ai soli vitigni autoctoni.
Per rendersene conto, basta scorrere i titoli delle varie sezioni che danno vita al programma: Vini, Bio&Dynamica, Culinaria, BeerPassion, Acquavitae&Liquores, GourmetArena, Sudafrica, Union des Grands Crus de Bordeaux, etc etc
Insomma, un festival dei sensi, oltre che del vino, ad avvolgere la manifestazione per tutta la sua durata e a regalarle un’indimenticabile euforica leggerezza. Una specie di isola felice, un’isola che non c’è, direbbe Edoardo Bennato, ma che invece ogni anno ci viene riproposta arricchita di novità e protagonisti.
Questa è la sorpresa del Merano Wine Festival, e questo è il marchio di fabbrica di un’iniziativa affascinante che si fa ricordare da tutti coloro che ci vanno per la prima volta.
Forse Merano potrà sembrare lontana. In realtà, quando ci si arriva non si può non pensare a quanto sia vicina a un luogo che conosciamo bene: il nostro cuore.