Eventi
ENOLOGICA2015 – MONDO SAGRANTINO | DAVERIO: ”RACCONTARE LA STORIA DI UN VINO E RENDERLA MITO ATTRAVERSO L’unicità, CARATTERISTICA IMPAREGGIABILE”
19/09/2015
Cernilli su autoctonicità culturale: “Il Sagrantino è un vino importante, va ascoltato e capito. Può sembrare scontroso ma sa invecchiare maturando il carattere di un grande saggio che sa raccontare storie”
Montefalco, 19 settembre 2015 -
Unicità e
marketing del territorio. Di questo si è discusso a Montefalco in occasione di
Enologica2015, l’evento annuale organizzato dal
Consorzio Tutela Vini Montefalco in collaborazione con il
Comune di Montefalco. Protagonista assoluto il
Sagrantino che, dopo la conquista della DOCG nel 1992, è entrato di diritto nella cerchia dei
top wines mondiali e che in questa edizione si confronta con esperienze di produzione da
California,
Australia e
Nuova Zelanda, al fine di ampliare il dibattito su questo
antico vitigno autoctono e prefigurare futuri
percorsi di evoluzione.
Proprio la profonda
autoctonicità del Sagrantino rende la stessa
Montefalco uno dei luoghi più importanti per la cultura della
Regione Umbria e per l’intero settore vinicolo.
Autoctonicità che non è solo ascrivibile al legame fisico con il territorio, ma è di natura culturale. “
Sono numerosi i vitigni che vantano antiche origini territoriali ma che, in realtà, non sono legati a quel determinato territorio e alla sua storia.
Il Sagrantino è invece legato a doppio filo al suo territorio perché è qui che è nato e si è evoluto, fino a diventare il grande rosso che tutti conosciamo. Ed è proprio quando un vitigno raggiunge la grandezza che viene sperimentato altrove, conferendo ai produttori ‘originali’, che hanno fatto scuola, il ruolo di ‘maestri’ – spiega
Daniele Cernilli,
Doctor Wine, nel corso della tavola rotonda
Il Montefalco Sagrantino DOCG incontra i Sagrantini d’Oltreoceano.
Il successo del
Sagrantino è riuscito a perdurare nel tempo grazie all’attenta operazione di
branding territoriale avviata da
Montefalco: “
Arte, cultura e vino si sono integrati per rendere Montefalco riconoscibile al contempo come territorio, denominazione e tipologia del vino. Il Sagrantino è un vino importante, che va ascoltato, capito. Sulle prime può sembrare scontroso, ma sa invecchiare ed evolversi, maturando col tempo il carattere di un grande saggio che sa raccontare storie” conclude
Cernilli.
Il binomio tra
arte è
vino è stato al centro anche dell’intervento di
Philippe Daverio. Il noto critico d'arte, giornalista e conduttore televisivo, ospite prestigioso di
Enologica2015, ha tenuto un dibattito interamente dedicato al tema: “
La strada intrapresa da Montefalco è quella giusta per quanto riguarda anche il futuro del turismo enogastronomico e culturale. L’obiettivo è puntare non all’eccellenza, ma all’unicità perché l’eccellenza è riproducibile mentre l’unicità è inarrivabile e consente di raccontare il vino trasformandolo in mito”.
Il fascino di questo vitigno ha convinto i produttori d’Oltreoceano ad approcciarsi alla sua coltura e alla produzione di
Sagrantino. Lo racconta
Kim Chalmers, produttrice australiana ospite di questa edizione dedicata al “Mondo Sagrantino”. La sua produzione è dislocata in due differenti aree dello
Stato del Victoria, che restituiscono due “sfumature” di Sagrantino: “
Da una zona di coltivazione bassa e sabbiosa otteniamo un vino meno intenso, dal gusto più leggero, mentre dall’altra, rocciosa e calcarea, ne deriva uno più simile al Sagrantino originale. Queste, per noi, non sono delle ‘riproduzioni’ ma piuttosto delle ‘interpretazioni’ perché siamo consapevoli di non poter raggiungere la stessa levatura qualitativa e una egual specificità nel nostro territorio”. Ad oggi, i produttori di
Sagrantino in
Australia sono circa
15, con un buon interesse da parte del mercato.
La produzione d’oltreoceano racchiude in sé aspetti positivi perché aiuta a diffondere nel mondo la cultura del
Montefalco Sagrantino DOCG, aumentando la curiosità e la conoscenza di questo speciale vitigno recentemente studiato dall’
Istituto di Genomica Applicata di Udine, nell’ambito del progetto
Vigneto, finanziato dal
MIPAAF.
La mappatura genetica della vite, oggi alla base delle ricerche che riguardano l'analisi funzionale sistematica dei geni, sta consentendo di accelerare notevolmente i programmi di miglioramento genetico per l’ottenimento di varietà più forti e resistenti. “
Sulla base del confronto con altri 50 vitigni italiani e 70 vitigni internazionali, è emerso che il Sagrantino appartiene geneticamente alla popolazione dei principali vitigni oggi diffusi nell’Italia centrale, senza mostrare relazioni di primo grado (genitore-figlio) con alcuno dei vitigni esaminati. Tra i 120 vitigni sequenziati, quello che presenta la migliore distanza genetica con il Sagrantino è il Trebbiano toscano – spiega
Michele Morgante, Istituto di
Genomia Applicata (IGA) -
Partendo dallo studio dei genotipi oggi coltivati a Montefalco è possibile impostare nuove ricerche genetiche per indagare ulteriormente il patrimonio ancora inespresso della varietà nell’ottica di nuovi programmi di studio e delle potenzialità produttive”.
La varietà di
Montefalco è, dunque, diventata internazionale. E nell’anno di
Expo è forte il desiderio di raccontare la storia di questo vitigno. “
Oggi più che mai dobbiamo guardare con sguardo attento al mondo esterno, perché è da lì che riusciremo a trarre nuove informazioni e dati culturali fondamentali per accrescerne la conoscenza” conclude il Presidente
del Consorzio Tutela Vini Montefalco,
Amilcare Pambuffetti.
***Press Release