Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
25/03/2012
Inaugurato oggi il più importante salone internazionale dedicato al vino, che vede la presenza di operatori in arrivo da tutto il mondo. Dal ministro delle Politiche agricole Mario Catania indicazioni sul futuro del settore, che sta giocando a Bruxelles un’importante partita sui diritti di impianto. Bene il settore italiano, che ha consolidato il suo primato nell’export internazionale. Domani a Vinitaly il commissario all’Agricoltura Dacian Ciolos, il ministro Catania e il ministro dell’Ambiente Corrado Clini.
«Un grazie agli operatori del settore vitivinicolo perché loro ci sanno indicare la strada per uscire dalla crisi». Così il ministro delle Politiche agricole Mario Catania ha aperto oggi a Verona i lavori di Vinitaly.
«Alla fine di un quinquennio oscuro, ha proseguito il ministro, il settore è più forte di prima perché ha saputo trovare la formula giusta per affrontare la situazione e cogliere i frutti di quelli che possono essere considerati gli elementi vincenti della produzione enologica nazionale: una varietà e un’identità territoriale unici al mondo, una presenza in tutti i segmenti di mercato con un ottimo rapporto qualità prezzo» e una capacità di esportare diffusa a tutto il sistema, con grandi e piccole aziende capaci di confrontarsi con i competitor internazionali con grandi numeri o nelle nicchie di mercato.
Questo ha portato l’export a oltre 4,4 miliardi di euro e la quota italiana di mercato internazionale al 24,3%, consolidando la nostra leadership.
«E’ una ricchezza unica assieme a tutto l’agroalimentare – ha detto Ettore Riello, presidente di Veronafiere – che noi vediamo dal nostro osservatorio privilegiato». Con Vinitaly, Sol, Agrifood Club, Enolitech e le altre sue fiere rivolte all’agroalimentare Veronafiere copre il 45% dell’offerta fieristica dedicata al comparto in Italia. «Noi – ha proseguito Riello – lavoriamo per l’internazionalizzazione delle nostre aziende, con nuovi format, come il coraggioso cambio di data, e le tante iniziative e partnership all’estero. Abbiamo così guadagnato una credibilità e una centralità internazionale con la presenza a Vinitaly di operatori provenienti ormai da tutto il mondo».
Occorre però fare sistema per ripensare il sistema fieristico «per evitare – ha detto Riello - sovrapposizioni e sprechi che impediscono di essere competitivi a livello internazionale».
A questa necessità si è appellato anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, per evitare il «cannibalismo che l’Expo rischia di creare. Quello che non vogliamo è che si ridisegni il sistema di promozione dell’agroalimentare, che deve rimanere in Veneto».
Sull’identità della nostra produzione enologica si sta poi giocando una grande sfida sui diritti di impianto, la cui abolizione è prevista nel 2015, «perché – ha detto Zaia – abbiamo un tessuto di piccole aziende e la nostra forza è nella tipicità».
Quella sui diritti di impianto «è una partita importante – ha detto il ministro Catania – perché toglierli è un rischio per la stabilità del territorio e per l’equilibrio di mercato».
Il blocco di 15 Paesi che chiedono il mantenimento dei diritti di impianto ha portato il commissario all’agricoltura Dacian Ciolos – ha spiegato il ministro – a istituire un Gruppo di lavoro ad alto livello è questo è un buon segnale. «Non so cosa ne uscirà – ha detto -, ma è importante che si dica no alle liberalizzazioni degli impianti e alla delocalizzazione dei vigneti». Di questo si parlerà certamente anche domani, quando il commissario Dacian Ciolos sarà presente a Vinitaly.
C’è da lavorare anche sul fronte interno – ha detto il ministro – sia dal punto di vista normativo che della «comunicazione sul prodotto, per separare il vino dal consumo degli alcolici in generale, perché il vino non venga più demonizzato come fatto finora anche in maniera superficiale e non sempre limpida».
Alla cerimonia inaugurale di Vinitaly hanno partecipato il vicesindaco di Verona Vito Giacino e il presidente della Provincia Giovanni Miozzi.
Domani nuovi appuntamenti con il ministro Catania, il commissario Dacian Ciolos e il ministro dell’Ambiente Corrado Clini.
Assegnato da Vinitaly al ministro delle Politiche agricole Mario Catania il Premio Cangrande “Benemeriti della Vitivinicoltura”, nel corso della cerimonia inaugurale del 46° Vinitaly. Il riconoscimento viene assegnato dal 1973 ai grandi interpreti del mondo enologico italiano. Il prestigioso riconoscimento viene tradizionalmente assegnato seguendo le indicazioni degli Assessorati regionali all’agricoltura, che segnalano quanti con la propria attività professionale o imprenditoriale abbiano contribuito e sostenuto il progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese.
Per il 46° Vinitaly, domenica 25 marzo, nella mattina della giornata inaugurale, le insegne di Cangrande sono state attribuite a: Leonardo Pizzolo della Valle Reale Società Agricola (Abruzzo);
Donato Milillo della azienda agricola Masseria Cardillo (Basilicata); Mayr Josephus dell’azienda viticola Unterganzner (Provincia autonoma di Bolzano); Lidia Matera, vicepresidente della Sezione Provinciale Vitivinicola della Federazione Regionale degli Agricoltori (Calabria); Alessandro Galletti dell’azienda vitivinicola Podere Riosto (Emilia-Romagna); Fabiola Tilatti dell’azienda Ferrin (Friuli Venezia Giulia); Pierluigi Lugano della Società Agricola Bisson (Liguria); Sergio Mottura dell’azeinda Vini Mottura (Lazio); Isabella Pelizzatti Perego della azienda vitivinicola Ar.Pe.Pe. (Lombardia); Azienda Agricola Biologica Centanni Giacomo (Marche); Paolo Rovellotti dell’azienda Rovellotti Viticoltori in Ghemme (Piemonte); Gianfranco Fino dell’azienda Gianfranco Fino Viticoltore (Puglia); Paolo Contini dell’azienda Vitivinicola Contini di Cabras (Sardegna); Fabio Sireci dell’azienda Feudo Montoni (Sicilia); Leonardo Romanelli, giornalista e scrittore (Toscana); Eugenio Rosi dell’azienda agricola Eugenio Rosi (Provincia autonoma di Trento); Chiara Lungarotti delle Cantine Giorgio Lungarotti (Umbria); Mario Dalbard, membro del Consiglio di Amministrazione della Federation des Cooperatives Valdotaines (Valle d’Aosta); Walter Da Rodda, insegnante e responsabile della difesa integrata dei vigneti della Scuola Enologica di Conegliano (Veneto). I nomi di questi professionisti ed imprenditori premiati vanno ad arricchire un Albo d’Oro composto da una serie di personalità che hanno fortemente contribuito alla crescita del sistema viticolo ed enologico italiano, tanto da farne un modello di riferimento internazionale.