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Cantina di Soave: ufficialmente iniziati i lavori di ampliamento.
02/03/2016
È un lungo percorso, frutto di molteplici scelte strategiche che si sono susseguite negli anni, quello che ha condotto Cantina di Soave a concepire e quindi a realizzare questo progetto di ampliamento. Un percorso ricco di sfide e di scelte coraggiose che le ha permesso di diventare l’azienda che è oggi.
La fase espansiva, durata circa un ventennio, ha visto l’azienda impegnata in un lungo processo di accorpamento di altre cantine cooperative del territorio, al fine di costituire ampie e solide basi su cui impostare le proprie strategie commerciali. In questo modo negli ultimi anni Cantina di Soave è passata da 1000 soci a circa 2200 e da 2000 ettari vitati a circa 6.000.
A questa prima fase, finalizzata all’ampliamento della zona di produzione, è corrisposta un’ottima capacità da parte dell’azienda vitivinicola soavese di affermarsi su tutti i canali di vendita, da quello moderno, dove evidentemente si raggiungono i volumi più significativi, fino ad arrivare alla mescita qualificata. Con i propri vini di alta gamma infatti, in particolare la selezione Rocca Sveva, lo spumante Metodo Classico Equipe5 e il Lessini Durello Settecento33, Cantina di Soave si è inserita all’interno dei canali di vendita più prestigiosi, dalle enoteche ai ristoranti più rinomati.
La grande base produttiva di cui dispone ora consente all’azienda di selezionare e di differenziare, mantenendosi fedele ai propri standard di qualità. Non a caso i top brand di Cantina di Soave sono presenti nei mercati di tutto il mondo e ricevono ogni anno prestigiosi riconoscimenti all’interno dei più importanti concorsi vinicoli internazionali.
Tuttavia l’ampliamento della base produttiva ha portato a un’inevitabile inadeguatezza nella fase industriale successiva, ovvero l’imbottigliamento. L’impianto principale, sito in Viale della Vittoria a Soave, attualmente consente la realizzazione di circa 30 milioni di bottiglie l’anno, vale a dire il 20% del vino totale prodotto. Questo limite del sistema ha portato Cantina di Soave a concepire un ambizioso progetto di ampliamento che oggi vede finalmente la propria realizzazione concreta.
Il lungo iter burocratico si è appena concluso con una convenzione tra l’azienda e gli enti interessati, in primis il Comune di Soave. La Cantina si è detta disponibile a farsi carico di un notevole investimento in opere pubbliche - circa 8 milioni di euro - di cui potrà beneficiare tutta la comunità. Il quartiere su cui insiste lo stabilimento sarà oggetto di numerosi interventi che interesseranno principalmente, anche se non esclusivamente, la viabilità.
Data l’entità del progetto, i lavori si protrarranno per i prossimi due anni circa. L’investimento previsto è uno dei più rilevanti del nostro settore produttivo nel panorama nazionale dell’ultimo decennio e prevede la totale riorganizzazione dello stabilimento, a partire dalla fase di conferimento per arrivare all’imbottigliamento. Il nuovo impianto, una volta realizzato, permetterà alla Cantina di realizzare circa 80 milioni di bottiglie l’anno, vale a dire tra il 50 e il 60% dell’intero conferito dei soci, in altre parole quasi tre volte l’imbottigliato attuale. L’entità dell’investimento finanziario è ovviamente proporzionale alla dimensione del progetto.
Il primo stralcio dei lavori deliberato dai soci prevede lo stanziamento di 55 milioni di euro. La lungimiranza nella gestione aziendale degli ultimi anni ha previsto accantonamenti importanti al fine di garantire alla Cantina la liquidità necessaria al progetto. L’importo sarà infatti perlopiù autofinanziato, dato che, allo stato attuale non esiste nessun tipo di contributo per questo genere di opere. «I valori fondiari e le remunerazioni per ettaro delle Denominazioni locali - sottolinea il Direttore Generale Bruno Trentini - grazie alle strategie messe in atto sono oggi ai massimi livelli nel panorama nazionale. Ed è doveroso considerare come questo progetto ambizioso sia tutt’altro che fine a se stesso, ma anzi abbracci tutto il territorio circostante con molte ricadute positive, non solo dal punto di vista economico. Si tratta di un grandissimo valore sociale, questa è di fatto la prova tangibile di come il buon esito di una cooperativa si trasferisca inevitabilmente a tutte le Denominazioni territoriali interessate»
***Press Release
Maddalena Peruzzi
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