Chiacchierando di gusto

CON RISITALY E' PARTITO IL PROGETTO PER IL RISO ITALIANO.

di Bernardo Pasquali

25/09/2007

 CON RISITALY E' PARTITO IL PROGETTO PER IL RISO ITALIANO Un commento è d’obbligo sul nuovo expo del riso italiano che si è tenuto a Isola della Scala dal 14 al 17 ottobre a Isola della Scala. Iniziamo subito col dire che Risitaly è un’idea giusta! Probabilmente tardiva ma certamente strategica. L’esperienza e l’arguzia del collega Fabio Piccoli a cui è stata affidata questa nuova iniziativa è risultata una scelta intelligente da parte del nuovo Ente Fiera. Risitaly, come afferma Piccoli “vuole offrire una grande opportunità per l’intera filiera risicola nazionale ma soprattutto vuole coniugare la straordinaria anima popolare della Fiera del Riso Vialone Nano Veronese e la parte più professionale legata agli approfondimenti, la ricerca e i contenuti.” Come affermavano alcuni produttori novaresi e vercellesi, “non esistono altre situazioni di promozione del riso come quella che si conferma ogni anno a settembre a Isola della Scala. È una fiera che va studiata sia dal punto di vista dell’evoluzione organizzativa degli ultimi vent’anni, sia per il suo impatto e sviluppo commerciale che offre alla filiera produttiva locale.” Con 228.000 ha di terreni a coltivazione risicola, l’Italia si conferma al primo posto in Europa, seguiti dalla Spagna con 107.000 ha. Tutto ciò su una superficie complessiva europea 404.000 ha. La produzione di riso in Italia nel 2006 si è attestata su 1.430.000 t, con un quantitativo di riso netto lavorato di 869,80 t. Per il 50% la produzione è rivolta al mercato interno, per il 40% verso l’UE, per il 10% verso il mercato extra UE ed in particolare la Turchia. Con questi numeri l’Italia merita una strategia di sistema nella valorizzazione e promozione del proprio riso. A quanto pare però, dal convegno che ha introdotto Risitaly, non esiste una vera e propria volontà di investire in una logica comune di mercato che possa supportare dignitosamente il mercato. In particolare tutti si muovono un po’ isolati e con una visione troppo localizzata alle zone tipiche di produzione. Risitaly è certamente un progetto controtendenza. Isola della Scala si fa pioniere di questo e intende offrire un’opportunità di sviluppo di un progetto complessivo per il comparto risicolo italiano. Preuntuosa?...non credo! Coraggiosa?...Certamente! Essere partiti è sicuramente un fatto molto positivo e credo sinceramente che ci siano tutte le prerogative per uno sviluppo futuro e un ampliamento del progetto. Peccato che le grandi realtà produttive italiane non abbiano voluto partecipare. Più che ad un loro rifiuto a priori credo invece ad una logica di attesa, ossia il cosiddetto “…stiamo a vedere come va…”. Purtroppo una situazione che si ripete troppo spesso e che rallenta anche le idee più innovative. I presupposti per una loro partecipazione ci sono e si spera vorranno confrontarsi con tale iniziativa. Se non altro perché finalmente si è iniziato un progetto di valorizzazione sinergica del comparto risicolo con un approccio professionale e serio, dove predominano i contenuti e dove soprattutto si è intenzionati a creare quel sistema di cui anche il riso ha bisogno. Da Risitaly emerge anche la richiesta che il Governo eserciti la sua parte che è importante, non solo sul fronte della nuova OCM ma soprattutto nella presentazione di un progetto strategico di promozione del riso italiano verso il consumatore. Attraverso studi di settore approfonditi che possano cogliere la grande evoluzione del mercato in atto sia su scala nazionale ma soprattutto su scala internazionale. Da Isola della Scala parte un monito ai responsabili di filiera: togliere gli “accenti” dal riso affinchè parli sempre più italiano! Bernardo Pasquali