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Benvenuto Brunello: Quindici Brunello da sballo dell’annata 2012 in uscita

di Gianmarco Nulli Gennari

27/02/2017

 Spenti i riflettori sulla settimana di anteprime toscane, vediamo di fare il punto sul clou, che come sempre riguarda Montalcino e Benvenuto Brunello.
Quest’anno era di scena l’annata 2012 (2015 e 2014 per i rossi, 2011 per le poche riserve). Si tratta di una vendemmia “diversamente calda” rispetto alla 2011. La prima era stata tutto sommato nella norma fino a Ferragosto, per subire poi una micidiale botta di 40 gradi quasi costanti per due settimane, regalando uve molto mature, “spianando” i tannini e di conseguenza proponendo vini molto piacevoli da bere nell’immediato, ma meno profondi e complessi di altre annate.
La 2012, al contrario, ha vissuto un perenne stato di temperature sopra la media e scarse precipitazioni, ma è stata a suo modo più regolare. Gli esiti in bottiglia sono per ora non ancora del tutto definiti: l’impressione è di trovarsi alle prese con un Brunello più “classico” e meno concessivo al suo esordio rispetto agli ultimi anni. Generalizzando, un assetto più simile ai primi anni Duemila (in particolare al trittico 2004-2005-2006, ma volendo tornare più indietro anche la 2001).
E, sempre in generale, abbiamo trovato in alcuni campioni scalini e impuntature tanniche più evidenti del solito, del tutto assenti nell’annata precedente. Sarà il tempo, in molti casi, a stabilire se la beva si distenderà o se la maturazione fenolica non ha retto il passo dietro a quella zuccherina.
Di Brunello buonissimi, oggi e/o in prospettiva, ne abbiamo trovati comunque tanti; anzi, forse il livello medio non è mai stato tanto alto come quest’anno, con pochissimi vini afflitti da difetti evidenti. Quindi complimenti ai 134 produttori presenti al Chiostro di Sant’Agostino e al Consorzio, che ha come sempre organizzato alla perfezione l’evento, anche se quest’anno ha ridotto da due giorni a uno solo la degustazione ai tavoli con servizio per giornalisti e blogger. Ci auguriamo che fin dalla prossima edizione si possa tornare al format precedente, perché il numero degli assaggi è oramai tale che un solo giorno risulta del tutto insufficiente (e finisce spesso per penalizzare una tipologia che meriterebbe più attenzione, il Rosso di Montalcino).
Ma passiamo alla nostra top 15.
Brunello di Montalcino 2012 Fattoi – Sembra ormai evidente il salto di qualità di questa cantina negli ultimi anni. Il 2012 lo conferma appieno: rispetto al primo assaggio risalente a Capodanno, ha perso le tracce di legno che ancora ingombravano l’olfatto, che ora è segnato da liquirizia, cuoio, frutti rossi; in bocca è molto maturo, simile a certi 2011, alcolico, sapido, scorrevole, dal tannino più risolto di altri pari annata in Toscana. Ha una travolgente progressione minerale e chiude lunghissimo su note eteree e di frutta matura. 94
Brunello di Montalcino 2012 Poggio di Sotto – A differenza di altri commentatori, riscontriamo una sostanziale continuità con l’era Palmucci nel lavoro della nuova proprietà. Ha un naso molto delicato e pulito, con note speziate (pepe), frutti e fiori; grande estrazione (la seta è il vero marchio di fabbrica della casa), dinamico, fresco;  molto persistente il finale di agrumi e radici. 94
Brunello di Montalcino Vigna Soccorso 2012 Tiezzi – Con questo vino frutto di vigne ad alberello coltivate presso il Centro storico è stato amore a prima vista, e anche quest’anno non delude: naso ancora poco decifrabile, leggera viola, cenni iodati, spezie; succoso, bilanciato, fragoloso, grande bevibilità e materia di prim’ordine. 93
Brunello di Montalcino 2012 Caprili – Altra azienda ormai stabilmente ai piani alti della denominazione. Speziatissimo, pepato, talco, eucalipto, frutti rossi; grande equilibrio al palato, succoso, con tannino ancora in parte da fondere, di grande freschezza nonostante il tenore alcolico sostenuto (15,2°), bellissima acidità nella lunga chiusura, con arancia e frutta secca. 93
Brunello di Montalcino 2012 Cupano – Mano francese, stile modernista ma giudizioso. Naso fruttato e terroso, note fumé e marine; sorso imponente e croccante, soffio d’alcol ben integrato, il tannino è perfettamente estratto e fa il suo lavoro fino in fondo, “comme il faut”. Intenso e impeccabile. 93
Brunello di Montalcino La Casa 2012 Caparzo – Storico cru di Montosoli, tra i primi a riportare il nome in etichetta, a nostro parere negli ultimi anni sta tornando agli antichi splendori. Olfatto segnato da note minerali di roccia, poi caffè e ciliegia; molto ricco e sostanzioso in bocca, bella sapidità, dinamico e austero al tempo stesso. 92
Brunello di Montalcino 2012 Sesti – Nonostante l’ubicazione sudista e l’annata calda, riesce a coniugare in scioltezza grande struttura e naturale eleganza. Profumi di spezie come cannella, balsamico e minerale, poi frutti scuri; beva leggiadra, ritmata, lievissima contrazione in chiusura, agrumato in retro-olfazione. 92
Brunello di Montalcino Vecchie Vigne 2012 S. Pacenti – Grande vendemmia per questa cantina: anche il Pelagrilli 2012 è buonissimo, ma al momento è un po’ indietro. Naso raffinato ma ancora timido, piccoli frutti rossi e scuri, menta, cenni floreali; palato molto levigato, sciolto, bella acidità, buona polpa, finale elegante. 92
Brunello di Montalcino 2012 Il Marroneto – Batte di un soffio la celebre selezione Madonna delle Grazie, dimostrando la serietà dell’impegno di Alessandro Mori. Terra umida, sottobosco, alloro, liquirizia, frutta secca all’olfatto; sapido e succoso, tannino molto fitto ma grande freschezza, lungo finale dolce di prugna. Un vino sincero che deve ancora distendersi. 92
Brunello di Montalcino Fornace 2012 Le Ragnaie – Nell’ormai proverbiale duello con il Vigna Vecchia prevale ancora una volta grazie alla sua maggiore apertura, ma come sempre i due cru di Riccardo Campinoti sono davvero vicinissimi. Lieve tostatura, terra, liquirizia, alloro, leggermente ematico al naso; bocca ricca, sapida, tannino di buona struttura, cremoso, frutto esuberante, bella corrispondenza col terroir (Loreto). 91
Brunello di Montalcino 2012 Fattoria del Pino – Nuova azienda tra Montosoli e le Cerbaie, la piccola realtà di Jessica Pellegrini realizza l’exploit dopo appena tre annate di Brunello. Profumi intensi, balsamici e tostati, cipria, anche un accenno di frutta gialla; in bocca è molto strutturato ma estremamente elegante, un pantalone di velluto a coste, con tannino ancora da sciogliere del tutto e chiusura intensa. 91
Brunello di Montalcino 2012 Paradiso di Manfredi – Uscirà sul mercato tra un paio d’anni, poiché il produttore crede molto nell’affinamento in vetro, eppure questa edizione è più espressiva del solito: naso verace di frutta matura, terra e sottobosco, con cenni vegetali; sorso ampio e solenne, beva golosa, tannino robusto ma grande personalità. 91
Brunello di Montalcino 2012 Talenti – Cantina storica del comprensorio sud di bella costanza qualitativa. Olfatto di gran classe: fiori, spezie, agrumi, sacrestia; palato leggero e succoso, bel frutto in primo piano, un po’ d’alcol a marcare, gli manca solo un po’ di “ciccia” ma si beve golosamente. 90
Brunello di Montalcino Montosoli 2012 Altesino – Altra etichetta dal curriculum importante, frutto di una vigna di circa 50 anni. Naso molto preciso, ancora segnato un po’ dalle barriques, china, cuoio, terra, carne cruda; bocca di buon equilibrio, lievi cenni di calore alcolico ben bilanciati, grande materia, frutto purissimo e maturo, chiusura minerale. 90
Brunello di Montalcino 2012 Le Potazzine – Chiudiamo con un classico della “nouvelle vague” montalcinese, un vino che negli ultimi lustri ha convinto un po’ tutti e che quest’anno si conferma di alto livello. Profumi di ciliegia, tabacco, alloro, mela, viola; tannino molto soffice, la mano di Giuseppe Gorelli si fa sentire, è dinamico e contrastato, finale freschissimo e pulito. 90