Parliamo di vino

Sedilesu, Mamoiada ed il Cannonau dei Mamuthones

di Maurizio Valeriani

28/10/2013

Da un punto di vista enoico, purtroppo, Roma parla pochissimo la lingua sarda, e se è vero che il Vermentino ha avuto una discreta diffusione, il Cannonau ed altri vitigni isolani stentano ancora a farsi conoscere dal pubblico della Capitale. Abbiamo dunque colto subito l’occasione, parlando con Salvatore e Francesco Sedilesu (www.giuseppesedilesu.com) per organizzare una serata che in qualche modo potesse trasmettere attraverso i vini e la cucina la cultura, la passione e la tradizione di uno dei territori più selvaggi e più affascinanti della Sardegna : la Barbagia. Lo abbiamo fatto in compagnia di Salvatore Sedilesu presso il Ristorante/Bottega Piccolo Continente (www.ristorantepiccolocontinente.com) di Roma che ha messo a disposizione materie prime di prima scelta (alcune delle quali provenienti dai presidi Slowfood della Sardegna) ed un menu adatto alla serata. (tra l’altro i prodotti dei presidi ed altro sono acquistabili anche per l’asporto)

Abbiamo così parlato la lingua di Mamoiada, comune barbaricino famoso per le maschere carnevalizie chiamate Mamuthones, che è il paese più alto tra quelli della zona “classica”, dove si produce Cannonau (ci riferiamo principalmente alla zona che comprende Oliena, Orgosolo e Jerzu). Ed infatti vigneti che vanno dai 500 ai 700 metri di altezza sul livello del mare, esprimono dei Cannonau che non si è abituati a bere, con acidità molto alte che mettono in secondo piano il pur tipico tono alcolico.

Come sempre parliamo di una storia che parte comunque dalle persone. Così Salvatore ci racconta che il padre, giunto all’età della pensione, ed affaticato dai lavori della vigna, convoca i 3 figli per decidere di dividere il vigneto in 4 parti uguali, in modo da liberarsi di un carico troppo oneroso. E’ qui la svolta: a questo punto i 3 figli decidono di lasciare indivisa la proprietà e di occuparsi loro di tutto. Francesco, tecnico agronomico segue la vigna e Salvatore e la sorella si occupano dell’aspetto commerciale e della amministrazione. Qui comincia un percorso che porterà al graduale aumento del numero di etichette ed ad un miglioramento della qualità costante e sempre percepibile, sempre nel rispetto della natura, cercando di usare meno chimica possibile (praticamente solo una bassissima solfitazione)

Vi chiederete cosa abbiamo assaggiato e mi sembra giusto soddisfare questa vostra curiosità :

  • Perda Pintà 2012 : vino realizzato dal vitigno autoctono “Granazza di Mamoiada” che dagli studi del DNA non trova parentela né legami con nessun altro vitigno esistente. Affina in barrique di primo, secondo e terzo passaggio. Speziato e floreale, minerale e agrumato, compensa il leggero residuo zuccherino con la grande freschezza e la buona sapidità. 85/100

  • Perda Pintà sulle Bucce 2011: della versione “Sulle Bucce”, che fa una macerazione di 7 giorni prima dell’affinamento (più prolungato) in barrique, ne vengono fatte poche bottiglie. Nessun residuo zuccherino per un vino teso, sapido, che ha sentori di genziana, macchia mediterranea, frutta secca e fiori bianchi. Elegante e complesso, senza compromessi : o è On o è Off. Per noi è decisamente On. 91/100

  • Cannonau Rosato D.O.C. Erèssia 2012 : Erèssia significa eredità. Note floreali, di noce e frutti rossi, per questo rosato sapido e fresco, che tuttavia non ci dà le stesse emozioni del 2011 che avevamo battezzato come rosato dell’anno. 82/100

  • Cannonau di Sardegna D.O.C. S’Annada 2011 : S’Annada significa “L’annata” realizzato dalle vigne più giovani (dai 3 ai 15 anni di età). Elegante, pieno, profondo e di grande bevibilità, con note minerali e finale di succo di arancia. 88/100

  • Cannonau di Sardegna D.O.C. Mamuthone 2011: realizzato da vigne che vanno dai 15 ai 60 anni d’età. Grande materia e freschezza, sentori di mirto, ginepro e ricordi di mela annurca. Succoso, complesso, lungo e avvolgente. 92/100

  • Cannonau di Sardegna D.O.C. Mamuthone 2009: sensazioni di tamarindo e china e rosmarino si uniscono a toni agrumati e di prugna. Buona la dinamicità di bocca e la leggera sapidità. 84/100

  • Cannonau di Sardegna D.O.C. Gràssia 2009: dedicato alla mamma di Francesco e Salvatore (Grazia) , presenta una grande materia, con note di susina, noce e finale di frutta secca. 87/100

  • Cannonau di Sardegna D.O.C. Riserva Ballu Tundu 2010: realizzato da vigne che vanno dai 60 ai 100 (e più) anni d’età. Succoso, fresco, speziato, ricco, pieno unisce sensazioni minerali a sentori di buccia di pesca e agrumi. Ritmico, agile dinamico, ma anche potente, avvolgente e molto persistente. 94/100

  • Cannonau di Sardegna D.O.C. Riserva Carnevale 2010: realizzato da vigne che vanno dai 40 ai 60 anni d’età. Verrebbe da dire che con questo Carnevale è subito festa ed è la festa del palato. Scorrevole ma impetuoso, elegante, complesso e di grande bevibilità, succoso e speziato, agrumato e con finale di grafite. Come dovrebbe essere un Cannonau? Come il Carnevale 2010. 95/100

  • Cannonau di Sardegna D.O.C. Riserva Carnevale 2006: note di amarena e frutti rossi e chiusura di frutta secca per un vino, che compensa una leggera esuberanza alcolica con freschezza e sapidità. Materico e potente. 89/100

 

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