Parliamo di vino

Dell'arte di degustare en primeur...anche l'Amarone.

di Bernardo Pasquali

14/02/2008

 

Dell'anteprima sull'Amarone se ne sono sentite di tutti i colori. Bell'annata, annata "normale", annata contrastata, troppa interpretazione nei prodotti, inadeguatezza del periodo dell'anteprima, troppe uve a destinazione appassimento, ecc... Non voglio elencare tutte le analisi che sono emerse dalle giornate della Gran Guardia. In alcuni casi però ho sentito troppo il ridondante gusto della vis polemica. Insomma forse a qualcuno giova "sparare" sull'Amarone? Io vorrei essere alternativo almeno in questo. Ho già detto la mia sul fatto che si sia trattato di un'annata "normale". Non è denigrante chiamarla così ma lo dicono tutti i dati analitici pedoclimatici e chimico -fisici. Poi l'organolettica mi sembra abbia convinto i più. Ma non c'è dubbio che il periodo in cui si tiene l'anteprima sia a dir poco prematuro. Sta di fatto che chi degusta per professione o per passione deve in questi casi predisporsi ad andare oltre le apparenze e penetrare l'essenza evolutiva del vino. Non è facile e non è da tutta. La valutazione en primeurs francese dopotutto si esegue su prodotti altrettanto precoci ed è solo la bravura dei degustatori professionisti e degli esperti che sanno individuare come sarà quel vino nel futuro e quindi il suo valore commerciale. Quindi non c'è poi tanto da scandalizzarci. Mi dispiace di più se un produttore non ha il coraggio di presentarsi ad un evento come quello delle anteprima perché ha paura che il suo vino possa risentire di giudizi avventati. Qualche produttore anche quest'anno mi ha detto: "Il prossimo anno penso che non verrò! Vedo che la gente non capisce il prodotto e lo valuta in modo troppo emotivo e poco professionale. Se si pensa che questo vino da botte possa essere già completamente espressivo di tutte le sue qualità è meglio che eviti inutili giudizi". Peccato! Ma per un certo verso anche molti che si accingono alle degustazioni pretendono troppo. E talvolta non si riesce a pensare da primeurs. Sarebbe un esercizio interessante fissare un prodotto in anteprima e riassaggiarlo nel tempo. Valutare le fasi evolutive e alla fine farsi un'idea di quanto è cambiato quel vino nel tempo. Allora si darebbe più senso alla degustazione a gennaio degli Amaroni. Imparare a degustare en primeur è come per un procuratore di calcio scoprire veri talenti. È come per un buon padre anticipare il destino di un figlio. Non è detto che tutti ci riescano...