Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
07/03/2014
Ho conosciuto Marilena Barbera, una produttrice siciliana di vino, titolare dell'azienda Cantine Barbera pochi giorni fa in occasione di una tavola rotonda sul tema vino e donna, ospitata dell’enoteca Enogallery in Bracciano (Roma). La prima cosa che mi ha colpito è stata il suo carattere aperto, il viso sorridente, mi è apparsa subito una persona molto comunicativa che mi ha regalato con grande disponibilità un po’ del suo prezioso tempo di donna imprenditrice. Ho così appreso che ha iniziato a occuparsi di vino nel 2001, nell’azienda di famiglia, in quell’attività svolta da generazioni nel comune di Menfi in provincia di Agrigento.
Inizia subito a raccontare che “i primi vigneti sono stati piantati da mio nonno negli anni ’20 e sono stati successivamente gestiti da mio padre fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2006. Inizialmente mi sono occupata di amministrazione: sono, infatti, dottore commercialista, e durante i primi anni ho seguito la parte amministrativa e contabile, oltre all’attività di comunicazione. Negli anni successivi mi sono dedicata allo sviluppo delle vendite all’estero”. Così ci descrive Marilena Barbera il suo ingresso nel mondo del vino segnato dalla prematura scomparsa del padre e dalla conseguente decisione di portare avanti, al di là dell’evento doloroso e traumatico, l’azienda di famiglia. Affidando alla mamma la viticoltura e il magazzino e prendendo lei le redini della vinificazione, della comunicazione e della commercializzazione, insomma un’azienda tutta al femminile e non solo per l’immagine, che in questi ultimi anni è spesso utilizzata per scopi di marketing ma “femminile” in un modo vero e autentico.
Inizialmente si è avvalsa della consulenza di un enologo e dopo un training di circa quattro anni Marilena ha appreso di essersi innamorata perdutamente del vino. “… Perché una cosa è vendere il vino e comunicarlo nel miglior modo possibile, un’altra, completamente diversa, è metterci le mani dentro, seguire la maturazione delle uve, decidere il momento giusto per la raccolta, scegliere le tecniche di vinificazione, determinare l’indirizzo produttivo dell’azienda. Una scelta d’amore, che ogni giorno mi appaga e mi rende felice: non solo perché in questo modo continuo quello che mio padre ha iniziato, ma soprattutto perché nel vino ho trovato la mia vera realizzazione, come persona e come imprenditrice... “. Ed è proprio questa intima soddisfazione, di una persona solare e piena di energia che contagia l’ascoltatore, il pubblico, anche quello più esigente e poco incline a emozionarsi.
Gli obiettivi che si prefigge sono quelli di produrre vini che rappresentino lo splendido territorio nel quale vive e lavora, che valorizzino l’immenso patrimonio naturale e culturale della Sicilia e che soprattutto siano testimoni dell’impegno quotidiano per una viticoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente naturale. In vigna l'azienda Barbera adotta rigidi protocolli di coltivazione biologica, in cantina tecniche di vinificazione che rispettino il più possibile la materia prima: niente OGM, utilizzo di lieviti indigeni, nessuna chiarifica, riduzione al minimo di additivi enologici e predilezione per le tecniche di vinificazione artigianali e naturali. Perché come ribadisce Marilena Barbera: “Il vino non solo deve essere buono, ma soprattutto deve essere sano”.
Per molti anni Marilena Barbera si è dedicata esclusivamente ai mercati esteri, e ancora oggi continua a seguirli direttamente. Gli Stati Uniti, in particolare, costituiscono uno dei mercati più importanti per l'azienda, in Cina ha due importatori, un paese che l’affascina moltissimo e che costituisce uno dei mercati che, seppure in modo discontinuo, offre enormi possibilità di sviluppo. In Europa, i migliori mercati sono costituiti da Germania, Svizzera, Belgio e Russia mentre in Italia, sta portando avanti uno splendido lavoro su Roma, ma trova molto interessanti anche le piccole province, dove la curiosità e l’apprezzamento per i suoi vini le stanno dando grandi soddisfazioni.
Dalla conversazione emerge una persona piena di interessi dai viaggi alla musica, senza dimenticare la scrittura come testimoniato dal blog della cantina¹, in cui racconta la quotidianità della produzione e la straordinaria bellezza del suo territorio, o dal portale dedicato al vino² dove parla delle sue esperienze di viticultrice in viaggio oltre ad un altro blog³ dove racconta i vini degli altri, quelli che l’hanno emozionata, che le hanno segnato la vita e che costituiscono ogni giorno fonte di ispirazione. Un blog contrassegnato da un racconto molto personale, dove il vino è protagonista di vere e proprie storie d’amore.
Ritornando all'azienda è interessante segnalare la pluralità di vitigni coltivati: dall'Inzolia, piantato dal nonno negli anni Venti che si è ben adattato a dialogare col sale, ai vigneti piantati, in un impeto di modernità, dal padre: Chardonnay, Merlot, Petit Verdot e Cabernet Sauvignon, vitigni che oggi tutti guardano con sospetto ma che allora, trent’anni fa, erano la nuova frontiera. E poi i vitigni prediletti da Marilena: Perricone, Nerello, Alicante, Nero d’Avola e Grillo.
A sentirla raccontare della sua terra viene voglia di andare a visitare i suoi vigneti a pochi passi dal mare: “Il mare a perdita d’occhio, la spiaggia che corre per chilometri e chilometri bianca gialla e ocra, liscia e ondulata, accarezzata dal vento. Le dune di sabbia coperte dai gigli selvatici, la macchia di giunchi e di canne, di tamerici e lentischi, percorsa dagli scarabei che disegnano incessanti ghirigori, dalle tartarughe che vi depongono le uova, dagli aironi cinerini e altri uccelli che vanno lì a sostare nelle loro migrazioni. Sono vigne di mare, che assorbono il sale dall’aria e dal terreno, trasformandola in vibrante sapidità. Vigne che godono di inverni miti e ventilati e di estati calde e asciutte, dalle importanti escursioni termiche tra giorno e notte. Acini d’uva dolcissimi e salini, che profumano del sole di Sicilia e della fresca brezza mediterranea”.
Ho chiesto, infine, a Marilena quale vino la rappresenti meglio e la sua risposta è stata che in realtà tutti i suoi vini la rappresentano, in qualche modo. Alcuni, come l’Inzolia o il Grillo, riflettono forse la parte più femminile del suo carattere; la Bambina, il rosato da Nero d’Avola, incarna probabilmente la sua parte più inguaribilmente ottimista. Altri infine, come il Perricone, quella più testarda, a volte ostinata, indispensabile per superare le difficoltà che ogni giorno si presentano in azienda.
Concludo, infine, l'intervista con un’ultima domanda che poi richiama anche il tema affrontato nella tavola rotonda “Quando il vino è… donna” e le chiedo quali futuri scenari si prospettano secondo lei per la produzione di vino al femminile? E lei mi risponde che tutto dipende da quanto le donne vorranno dedicarsi a un mestiere totalizzante come quello del fare vino: un lavoro fatto di cura, presenza, attenzione, dedizione e impegno continui, fisicamente molto impegnativo, nel quale servono grandi doti di flessibilità e disponibilità di tempo ed energie, in grado di regalare però immense soddisfazioni. Insomma direi proprio quando il vino è... amore, non può essere diversamente! Complimenti e auguri Marilena!
Riferimenti:
¹ http://www.cantinebarbera.it/it/diario-di-viaggio.html
³ http://marilenabarbera.wordpress.com/