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SICILIA : Agriturismo, un segmento dell'offerta turistica che stenta a consolidarsi

di Mario Liberto e Onorio Mastrangelo

28/10/2014

In Sicilia per il 2013, gli operatori agrituristici autorizzati ai sensi della legge regionale n. 25 del 9.6.2004 e successive proroghe e modificazioni sono 588. E’ questo il dato che emerge dagli elenchi regionali degli operatori agrituristici autorizzati relative al 31.12.2013.

Rispetto agli anni precedenti si evidenzia una differenza del numero delle aziende agrituristiche: 554 (2010), 592 (2011), 582 (2012), variazione dovuta a chiusure dell’attività, in gran parte per il mancato rispetto del regolamento regionale o cessazione dell’attività.

Un numero di aziende agrituristiche che, confrontato con le altre regioni italiane, Toscana 4.091, Trentino Alto Adige 2.950, (anno 2012), evidenzia, nonostante l’enorme potenzialità e vocazionalità agrituristica del territorio siciliano, le notevoli difficoltà a colmare tali divari.

Il primo dato che emerge è che il 65,31% delle aziende agrituristiche (384) sono localizzate nella Sicilia orientale, mentre in quella occidentale sono presenti 204, (34,69%).

L’agriturismo è servito anche a riportare le donne in campagna con il risultato che è migliorata la qualità, il gusto e l’accoglienza, fenomeno che ha interessato non solo le aziende isolane, ma anche le altre del resto d’Italia.

La quota rosa in Sicilia, gestisce il 33,84% delle aziende, pari 199 aziende; la provincia di Siracusa con 41 aziende rosa ha il primato regionale, seguita da Catania con 35 aziende.
In Italia, secondo i dati Istat, si rivela un notevole aumento delle strutture rurali gestite da donne, cresciute del 6,2% in un anno, la maggiore concentrazione di aziende con quota rosa è l’ Umbria, con il 46,3% di strutture a seguire la Toscana con il 41%.

L’alloggio e la ristorazione costituiscono le principali attività agrituristiche.

Per il 2013 il numero di posti letto aziendale è di 9784 di cui 3586 (36,65%) nella Sicilia occidentale e 6198 (63,35%) in quella orientale. Il numero maggiore di posti letto si riscontra a Siracusa con 1824 seguito da Palermo 1767, Messina, 1684.

Il numero di aziende con posti letto è di 534, supera il centinaio la provincia di Messina con 101 seguita da quella di Siracusa con 96.

Il numero totale di coperti nella ristorazione è di 27952,5 di cui 9319,5 (33,34%) nella Sicilia occidentale e 18633 (66,66%) in quella orientale.

Su tutte svetta la provincia di Siracusa con 9045, Palermo con 6.018 posti di ristorazione, seguita da, Messina 3122 e Catania 2933. Le aziende con solo ristorazione sono 24.

Le aziende con piazzole di agricampeggio hanno raggiunto il numero di 1229, con 4341 posti letto. Le aziende con bungalow sono 1229 con 4132 posti letto.

Le aziende agrituristiche sono concentrate nei territori a forte richiamo turistico. Nella province di Siracusa, il comune di Noto, con 45 aziende agrituristiche ha il primato su tutte le concorrenti siciliane, seguono Ragusa con 23 aziende e Modica con 16.

L’altro maggiore raggruppamento di aziende si trova sui Nebrodi, sulle pendici dell’Etna, sulle Madonie e nei comuni a ridosso della città di Palermo. Nota curiosa è il dato che riguarda la provincia di Trapani: delle 43 aziende agrituristiche solo 4 si trovano nell’area interna, mentre le rimanenti sono a poche chilometri dal mare. Chi vuole coniugare mare e campagna anche nelle isole minori siciliane troviamo aziende agrituristiche, così distribuite: Favignana 1, Pantelleria 1, Lipari 2, Ustica 2, Lampedusa 1.
Il giro d’affari annuo complessivo per tutte le aziende agrituristiche italiane supera il miliardo di euro, con un fatturato medio delle aziende che appare in leggera ma progressiva diminuzione visto l’aumento del numero delle unità, arrivando ad attestarsi poco al di sotto dei 60 mila euro. Per il 2013 il “Barometro dei prezzi per l’agriturismo” ricerca annuale di Toprural, il principale motore di ricerca europeo per agriturismi condotta su oltre 1100 strutture, evidenzia l’aumento dei prezzi medi dei soggiorni in agriturismo del 3% in più che nel 2012, raggiungendo il 38,5 euro a notte per persona in alta stagione.

Una vacanza in agriturismo è più cara nelle regioni del Centro Italia, con una spesa media di 39,8 euro e nel Mezzogiorno, dove la media scende a 38,7 euro, mentre al Nord una notte in agriturismo in alta stagione costa di media 35,3 euro a persona. La combinazione più cara tra tipologia di struttura rurale e zona geografica è l’affitto di una stanza in agriturismo in Centro Italia (40,5 euro), mentre si spende di meno optando per un appartamento completo al Nord (32,2 euro). Sull’aumento registrato — si legge in una nota – può aver influito la recente introduzione dell’imposta IMU sui fabbricati rurali nell’ambito della manovra economica “Salva Italia” del governo uscente, imposta che ha supposto un onere aggiuntivo per azienda agricola di circa 1.600 euro. Le equivalenti ricerche condotte da Toprural in Spagna, Francia e Portogallo evidenziano come in Italia l’agriturismo sia in media il 31% più caro che in Spagna e Francia, dove per una notte in agriturismo si spendono 26,7 euro a persona, ed il 15% più caro che in Portogallo dove la spesa ammonta a 32,7 euro.