Parliamo di vino

Valpolicella, vendemmia 2012: In cantina 800.000 quintali d'ottima uva.

17/10/2012

La vendemmia 2012 ci regalerà vini di ottima qualità”, la conferma a raccolto quasi concluso viene da Christian Marchesini, presidente del Consorzio Valpolicella, sulla base delle informazioni raccolte tra gli associati.

Il quantitativo, nonostante l’andamento climatico anomalo, è in linea con lo scorso anno e con quanto richiesto dal disciplinare di produzione. Si tratta di circa 800.000 quintali di uva sanissima, di cui 300.000 già a dimora nei fruttai, adatta ad essere destinata alla produzione dei vini strutturati come Amarone e Recioto della Valpolicella ed ottima per dare dei grandi Valpolicella.

L’equilibrio fra i vari vini Valpolicella, Amarone, Recioto e Ripasso rappresenta un obiettivo da sempre perseguito dal Consorzio, attraverso misure di contenimento delle uve da mettere a riposo e la limitazione della superficie vitata. Si tratta di fattori imprescindibili nel mantenimento della piramide di qualità dei vini della doc, dove l’Amarone rappresenta l’apice, al fine di garantire la giusta ripartizione della remuneratività lungo la filiera.

Grazie alla crescita qualitativa realizzata in campagna e in cantina nell’ultimo decennio, il Valpolicella in tutte le sue declinazioni – Valpolicella e Valpolicella Superiore – sta vivendo un momento particolarmente interessante dal punto di vista del potenziale commerciale. La sua piacevolezza, la pronta beva e il contenuto grado alcolico, uniti all’ottimo rapporto qualità-prezzo, lo rendono un vino adatto al consumo quotidiano e per questo sempre più richiesto all’estero. Questa tendenza trova riscontro nell’interesse degli operatori che nel corso degli ultimi due anni hanno partecipato agli eventi promozionali realizzati dal Consorzio in Germania, Norvegia, Russia, Stati Uniti e non ultimo quello del settembre scorso a Verona con una delegazione di importatori brasiliani.

Questo trend rappresenta per la DOC Valpolicella una grande opportunità che il Consorzio vuole mettere a frutto nell’immediato futuro. Attraverso la promozione del vino che le dà il nome, infatti, si può aiutare i consumatori esteri a focalizzare il territorio e a considerare tutti i vini qui prodotti come un unicum ineguagliabile e irriproducibile fuori dai suoi confini.

Per le sue caratteristiche, inoltre, il Valpolicella può diventare il grimaldello per entrare nei nuovi mercati emergenti, dove la cultura enologica deve ancora essere sviluppata e i vini meno impegnativi possono essere subito apprezzati.