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Pasquetta ad Istei

di Battista Urru

04/04/2017

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Il cuore della media valle del Tirso è sicuramente rappresentato dal lago Omodeo e dalle colline che si innalzano, non troppo arditamente, dalle sue sponde. Intorno al grande specchio d’acqua, aggrappati ai costoni prospicienti, s’affacciano tanti piccoli villaggi le cui popolazioni ancora conservano, quasi del tutto intatte, antiche consuetudini agricole, pastorali ed alimentari, perpetuando usi e costumi ancestrali di cui vanno fieri. Purtroppo l’attuale tenore di vita non consente più a quelle popolazioni di ottenere dal loro lavoro risultati economicamente gratificanti, ed ha sempre costretto e costringe i giovani a lasciare i propri villaggi per cercare altrove occupazioni meno faticose e più remunerate. La popolazione di questi villaggi negli ultimi anni si è notevolmente ridotta e qualcuno di essi rischia di scomparire. Chi però riesce a rimanere, qui vive serenamente seguendo i cicli stagionali e godendo di quanto la natura riesce ancora a donare sia spontaneamente che con il lavoro. 
   Il comune di Bidonì, abitato da sole 150 persone, è sicuramente il meno popolato del circondario. Adagiato sulla sponda sinistra del Tirso, sorge ad un’altezza di 150 metri sul livello del mare e di 50 metri sul livello massimo del l’invaso. Il suo territorio si estende prevalentemente verso valle, degradando dolcemente fino a raggiungere le sponde del lago. Il variare delle stagioni rende il suo territorio particolarmente piacevole in ogni periodo dell’anno, raggiungendo il suo massimo rigoglio e rendendolo particolarmente gradevole nel periodo primaverile.
   Nonostante l’esiguità della popolazione, la comunità è particolarmente attiva, anche culturalmente dando risalto ad antiche consuetudini ed allo studio del territorio ricco di antichi insediamenti del periodo nuragico, romano e medievale, per la maggior parte sommersi dalle acque del lago. In particolare la Pro Loco, con l’istituzione di un museo fuori dagli schemi, tende a valorizzare le antiche consuetudini della magia, dei guaritori e dell’Inquisizione ancora variamente ricordate dagli anziani in tutti i villaggi della Sardegna.
   Il giorno di Pasquetta il villaggio esprime la sua massima espressione di socializzazione, organizzando sotto la guida sapiente dell’Amministrazione e della Pro Loco, un grande pranzo sociale sulle rive del lago in località Istei, alla quale partecipa tutta la popolazione residente ed a cui si aggiungono gli emigrati che riescono a sfruttare la brevità delle festività pasquali per tornare per qualche giorno al proprio villaggio per rivedere i parenti e gli amici. La notorietà della manifestazione ha invogliato molte persone che non fanno parte della comunità a godere di questa occasione tanto che, negli anni appena trascorsi, si ha avuto occasione di preparare un pranzo collettivo di circa 800 persone, senza contare tante altre che, preferendo rimanere in compagnia ristretta si  sono sparse a gruppi nel territorio circostante, raggiungendo almeno 5.000 villeggianti.
   Il pranzo di Istei raggiunge di conseguenza alti livelli di socializzazione e di effettivo riposo, sia fisico che mentale, e almeno per un giorno di sana indimenticabile allegria.
   Il pranzo incomincia alle 13, ora canonica prandiale, ma si consiglia di arrivare presto per godere della campagna in fiore con riposanti passeggiate e dare uno sguardo al museo de sa Majàrza che rimane aperto tutto il giorno a disposizione dei vistatori.
   Alle 13 dunque, tutti a tavola!  Si sente già nell’aria il profumo dell’arrosto degli agnelli, ma prima gli antipasti: prosciutto e salsicce! Il primo piatto è costituito da malloreddus conditi con un ottimo sugo. Gli arrosti di agnello sono un trionfo! La carne, gustosa e saporita, perché l’agnello ha già brucato l’erba fresca, si sfila direttamente dallo spiedo, ancora fumante, e viene accompagnata da verdure fresche rinfrescanti. Seguono i formaggi ovini ed infine i dolci preparati dalle donne del paese: in prevalenza pardulas, il dolce che in antico si preparava il Giovedì Santo ed attualmente viene prodotto tutto l’anno, tanto da diventare uno dei dolci sardi più caratteristici: ma questi di Pasqua sono certamente i più saporiti perche viene utilizzata la ricotta o il formaggio fresco reso più saporito dalle erbe profumate della primavera. Tutto il pranzo è accompagnato da ottimo vino rosso e dalla doverosa presenza dell’acqua e da quella, più abituale per i giovani ed i ragazzi, di bibite commerciali.
      Tutti i prodotti proposti provengono da piccole aziende che producono a norma delle vigenti leggi nazionali, che, proprio perché di piccole dimensioni, mettono più cura nel conservare le proprietà ed i gusti genuini del prodotto. Gli insaccati sono prodotti da Monte Linas; i formaggi dalla Società Agricola Ovina Marghine; gli ortaggi provenienti dal campidano di Oristano; gli agnelli rigorosamente marchiati IGP (Indicazione Geografica di Provenienza) provengono dagli allevamenti sardi e macellati secondo le attuali norme sanitarie; il vino proviene dalle cantine del Mandrolisai.
  
 
 
 
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