Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
20/10/2007
Nella foto: veduta aerea del Comune di Bolano. Quando la vigna serve a regalare un sorriso. Di Gabriella Molli. Due vignaioli liguri hanno fatto una vendemmia che per loro sarà storica. Ma la vendemmia 2007 resterà storica anche per due bambini iraniani arrivati per adozione in casa di Guido Brandani e Rossana Ruffini che abitano sulla collina di Tirolo nella Vallata della Magra, in comune di Bolano. La loro azienda è piccola e trovare Bolano sulla carta geografica è quasi impossibile. Il fiume fa da confine fra Liguria e Toscana. Le colline che lo circondano danno vini denominati Colli di Luni Doc. La storia di Guido Brandani e Rossana Ruffini è piena di poesia. Il loro matrimonio aveva bisogno di un bambino. Sogno che non si è realizzato. Ma loro hanno cercato una soluzione ricca di umanità e di sorriso e si sono allertati per trovare una strada che coniugasse amore e mondo. Così ora sono arrivati in casa e in vigna Vahan che ha cinque anni e Varigian, due e mezzo. A Tirolo Guido e Rossana hanno un podere che guarda la vallata verso il mare: bellissima posizione per il vermentino. Occorre qui ricordare che il vermentino ligure è diverso da quello sardo. Per mineralità e anche per profumo. Ebbene il Vermentino Doc Colli di Luni 2007 dei due genitori-vignaioli spezzini, diventati adottivi, sarà il simbolo dell’inizio di una nuova vita, in una nuova nazione, una nuova casa su una collina chiamata Tirolo per i due piccoli iraniani che cresceranno in vigna. E che sono fortunati perché vivranno in un angolo della Val di Magra dove vite e olivo costituiscono un geometrico paesaggio rurale. I loro genitori hanno scelto coraggiosamente qualche anno fa il lavoro dei campi come progetto di vita, impiegando ogni energia per svolgerlo con l’attenzione, l’amore e la pazienza che richiede. Guido e Rossana infatti, fin dall’inizio, hanno cominciato a frequentare corsi di viticoltura e olivicoltura. A chiedere, a informarsi e confrontarsi con altri viticoltori perchè quando hanno acquistato il loro primo terreno erano neofiti e per arrivare a una produzione di qualità avevano bisogno di guida e aiuto. Hanno impiantato vermentino, sangiovese e merla e, consultando esperti, capito che per ottenere il massimo dal loro terreno esposto in pieno Sud, dovevano seguire le piante senza risparmiarsi. Il loro sacrifico è stato coronato da successo perché oggi i loro vini (tutti Colli di Luni Doc) sono molto apprezzati. Dietro il loro lavoro in vigna e cantina ci sono tre esperti: Enrico Cafici, l’enologo Giorgio Baccigalupi e l’amico viticoltore della collina di Fosdinovo Ivan Giuliani che ha reimpiantato la merla, antico uvaggio da tempo non più coltivato Tre anni fa, un altro grande passo: hanno acquisito un secondo terreno salvandolo dall’invasione del bosco. E il primo vermentino ottenuto è già di altissima qualità: il risultato è infatti di 13,3 gradi probabili alla prima vendemmia. In cantina c’è una figura che Guido e Rossana considerano insostituibile: Severino Gianfranceschi. “Questa vendemmia 2007 ha per noi un grande significato - dicono i due viticoltori bolanesi - la collina grazie al nostro lavoro dopo tre anni sta rivivendo la sua vocazione e l’arrivo di questi due bambini rende più leggero ogni sacrificio. Un vigneto ha bisogno di più mani e di un progetto di vita. Proprio come loro: ora abbiamo un motivo in più per dedicarci alla terra. Insegneremo ai nostri figli che in un bicchiere di vino c’è una storia. Che il vino nasce in vigna. Che ogni giorno c’è qualcosa da fare. Che le vigne sono individui. Che dietro una vendemmia ci sono ore e ore di fatica. Ma quando arriva una vendemmia come questa del 2007, chi se le ricorda la fatica”. Rossana è una donna in vigna di gran carattere. E’ lei che da subito, al momento della scelta di acquistare il podere, ha detto al marito, addetto di un grande distributore: “Non ti preoccupare, tentiamo questa operazione: io sarò in vigna accanto a te”. E si è messa a frequentare tutti i corsi possibili, trascinando Guido. “Non avevo idea di cosa volesse dire stare nei campi, cosa volesse dire seguire lo sviluppo di un vigneto. Avevo solo l‘idea romantica di campagna osservata da una bambina cresciuta in collina con vista a mare”. E racconta: “Avevamo voglia, Guido e io, di non farci fagocitare dal ritmo frenetico della città. Quando è capitata l’occasione giusta, non ci abbiamo pensato un momento. E quando ci siamo trovati di fronti al nostro podere, abbiamo capito che quella strada era giusta”. “Studiare e lavorare in vigna non mi pesa – dice con un sorriso dolce – è una passione che mi dà una forza incredibile. Lo rifarei con lo stesso spirito anche domani. Certo, c’è Guido con me. E ora ci sono Vahan e Varigian. Impareranno a seguire la crescita dei chicchi, a sfogliare al momento giusto, a portare l’acqua, se la vigna soffre il caldo. Il vermentino dei Colli di Luni del nostro podere sarà la loro vita”. Gabriella Molli