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Mangiare meglio per il bene nostro e del pianeta.

di Nino Di Cara

12/06/2012

 Nno Di Cara e Susanna Spisso Presidio Slow food Ape nera sicula

 

Il 26  maggio  scorso Slow  Food ha celebrato la sua festa annuale in tutta Italia, dedicata al cibo che consumiamo e ai cambiamenti climatici. Trecento  le  piazze, le  strade, i mercati e i giardini,  che   hanno  ospitato la  manifestazione. All’Orto  Botanico di Palermo, su iniziativa del nuovo delegato di Slow  Food della Condotta di Palermo Mario  Indovina, si sono dati appuntamento tutti i presidi di Slow  Food della Sicilia:  ape  nera  sicula,  cappero  di Salina, capra  girgentana, cudduredda  di  Delia, fagiolo  baddo  di Polizzi, fragoline  di  Ribera e Sciacca, lenticchia  di Ustica, limone  Interdonato, mandarino  di  Ciaculli, manna  delle  Madonie, oliva  minuta, pane nero  di  Castelvetrano,  pistacchio  di  Bronte,  provole  dei Nebrodi e Madonie,  sale  marino  artigianale di  Trapani,   suino  nero  dei  Nebrodi, susine  bianche  di  Monreale e  vastedda  del  Belice. L’assise si è svolta con  un  vasto  programma  che ha  incorporato una  serie  di  attività  salutistiche  e di degustazioni:  dalla  fisioterapia, alle  merendine genuine  per  i  bambini,  nonché  sedute  di  education con  musiche varie,  il  tutto  alla  presenza  di  un  numeroso  pubblico  che  condivide  la  politica  agroalimentare  di  Slow  Food. Una  tavola  rotonda dal  tema: i  giardini  del  buon  gusto, si  è  svolta in  un  salone  dell’Orto  Botanico con  la  partecipazione dello  stesso  Fiduciario  Mario  Indovina,  nonché  di  docenti  universitari,  di  medici ed esperti  di alimenti  e sicurezza  alimentare. Il  Delegato  Mario  Indovina, ha  sottolineato il  valore  della  cultura  del  territorio e il  recupero  dei  prodotti  tipici  e genuini. La  Condotta  di  Palermo deve  recuperare il  tempo  perduto  a  causa  delle  incomprensioni all’interno  del  sodalizio. Gianluca  Savona, medico,  specialista in endocrinologia e  corresponsabile  del programma delle  malattie  della  Condotta  Slow  Food di  Palermo, ha  fatto  una  analisi  delle  parti  umane e la  loro composizione per  una  sana  esistenza. Enzo  Ferrantelli,  direttore  area chimica e  sicurezza alimentare dell’Istituto Zooprofilattico Adelfio  Mirri  di Palermo, ha  fatto  alcune  considerazioni sull’uso  di  prodotti  alimentari,  alla  luce  della  globalizzazione  e  sui  rischi della  salute  umana.   L’Istituto –sottolinea Ferrantelli- fa  delle  indagini nonché  sottopone ad  analisi i vari  prodotti importati,  in quanto  possono  contenere  sostanze nocive  al  corpo  umano. Il  prof.  Giuseppe  Barbera  della  Facoltà di  Agraria di  Colture  Arboree  della  Università  di  Palermo,  nonché  nuovo assessore allo  sport  e  cultura  del  Comune  di  Palermo, ha  riconosciuto  giusta  e  salutare  la  politica   di  Slow  Food  in quanto  ha  consentito la  salvaguardia  di  tanti  prodotti  alimentari che  rischiavano  l’estinzione, e  anche  la  conservazione  del  territorio ad  essi  legati.   Su  questo  aspetto, Barbera ha  ricordato la  Conca  d’Oro  di Palermo dove  si  coltiva   ancora  il  mandarino  di  Ciaculli  che è diventato  presidio Slow  Food  in quanto   rischiava  la  fine  di  un  prodotto  tipico  del  territorio.  In questo  si  riassume -  frutteto  e territorio-  che  rappresentano insediamento   nel  contesto della  città  che  cresce  e si  sviluppa in  un equilibrio  tra  storia, natura e  agricoltura  urbana. Crisi  dell’agricoltura,  tracciabilità,  etichettatura e sicurezza,  sono  i  mezzi  e  gli  strumenti per  l’informazione, sostiene  Dario  Di  Bernardi  dell’Istituto Regionale  della  Vite  e del  Vino  della  Regione  Siciliana,  affinché  il  cittadino  consumatore  possa  fare  le  proprie  scelte  alimentari con  consapevolezza. Le  conclusioni della  Tavola  Rotonda,  le  ha  fatte Cinzia  Scafidi,  direttore  del  Centro Studi di  Slow  Food ,  la  quale  ha  sostenuto che  bisogna  cambiare  sistema per  poter  mangiare  e vivere sano  e bene in  ambiente  altrettanto  sano.  E  nel  concludere ha  anche  ricordato  che  in  alcuni  mondi non  conoscono  questo modo  di  vivere e  mangiare in quanto  sono  popoli  molto  poveri. 

Nino Di Cara ARGA Sicilia - delegato UNAGA