Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
23/05/2013
Per il secondo anno consecutivo Livon si aggiudica il podio all'importante evento milanese dedicato ai giornalisti e agli operatori del settore, che ha voluto dimostrare che i bianchi del Friuli Venezia Giulia sanno anche ben invecchiare.
Eppure questo concetto, che è universalmente noto fra gli appassionati di vino di tutto il mondo, ha sempre stentato ad affermarsi proprio in Italia, dove i margini di crescita dei bianchi con una certa vocazione all’invecchiamento non sono mai stati seriamente esplorati.
"In tutto il mondo, la maggior parte dei vini è consumata giovane – interviene Richard Grosche, giornalista professionista del Gruppo Meininger (Germania) e membro di una delle Commissioni Friulano & friends dell’evento milanese – ma è un peccato! Anche per i bianchi si può tranquillamente parlare di un potenziale di invecchiamento di almeno 10 anni e anche più."
Per provare come il Friuli Venezia Giulia abbia, al contrario, tutti i numeri per ritagliarsi un ruolo da protagonista sulla scena del bianco italiano da invecchiamento, tre Commissioni di esperti, convocate nel cuore storico della città di Milano, hanno individuato, attraverso degustazioni condotte alla cieca, le migliori etichette per ciascuna delle categorie considerate:
A - I Tocai (oggi Friulano) precedenti la vendemmia 2010
B - I vini bianchi monovarietali precedenti la vendemmia 2010
C - Gli uvaggi bianchi precedenti la vendemmia 2010.
Ed è proprio questa categoria che ha vinto Livon, come produttore dell’uvaggio Braide Alte delle vendemmie 1997 - 2001 – 2007 – 2010.
Una nuova conferma per questo gran cru che è espressione autentica di quel Friuli che si fa apprezzare nel mondo, e che ha saputo meritare costantemente i più alti riconoscimenti – dagli ambitissimi cinque grappoli ai famosi tre bicchieri – da parte delle più autorevoli guide specializzate.