Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
24/03/2012
La consegna ieri sera, alla cena di gala alla vigilia di Vinitaly
Debra Meiburg e Donatella Cinelli Colombini sono le vincitrici del Premio Internazionale Vinitaly 2012 . «Un riconoscimento nato nel 1996 – dice Ettore Riello, presidente di Veronafiere – che abbiamo voluto istituire per premiare l’impegno di chi, in Italia e nel mondo, lavora per valorizzare il vino e la sua cultura».
Nel palmares si sono aggiunti di anno in anno personaggi internazionalmente riconosciuti, ai quali si aggiungono quest’anno due donne fortemente impegnate e conosciute per l’eccellenza del loro lavoro.
A Debra Meiburg, Master of Wine, il «riconoscimento viene assegnato – si legge nelle motivazioni del premio - per il suo costante lavoro di diffusione della cultura del vino in Asia, grazie al suo approccio competente ma informale, e alle sue numerose pubblicazioni e apparizioni tv e ai suoi progetti editoriali e multimediali di educazione al buon bere, come “Guide to the Hong Kong Wine Trade”, utilissimo strumento per approcciare il mercato di Hong Kong, porta d’accesso privilegiata per il vino in tutti i mercati d’Asia».
Il Premio Vinitaly a Donatella Cinelli Colombini «viene assegnato per il suo lavoro di produttrice di vini di qualità, ma anche per l’impegno nell’affermazione della figura della donna nel mondo del vino, con il suo pensiero e con l’esperienza di Casato Prime Donne, cantina tutta al femminile del Brunello di Montalcino, e per il contributo prezioso, dato con idee, progetti ed esperienze concrete, alla crescita del turismo del vino, fenomeno ormai di massa, che tanta visibilità e risorse economiche porta alle cantine italiane». Oltre a ciò, Cinelli Colombini è anche vicepresidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino.
A Giuseppe Quintarelli il premio speciale Vinitaly. Un premio che è un riconoscimento a una vita vissuta per il vino, ma anche un modo per ricordare un viticoltore che in eredità ha lasciato anche la sua profonda umanità.
«Giuseppe "Bepi" Quintarelli è stato un vero grande maestro della Valpolicella, il primo artigiano del vino che fin dagli anni '60 ha fatto conoscere le perle dell'enologia veronese, con il Recioto Amarone, fin nei migliori ristoranti d'America». Queste le motivazioni professionali alla base del Premio Speciale Vinitaly assegnato quest’anno da Veronafiere.
Ma Quintarelli, morto nel gennaio scorso, era anche altro: «Umile, schivo e riservato anche nei momenti di maggiore successo – si legge ancora nella motivazione -. Anche per questo ha creato il mito dei suoi vini. Le parole chiave del suo "essere" sono state: amore, semplicità e pazienza. Amore nei confronti della terra volto alla ricerca della perfezione. La semplicità nei gesti e nelle scelte, senza artifici, anche nelle sue numerose opere di solidarietà. La pazienza ed il rispetto dei tempi che il vino e la qualità esigono.
Un uomo sereno, assalito dall’ansia di ottenere il miglior risultato finale solo nel momento in cui il vino veniva messo in bottiglia perché, per il Bepi, "solo il meglio è sufficiente": nil satis nisi optimum.
I suoi vini, sempre emozionanti, hanno fatto la storia e scandiscono i tempi della Valpolicella».