Parliamo di vino
I migliori assaggi della manifestazione Vignaioli Naturali a Roma
di Gianmarco Nulli Gennari
11/02/2016
La rassegna Vignaioli naturali a Roma, organizzata da Tiziana Gallo, è ormai un appuntamento storico che anno dopo anno ha permesso di seguire l’evoluzione e la crescita di un settore sempre più al centro dell’attenzione di operatori e appassionati.
Anche stavolta, spulciando nel ricco parterre dei produttori, non sono mancati picchi di assoluta qualità che riassumiamo nella nostra top ten di assaggi. Una panoramica di sicuro incompleta (mancano diversi vini davvero eccellenti), ma stavolta abbiamo deciso di privilegiare immediatezza e beva.
Rosso Relativo 2011 – Valcerasa. Dall’Etna arriva questo rosato spaziale, quasi un rosso in realtà (come da etichetta), che la commissione di Stato ha scelto inspiegabilmente di declassare a Igt. Succosissimo ed estremamente versatile a tavola. E promette bene anche la versione 2013;
Verdicchio dei Castelli di Jesi Rincrocca 2013 – La Staffa. Azienda che si inserisce d’autorità nell’ormai affollata nouvelle vague marchigiana. Qui presenta un verdicchio strepitoso: profumatissimo, in bocca scatena un dialogo interminabile tra frutto e sale;
Riesling Brut M. Cl. 2011 – La Palazzola. Chi l’ha detto che le bollicine di qualità arrivano solo dal nord Italia? Stefano Grilli da anni dimostra il contrario, con un’incredibile selezione di metodo classico da monovitigno (ci sono anche cabernet e sangiovese!). Il riesling è ormai una specialità della casa umbra e non sbaglia un colpo;
Montepulciano d’Abruzzo 2007 – Pepe. Forse una delle migliori edizioni di questa storica etichetta: ancora giovanissimo, ha succo e personalità da vendere. L’aristocratico 2001, al contrario, può affascinare gli amanti dei toni evoluti;
Vitovska 2013 – Zidarich. Profondo e minerale, il vino simbolo del Carso qui in una delle sue migliori espressioni: coniuga la complessità del fuoriclasse e una pericolosa piacevolezza di beva;
Verdicchio dei Castelli di Jesi Gli Eremi 2013 – La Distesa. La 2013 è stata una grande vendemmia per Corrado Dottori: così Gli Eremi bissa l’exploit dello scorso anno del cadetto Terre Silvate. Molto varietale, con note di grano e fieno al naso, e frutta secca nella lunghissima chiusura;
Teroldego 2014 Morei – Foradori. Nell’altalena tra i due cru vinificati in anfora, quest’anno abbiamo preferito il Morei allo Sgarzon. Un rosso sanguigno e ricco di suggestioni (mirtilli in primis), forse più pronto rispetto ad altre annate;
Rosato S.Isidoro 2013 – Maria Pia Castelli. Ancora Marche, stavolta con un rosato che si beve a secchi, dagli odori di sottobosco e carne cruda. Ideale compagno di una sostanziosa merenda estiva;
Pecorino 2014 – De Fermo. La quintessenza del bianco abruzzese d’autore da una cantina giovane ma già di assoluto livello: limonoso e verticale, rinfrescante. Ottimi anche chardonnay e cerasuolo;
Boca 2010 Il Rosso delle donne – Cantine Castello Conti. Grande espressione di nebbiolo del nord Piemonte (con saldo di vespolina e uva rara), ha tannini setosi e bella acidità che bilancia con efficacia una materia importante (com’è giusto che sia per un rosso da invecchiamento).