Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
21/02/2013
Quasi scomparso dall’Umbria negli anni ’60, il sagrantino è stato recuperato grazie all’impegno di alcuni coraggiosi vignaioli, ottenendo dapprima la D.O.C. nel 1979, e successivamente la D.O.C.G. nel 1992.
Negli anni il percorso di valorizzazione del vitigno e delle sue potenzialità, ha messo quasi a repentaglio la supremazia in termini di quantità del Sangiovese, uva storicamente di maggiore diffusione nella regione.
Filippo Antonelli, da poco nominato presidente del Movimento del Turismo del Vino dell’Umbria (http://www.movimentoturismovino.it/it/umbria/ ), è uno dei principali interpreti del territorio, che ha prestato il suo impegno sin dal 1986 nell’azienda omonima ( http://www.antonellisanmarco.it/ ), situata in località San Marco, nel Comune di Montefalco.
Dinamismo e spirito di iniziativa caratterizzano un personaggio veramente unico nell’ambito della denominazione. E’ così che dopo aver completato la conversione biologica dei vigneti, Filippo ha messo a punto “Cucina in Cantina”, una scuola di gastronomia tra le vigne, a disposizione dei turisti, per partecipare a corsi di cucina, e ad una degustazione guidata dei vini di Antonelli San Marco: lo stesso vino infatti viene degustato due volte, prima da solo, poi in abbinamento al cibo, in modo, specialmente per il sagrantino, da poter apprezzare il valore di un vitigno, che è tra i più tannici nel mondo, anche nella sua importante funzione gastronomica. I tannini però, nel caso di Antonelli San Marco, sono di estrema qualità e favoriscono una buona evoluzione dei vini stessi.
Ce ne siamo accorti, infatti, partecipando ad una degustazione verticale storica (con fra le altre la prima annata imbottigliata) , organizzata nel palazzo di famiglia a Roma, a due passi da Piazza Farnese, che di seguito vi raccontiamo.
Note di degustazione con Stefano Ronconi.
Sagrantino di Montefalco D.O.C.G. 2008: sentori di giuggiole, lampone, carruba, frutti di bosco e macchia mediterranea, con finale di bergamotto e di arancia rossa. Profondo e complesso, ancora tannico per gioventù, risulta leggermente alcolico, anche se non è carente di freschezza. 84/100
Sagrantino di Montefalco D.O.C.G. 2004: tabacco, cuoio e frutti neri sono i marcatori olfattivi di questo vino, fresco, sapido e strutturato, che chiude con ricordi di arancia sanguinella, spezie e frutta secca. Elegante, di buona bevibilità, con ancora tanta vita davanti a sé. 90/100
Sagrantino di Montefalco D.O.C.G. 2002: si avverte l’annata non brillante, anche se tuttavia la materia è buona, ed il finale balsamico è piacevole e lungo. 80/100
Sagrantino di Montefalco D.O.C.G. 1999: sentori di incenso si uniscono a note balsamiche e speziate e fanno da cornice ad un vino polposo, elegante, complesso. Il tannino è vellutato, l’alcool è perfettamente integrato in una beva piacevolissima che si chiude con ricordi di tabacco e cuoio. Grande sagrantino!!!! 92/100
Sagrantino di Montefalco D.O.C.G. 1995: Evoluto ma fresco.nonostante un tannino ancora in evidenza ed una leggera alcolicità, il vino si manifesta in tutta la sua eleganza con toni di agrume, e pesca gialla che si accompagnano a note balsamiche e di macchia mediterranea (ginepro). 88/100
Sagrantino di Montefalco D.O.C.G. 1988: ormai nella parte discendente della parabola del ciclo di vita, questo sagrantino, pur essendo profondo e strutturato, ed avendo un finale di radice e china, ha una tendenza leggermente amara, ed un tannino leggermente polveroso. 78/100
Sagrantino di Montefalco D.O.C.G. 1985: toni di frutta quasi sotto spirito, di tabacco e genziana, caratterizzano questo 1985 che chiude con sensazioni che evocano foglia di the ed infusi. Leggermente stretto a centro bocca, ma elegante e di buona bevibilità. 85/100