Parliamo di vino

Monte Acuto e Gallura, non solo bianchi

di Antonio Meloni

12/03/2013

Dai lavori del convegno che ha concluso la quarta edizione della manifestazione “Vino nuovo in otre nuovo”, gli esperti confermano che Monte Acuto e Gallura possono anche essere terre di grandi rossi.

Ripartire da zero, puntare sull’attività dei piccoli produttori per un’inversione di tendenza che valorizzi in modo diverso l’area di produzione. Monte Acuto e Gallura hanno le caratteristiche geologiche e climatiche idonee all’impianto di vitigni diversi rispetto a quelli coltivati finora che possono acquisire caratteri peculiari in virtù di un terroir tutto nuovo. Non solo Vermentino, dunque, ma anche Pascale, Muristellu e Bovale, possono trovare nei terreni Galluresi e del Monte Acuto condizioni favorevoli per essere coltivati e dare vino eccellente. Più che una proposta è un’esortazione quella che i relatori hanno rivolto ai produttori, sabato scorso, nel teatro Santa Croce di Berchidda, in occasione della tavola rotonda che ha concluso la quarta edizione della manifestazione “Vino nuovo in otre nuovo”, promossa dal Museo del vino (Enoteca regionale), in collaborazione con il Comune di Berchidda e la Comunità montana del Monte Acuto.

Perché se il mercato va in crisi, occorre puntare sulle sensazioni regalate da un prodotto particolare che continua a crescere in valore malgrado la cattiva congiuntura. Quando il prodotto è buono il consumatore, infatti, è disposto a pagare un prezzo anche maggiore a patto di avere sensazioni diverse. Dopo l’introduzione di Antonella Usai, promotrice culturale del Museo del vino _ che ha rimarcato l’importanza di promuovere il territorio ripartendo dalla vigna e cercando di valorizzare alcuni vitigni rossi con forte identità _ il dibattito, molto partecipato, è stato animato dalla domanda, volutamente provocatoria, rivolta in apertura ai relatori dal giornalista Pasquale Porcu, moderatore dell’incontro: “Siamo davvero convinti che i vitigni piantati fino a oggi siano i migliori per questo terreno: il Monte Acuto e la Gallura possono essere terra di grandi rossi?”.

A dare la stura alla discussione hanno pensato due docenti universitari, Gianni Nieddu e Giacomo Oggiano, che insegnano, rispettivamente, viticoltura e geologia nell’ateneo sassarese, e un’enologa, Marianna Mura, imprenditrice vitivinicola di Loiri Porto San Paolo.

La conferma che la Gallura e, in particolare, il Monte Acuto abbiano caratteristiche geologiche funzionali all’impianto di vitigni diversi è arrivata da Giacomo Oggiano: “Si tratta di territori _  ha spiegato il geologo _ che vantano proprietà e caratteristiche, ricche di elementi fisico-chimici che interagiscono con la pianta conferendo peculiarità uniche”.

E’ pur vero che non tutti i vitigni coltivati in zone diverse da quelle di origine danno la stessa resa ecco perché, per dirla con Gianni Nieddu: “sarà necessario applicare tecniche colturali diverse che consentano al produttore di realizzare il migliore adattamento della pianta al nuovo ambiente rapportandosi anche con chi fa la ricerca”.

Ma la differenza, come sempre, la fanno le strategie di promozione perché se il binomio suolo/ clima è fondamentale, va considerato anche il fattore culturale. Il prodotto va anche venduto e allora “Per produrre un vino che rispecchi il territorio _ ha rimarcato Marianna Mura _ bisogna partire da una gestione razionale del vigneto, affrontare il concetto di esportazione e avere consapevolezza del fatto che quelle bottiglie viaggino diversi giorni prima di arrivare a destinazione”.

Per far questo, il produttore deve essere affiancato da specialisti in grado di imprimere alla produzione un indirizzo ben preciso mantenendo il più possibile intatto il carattere del vino e del territorio. Solo a queste condizioni, sarà possibile fare quella rivoluzione che consentirebbe al Monte Acuto e alla Gallura di essere menzionati anche, e a buon diritto, come terre di grandi vini con l’eccellenza sempre trainante del Vermentino di Gallura.

L’incontro, aperto con i saluti istituzionali del sindaco di Berchidda Bastianino Sannittu e dall’introduzione di Antonella Usai, promotrice culturale del Museo del Vino, è stato arricchito dalla partecipazione di Giorgio Demuru (sommelier) e Giuseppe Pocobelli (enologo-sommelier) dell’Associazione italiana sommelier, componenti della commissione di assaggio che ha stilato la classifica riportata di seguito.

Dopo la valutazione dei vini e la compilazione delle schede di degustazione, la commissione, composta da: Italo Guddelmoni (coordinatore di Laore Gallura), dai sommelier Giorgio Demuru, Nicola Pandolfi, Vanni Ziruddu, dell’Associazione italiana sommelier e dall’enologo sommelier Giuseppe Pocobelli ha dichiarato i primi tre classificati per ogni categoria:

 

CATEGORIA VINI SPUMANTI

1. CARTA GIUSEPPINA (VERMENTINO) con 80/100 punti OSCHIRI

2. F.LLI SANNA (PINOT/CHARDONNAY) con 74/100 punti - BERCHIDDA

3. SINI GIAN MARIO (VERMENTINO) con 63/100 punti – BERCHIDDA

 

CATEGORIA VINI BIANCHI SECCHI FERMI

1. MICHELE PERINU (VERMENTINO) con 76/100 punti – OSCHIRI

2. MARCO LOI (VERMENTINO) con 71/100 punti – PADRU

3. MARIOLINO SANNA (VERMENTINO) con 68/100 - BERCHIDDA

3 PUDDIGHINU TONINO (VERMENTINO) con 68/100 – MONTI

 

CATEGORIA VINI ROSATI

1. GIAN MARIO SINI (CANNONAU) con 74/100 punti – BERCHIDDA

1. MARCELLO SCOTTU (UVE MISTE) con 74/100 – MONTI

2. ANGELO SODDU (RETAGLIADU) con 66/100 – BERCHIDDA

 

 CATEGORIA VINI ROSSI FERMI SECCHI

1. F.LLI SANNA (SIRAH/MERLOT) con 85/100 punti - BERCHIDDA

1. MICHELE LANGIU (MERLOT) con 85/100 punti - MONTI

2. AGOSTINO PUGGIONI (CABERNET SAUVIGNON, SANGIOVESE barrique) con 84/100 punti - BERCHIDDA

3. GIOVANNI APEDDU (MERLOT) con 83/100 – BERCHIDDA

3. AUGUSTO MANDRAS (CANNONAU/CARIGNANO) con 83/100 punti – PADRU

 

In sintesi, le osservazioni della commissione di degustazione al termine della sessione di assaggio.

Anche quest’anno, numerosi i vitigni internazionali dichiarati, sia in purezza che in uvaggio con vitigni della tradizione della Sardegna, nazionali e/o internazionali. La qualità è stata reputata abbastanza alta. Su 112 campioni in gara, pochi hanno presentato grossi difetti da eccessiva solforosa, recipienti poco puliti o errori in fermentazione. Per quanto riguarda i vini della categoria rossi ottenuti con alcuni vitigni internazionali, forse necessitano di un periodo più lungo per evolversi ed esprimersi al meglio, soprattutto dal punto di vista olfattivo. Una rivelazione è stata la categoria spumanti dalla quale sono emersi vini interessanti e di buona qualità”.