Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
16/02/2012
Le birre artigianali in Italia stanno vivendo un momento di grande popolarità, sono sempre più reperibili ed anche la produzione del Lazio ha visto negli ultimi quindici anni una grande e costante crescita; ma è giunto anche il momento di sostenere e diffondere il nostro patrimonio brassicolo e l’iniziativa della Settimana della Birra Artigianale si pone proprio l’obiettivo di promuovere il settore, offrendo visibilità ai prodotti dei microbirrifici ed a tutte le realtà operanti nel settore nonché suscitare, o consolidare, l’interesse e la cultura dei consumatori.
Tra i tanti eventi in programma, dal 13 al 19 febbraio in Roma, anche Slow Food Lazio ha contribuito prendendo parte all’iniziativa con la creazione di due appositi Laboratori del Gusto®, su prenotazione ma gratuiti, ed una cena con menu a tema, nell’accogliente cornice di “Palatium” l’enoteca regionale di via Frattina messa a disposizione da ARSIAL (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio). I laboratori hanno visto alternarsi otto birrai del Lazio: Turbacci, Itineris, Free Lions, Atlas Coelestis, Birradamare, Birra del Borgo, Mister Malto e Turan che hanno dato vita all’associazione birrifici del Lazio (A.Bi. Lazio), nonché alla creazione di un disciplinare di produzione e di un’apposita birra regionale a ricetta condivisa. L’idea nasce in collaborazione con Arsial, Assobirra e Coldiretti Roma con l’obiettivo di unire gli sforzi, promuovere la birra artigianale del Lazio e l’uso di materie prime regionali, soprattutto nell’impiego di malto e di cereali. Durante i Laboratori del Gusto, di martedì 14 e mercoledì 15 febbraio, i birrai laziali hanno raccontato le loro storie, hanno condiviso con il pubblico passioni, difficoltà e realizzazioni. Tra le selezioni della produzione brassicola è stata degustata en primeur “La Zia Ale”, una birra realizzata dagli otto produttori aderenti all’associazione che hanno creato una, potremmo definirla, saison laziale, utilizzando nella cotta erbe regionali tipiche, cereali del Lazio, ed un lievito da “birra di stagione”. La birra entrerà presto in produzione in ogni singolo birrificio aderente all’A.Bi Lazio, ovviamente la “stessa ricetta” ma con un’impronta che rifletterà le singole identità produttive. A condurre i laboratori: Paolo Mazzola e Roberto Muzi di Slow Food che hanno proposto in degustazione la seguente selezione:
Pils blonde - Mister Malto (Ferentino – FR) Pils
Fugace - Turan (Montefiascone – VT) Bitter Ale
Amerina - Itineris (Civita Castellana – VT) Belgian Pale Ale
Black - Turbacci (Mentana - RM) Robust Porter
Never Ending - Free Lions (Tuscania - VT) Stout
Cometa - Atlas Coelestis (Roma) Belgian Ale
Kuasapa - Birradamare (Fiumicino – RM) American Pale Ale
Equilibrista - Birra del Borgo (Borgorose – RI) speciale con “mosto di Sangiovese”
La Zia Ale - birra realizzata dall’associazione A.Bi. Lazio
Interessanti e piacevoli gli scambi tra il pubblico e gli otto birrai, dal decano Turbacci al rappresentante di Itineris, la più giovane delle realtà brassicole della regione. Grande piacevolezza per la Pils di Mister Malto; note di coriandolo e buccia d’arancia per Itineris; luppoli elegantissimi in Turan; una nota di cioccolato indimenticabile nella Porter di Turbacci. Molto interessante la nota amara che caratterizza gli speciali luppoli usati da Birradamare; particolare l’espressione del cardamomo e le note di pasticceria di Atlas Coelestis. Intensi profumi di caffè, indimenticabili ed interminabili, nella proposta di Free Lions, una recente realtà della Tuscia. Per finire con un elegante gioco di equilibrismo, ben riuscito, per Birra del Borgo con l’utilizzo di mosto di Sangiovese e rifermentazione in bottiglia. Ovviamente grandissima la curiosità e l’entusiasmo per “La Zia Ale”, da pronunciarsi “all’anglossassone” o scandendo bene le tre parole, poiché leggerla tutta di un fiato e quindi come laziale, verrebbe inequivocabilmente interpretata come prodotto di una tifoseria calcistica ed urterebbe non poco i romanisti. Prodotta con lieviti Belgian season, per bilanciare la quasi totale assenza di luppolo (si è utilizzato un luppolo tedesco in percentuale minima) ma soprattutto si è fatto ricorso ad un gruyt, ovvero una miscela, a base di erbe locali, intense ed amaricanti come ad esempio: cicoria, misticanza, tarassaco, rucola selvatica, erba stella (Plantago Coronopus), “puntarelle”, o meglio quella preparazione tipicamente locale ottenuta da cicoria catalogna, ed infine un’aggiunta, ma solo nella fase di fermentazione, di mandorla amara. All’esame visivo colpisce una schiuma imponente, un colore ambrato e caldo; al naso presenta sentori preponderanti di frutta, soprattutto banana. Al gusto secca, con un buon corpo ed un grande equilibrio chiude il finale.
La creazione di una birra condivisa e rigorosamente territoriale, ma anche piacevole e apprezzata, costituisce un progetto che vuole incentivare la produzione di una birra di territorio, che riveli un’identità importante e comune; insomma una pagina nuova nella storia brassicola del Lazio si è compiuta, ora occorre andare avanti ovviamente a “tutta birra!”.