Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
26/03/2008
Quando si parla di Primitivo: sia esso, vitigno, uva o vino, si pensa quasi sempre alle denominazione di origine Primitivo di Manduria, dimenticando in maniera sistematica quella che invece è, una realtà storicamente ancor più legata al vitigno pugliese ed alla sua produzione di vini nella zona di Gioia del Colle. Ma come natura vuole! Anche se da vitigni simili, il vino ottenuto nei due territori, è completamente diverso. IL VITIGNO PRIMITIVO NELLA DOC GIOIA DEL COLLE. Geograficamente Gioia del Colle è un piccolo agglomerato di case che circondano il bellissimo castello che Federico II di Svevia fece edificare nel 1230. La coltivazione della vite e la produzione del vino nel territorio di Gioia del Colle erano già attive tra l'VIII° ed il III° sec. a.C. (Peucezia), come testimoniano i numerosi ritrovamenti di contenitori destinati a contenere vino nella zona archeologica di Monte Sannace, il più grande abitato peucetico noto, a pochi chilometri da Gioia del Colle (alcuni reperti si possono ammirare nel museo archeologico sito all'interno del castello). Fu, però, solo sul finire del 1700 che l’abate primicerio Francesco Saverio Indellicati selezionò un vitigno a maturazione precoce che chiamerà, proprio per questo motivo, "Primativo" e che pianterà in località Liponti, in contrada Terzi di Gioia del Colle. Nonostante fu, dunque, proprio a Gioia del Colle che si realizzarono le condizioni più favorevoli per la coltivazione di questo generoso vitigno, esso divenne ben presto oggetto di coltivazione intensiva su una area molto più vasta di territori pugliesi dove si diffuse ad opera degli stessi monaci Benedettini. E solo successivamente, sul finire del 1800, un secolo più tardi, venne introdotto anche in provincia di Taranto. Nella cultura enologica il nome primitivo pur continuando ad evocare il tavoliere delle Puglie ed a rappresentare "il" vino di Puglia per antonomasia non ha goduto in tempi recenti di fama e critica, particolarmente, favorevoli. Quello di Gioia del Colle, DOC dal 1987, viene, oggi, prodotto in circa quindici comuni, (troppi), della provincia di Bari e deve essere ottenuto per il 100% da uve primitivo, con rese massime di 80 quintali per ettaro. La caratteristica principale del vitigno primitivo continua ad essere quella che sebbene germogli con notevole ritardo rispetto ad altri vitigni riesce a portare, poi, a compimento il proprio ciclo vegetativo in un tempo relativamente breve (la maturazione avviene tra la fine di Agosto e gli inizi di Settembre). La combinazione di entrambe le caratteristiche spiega la rapida diffusione del primitivo in tutta la zona collinare denominata "Murgia" e non solo, dunque, per la sua maturazione precoce. Infatti l'umidità da una parte e la temperatura primaverile dall'altra, concorrono ad originare frequenti gelate, che danneggerebbero altri vitigni a germogliamento precoce. Germogliando con notevole ritardo, il primitivo può così evitare i danni derivanti dal sopraggiungere di tali nefasti eventi atmosferici. Siamo su un terreno collinare, tipicamente murgiano: argilloso, calcareo a medio impasto, dalla natura rocciosa (roccia carsica, a tratti affiorante) e ricca di minerali. Le terre rosse miste a rocce calcaree e silicee sono presenti in strati sottili su imponenti banchi monolitici ricchi di fossili marini che ne testimoniano le origini. I diversi “primitivo” sparsi nella regione sono, pertanto, tutti "figli e figliastri" dello, storicamente, vero ed unico Primitivo, quello di Gioia, che da questi, da sempre, ritiene di essere stato, a sua volta, oscurato nella sua identità ed immagine territoriale. Da qui la nascita del Consorzio Volontario per la Tutela e la Valorizzazione dei Vini a Denominazione di Origine Controllata "Gioia del Colle" che si propose, fin dall'inizio, come obiettivo principale quello di restituire la riappropriazione della paternità gioiese al primitivo ("la storia di una comunità attinge linfa vitale dalle radici dell'identità dei suoi prodotti tipici"). Il Consorzio muove i suoi primi passi nel 1999, ad opera di alcuni produttori (quattro soci fondatori) di vino della zona di Gioia del Colle e Turi, con la volontà esplicita di salvare questa Denominazione di Origine gravemente ferita da avvenimenti sociali e di cronaca (scandalo del vino al metanolo, fallimento di molte cantine sociali, scarso potere contrattuale dei produttori all'atto della contrattazione). Furono la volontà di riappropriarsi di una tradizione profondamente radicata nel territorio, di produrre vino di qualità, la capacità di comprendere che solo stando insieme e agendo per un fine comune questi obiettivi erano perseguibili, a spingere questi quattro produttori a costituirsi in Consorzio. All'atto costitutivo i soci fondatori erano titolari e controllavano una superficie a DOC di circa 12 ettari, producendo circa 1000 quintali con due soli imbottigliatori. All’epoca sotto il controllo del Consorzio vi erano appena il 17% della superficie a DOC Gioia del Colle. Oggi, dopo più di sei anni di lavoro, i soci sono diventati oltre sessanta e annoverano tutte le maggiori ditte produttrici di Vino DOC della denominazione Gioia del Colle, con una superficie controllata di circa 175 ettari e una percentuale della produzione di vino DOC del 94%. I produttori e imbottigliatori soci sono diventati sedici e il quantitativo di uva prodotto e lavorato è salito a circa 6000 quintali. Le attività del Consorzio, mirate ad incentivare la partecipazione ai piani di ristrutturazione dei vigneti con fondi della Comunità Europea, hanno prodotto oltre 150 ha di nuovi impianti ristrutturati e sono nati preziosi rapporti di collaborazione con l'Università di Bari e in particolare con la facoltà di Agraria, con l'Istituto Sperimentale di Viticoltura di Conegliano Veneto, sede distaccata di Turi e con i principali enti nazionali del settore (Federdoc, Consorzi di Tutela limitrofi, ecc). Negli anni passati il Consorzio ha partecipato a moltissime manifestazioni del settore (Vinitaly, Salone del Vino di Torino, Salone del Vino di Puglia, ) con un proprio stand. Oggi c'è finalmente una rinnovata presa di coscienza sulle potenzialità di una produzione, quella del Primitivo “Gioia del Colle”, di altissima qualità, in grado di competere con i migliori vini del mondo, di conquistare il mercato estero con la sua struttura vigorosa, con la sua corposità genuina, con il suo aroma inconfondibile e sincero, con tutto il suo ricco e complesso patrimonio organolettico di tannini, antociani, sali minerali, che oggi si è scoperto così preziosi anche per la salute. Il primitivo si sta facendo lentamente strada nel mondo sempre più inflazionato ed omologato della produzione vinicola con l'orgoglio della sua tipicità legata non solo al richiamo del vitigno autoctono bensì radicata in un territorio ricco di storia e di tradizione. LE AZIENDE: - PLANTAMURA Raccogliendo una tradizione di famiglia risalente ai primi del 900, Erasmo Plantamura coadiuvato dai figli e, particolarmente, dalla capacissima e dinamica Mariangela, ha iniziato ad imbottigliare il primitivo con una propria etichetta dall’annata 2002. La produzione annua non supera attualmente le 20.000 bottiglie, ma la passione è trascinante, i progetti sono tanti e giustamente ambiziosi e i progressi sono tangibili, anno dopo anno. I vigneti, allevati a spalliera e ad alberello, si estendono oggi su circa 5 ettari. La chicca di cui a casa Plantamura vanno giustamente orgogliosi è una piccola vigna ad alberello situata in contrada Terzi, a poca distanza dallo storico sito Liponti, dove l’avventura del primitivo prese il via alla fine del XVIII secolo. - TENUTA VIGLIONE Nell’azienda di famiglia, Giovanni Zullo ha già 20 ettari di vigneto in produzione. Oltre ai 2 ettari di primitivo, si coltivano sangiovese, lambrusco, malvasia nera, ancellotta, merlot, trebbiano, malvasia bianca. Tra due anni entreranno in produzione, in una zona storicamente vocatissima per la viticoltura, 15 nuovi ettari di vigneto allevato a controspalliera, 7 dei quali produrranno primitivo ed i restanti aglianico, aleatico e fiano. - GIULIANI Fondata negli anni ’40 da Vito Donato, padre dell’attuale proprietario, pur essendo di piccole dimensioni, con sedici ettari complessivi di vigneto, questa azienda si è affermata come una delle realtà di punta della D.O.C. Gioia del Colle. A condurla con lungimiranza e indubbia competenza è Vito Donato, figlio di Raffaele Giuliani, agronomo. Dai 10 ettari di primitivo di proprietà, coltivati a spalliera e situati in Contrada Gravistelli a Gioia del Colle e in Contrada Camponobile a Turi, produce circa 50.000 bottiglie all’anno. Da segnalare anche la produzione di un ottimo aleatico, di un apprezzabile bianco D.O.C., Gioia del Colle, di uno chardonnay I.G.T. Murgia. - POLVANERA Giovane azienda vitivinicola situata a cavallo tra il comune di Acquaviva e quello di Gioia del Colle, in zona marchesana, fondata solo cinque anni fa due giovani imprenditori con circa 20ha di vigneti dislocati intorno all’antica masseria destinata a moderna cantina. -PIETRAVENTOSA L'amore per la propria terra di aspre colline battute dal vento e la tenace volontà di valorizzare il nobile vitigno Primitivo di Gioia del Colle, sono gli ingredienti che hanno portato una giovane imprenditrice a dar vita ad Agricole Pietraventosa - TERRA JOVIA Sin dall’inizio( 1788) l’agricoltura e l’allevamento furono le attività che caratterizzarono la vita di questa casa padronale e sopratutto la viticoltura e la vinificazione, alla quale fu dedicata un’intera ala dello stabile edificato dal sacerdote Vincenzo Monte. Fino al 1970 l’attività vitivinicola fu praticata regolarmente grazie anche all’amore ed alla passione per questo lavoro di due grandi amici, Luigi Filippo Colapinto e Leonardo Petrera. Ma a volte amore e passione non bastano e nei primi anni settanta l’attività fu interrotta. Nel 2004, dopo più di trent’anni, il nipote di Luigi Filippo Colapinto, suo omonimo, e il figlio di Leonardo Petrera, Nicola, hanno deciso di riprendere l’attività dando vita a TERRA JOVIA. - FATALONE Alla fine del XVIII secolo Nicola Petrera Nicola decise di costruire la sua dimora al centro dell’azienda e scelse la collina Spinomarino, in quanto la più alta, ariosa e soleggiata di tutta la Gaudella (contrada sud orientale di Gioia del Colle) per coltivarvi il Primitivo. Nel 1988 compare, nella piccola cantina scavata nella roccia, la prima bottiglia annata 1987, marchiata Fatalone. La dedizione e i sacrifici sfociano nel 1993 nella costruzione di un nuovo locale per la vinificazione e il miglioramento del ciclo produttivo, fino alla realizzazione nel 2003 della nuova cantina anch’essa scavata nella roccia viva, adiacente la masseria, in cui tradizione e dedizione si fondono con tecniche di nuovissima concezione. Andrea De Palma