Notizie e Recensioni
La Cooperativa Vitivinicola Cellatica Gussago
29/11/2019
La
Cooperativa Vitivinicola Cellatica Gussago
Soc. Coop. Agricola è una realtà unica nel panorama della Franciacorta.
La cooperativa è formata solo da
piccoli proprietari terrieri.
I
vigneti si trovano nei comuni di Cellatica, Gussago, Rodengo Saiano e in altri Comuni della Franciacorta vicini al capoluogo Brescia.
La gestione della Cooperativa è affidata al Presidente
Mauro Tognoli. Punto di forza della Cooperativa, oltre alla conduzione dei vigneti di proprietà, è il
Servizio Lavorazione e Conduzione Vigneti a disposizione dei Soci che ne fanno richiesta.
Tra i vari vini prodotti è da segnalare il
Cellatica Rosso, il cui nome deriva da “Cella”, cioè Cantina, in quanto già dal 1500 il territorio di Cellatica era noto per l’alta qualità dell’uva prodotta.
Dal
1979, tra i primi produttori della zona, la Cooperativa ha iniziato la conversione dei vigneti per la produzione del
Franciacorta.
La Cooperativa Vitivinicola nasce ufficialmente nel 1952, ma i suoi “pionieri” mossero i primi passi anni prima, gettando le basi per la realtà depositata dal notaio. Accordi schietti come il vino che viene tutt’ora prodotto e affinato da grandi enologi, 70 anni dopo.
Attualmente ci sono 55 soci e la produzione si attesta sulle 250mila bottiglie/anno.
“Una funzione sociale divenuta lavoro e tradizione”
Il Presidente, Mauro Tognoli
“Oggi la cooperativa, dopo mesi di analisi di quanto è stato il passato, di quanto si è costruito in decenni di impegno e di lavoro, pur salvaguardandone storia e tradizione, è stata profondamente rinnovata, anche all’interno del Consiglio di Amministrazione, portando delle figure di giovani che hanno anche la delega per seguire i vari discorsi ‘tecnici’ che ci riguardano. All’interno di questo nuovo sistema gestionale dell’azienda sono anche state rinnovate figure a livello amministrativo, commerciale, affiancate ad altre realtà, pure con l’assunzione di giovani”.
Perché questa serie di scelte, Presidente Tognoli?
“Questo perché, anche se la cantina era efficiente, aveva bisogno di una rivisitazione a livello generale per affrontare con criteri moderni la concorrenza che, nel settore vitivinicolo, è particolarmente agguerrita. Oggi quanto vogliamo mettere in risalto sono due aspetti: ottimizzare la nostra realtà, collocata in un contesto come quello franciacortino e valorizzare il nostro prodotto. Stiamo sostenendo e dando il giusto riconoscimento alle realtà territoriali. Abbiamo poi al nostro interno una realtà che è legata a una Doc, il
Cellatica Superiore, che ci porta e porterà grandi soddisfazioni, una realtà costituita da vitigni eccellenti, che stiamo sostenendo con forte convinzione”.
La nascita ufficiale
Il tempo degli uomini
“L’anno millenovecentocinquantadue addì 9 febbraio (9.2.1952), in Brescia nel mio studio Notarile in via Gramsci n.8, avanti a me Dott. Andrea Bettoni di Giacomo, notaio residente in Brescia, iscritto presso il Collegio Notarile di Brescia, senza l’assistenza di testimoni per espressa rinuncia fattane dalle parti con il mio consenso a norma dell’art. 48 della Legge Notarile, sono personalmente comparsi i signori:
Lantieri di Paratico Federico, fu Federico, nato e residente a Capriolo, possidente.
Trebeschi Giovanni fu Andrea, nato e residente a Brescia, possidente.
Giavarini don Giuseppe, fu Angelo, nato a Pontoglio e residente a Cellatica, Sacerdote.
Gosio Erminio di Battista, nato e residente a Gussago, possidente.
Trebeschi Elettra ved. Maggi fu Arnaldo, nata e residente a Cellatica, possidente.
Panciera di Zoppola Teresa fu Girolamo in Mazzola, nata a Brescia e residente a Cellatica, possidente.
Salvi Roberto di Emilio nato e residente a Brescia, possidente.
Trebeschi, avv. Cesare fu Andrea, nato e residente a Brescia, possidente.
Togni Cav. Virgilio fu Giacomo, nato a Brescia e domiciliato a Gussago, possidente.
Persone delle cui identità personali io notaio sono certo, aventi piena capacità giuridica, i quali convengono e stipulano quanto segue:”.
E’ l’atto formale di quella vicenda, nata verbalmente qualche anno prima, già pronta nell’essere prima di divenire realtà ufficiale, che oggi compie settant’anni di vita.
Non a caso il notaio Bettoni, sintetizza sulla carta che poi verrà registrata a Brescia, la visione di questo gruppo di autentici pionieri. Continua così, l’atto originale:
“1) È costituita fra le persone sopra citate una Società Cooperativa a responsabilità limitata sotto la denominazione ‘COOPERATIVA VITI VINICOLA CELLATICA - GUSSAGO’ Società Cooperativa a Responsabilità Limitata.
Il libro, la narrazione
Roberto Barucco
e Marco Rossi
Questa è una storia che inizia con una serie di incontri, di scambi di opinioni, confronti, forse anche a margine di una cena arricchita con quei vini che sono radice e parte stessa della nostra terra, delle dolci colline di Cellatica, Franciacorta. Una vicenda d’uomini, di appartenenze, antiche passioni, gusto della sfida. Basta uno sguardo dritto negli occhi, per capirsi. Una stretta di mano che, decisa, pulita, suggella un patto, destinato a essere ratificato dalle carte bollate, certo, secondo la prassi e le regole, ma, nei fatti, già vivo da alcuni anni rispetto alla procedura ufficiale, operativo, pulsante, carico di promesse per l’avvenire.
“La polvere degli archivi non mancava - dice Roberto Barucco, autore dei testi - , dalle parti della cantina, questa volta proprio la cantina, di Cellatica. Apparve l’atto costitutivo del 1952 e altro materiale, Statuto, relazioni notarili, cessioni di terreni. Il collega Rossi arrivò con il suo piano delle interviste. Si iniziò ad ascoltare, a scrivere, anche a quattro mani. Fu storia di qualche mese.
La passione, il fascino del vino, dal filare alla bottiglia pronta da stappare e gustare, era presente in ogni dichiarazione, la ritrovavamo in ogni riga, in ogni pagina. Ne scaturì una bella testimonianza collettiva, arricchita dalle fotografie dell’amico Gabriele Strada, da immagini di repertorio, da quel viaggio nel passato, risalendo a ritroso a settant’anni fa, quando i primi pionieri crearono la realtà bella della Cooperativa Vitivinicola.
Le etichette d’allora e di oggi, le ipotesi per il futuro, il “vino dei soci”, i bianchi, il “Cellatica Rosso”, divennero parte del vocabolario quotidiano mio e di Marco, mentre il testo prendeva corpo e spessore. Ora siamo arrivati alla conclusione del nostro lavoro di giornalisti. Ovviamente ci scusiamo in anticipo per eventuali omissioni o per non avere citato tutto il citabile. Lo spazio non lo ha consentito, ma siate consapevoli che ogni singolo componente di questa realtà, ogni persona, è presente nel nostro “grazie” più sincero. Il “prodotto libro” è pronto da sfogliare, annusare, leggere. Noi siamo contenti di aver avuto parte in questa bella avventura”.
Il “Santo vino” di Cellatica
Mons. Claudio Paganini
Parroco di Cellatica
Per fortuna esiste ancora qualcuno che ama la terra ed è disposto al lavoro e al sacrificio, affinché tra i suoi frutti principali siano annoverati la vite e il vino. Soltanto la buona terra può generare del buon vino. E dal vino buono riconosci un popolo buono, benedetto da Dio.
Quale bevanda della gioia, della vita di ogni giorno e della festa, il vino non può certo mancare all’interno di un percorso religioso. Ricco di significati e simbolismi diversi, il vino è presente nelle tre principali religioni monoteistiche con valenza diversa: nel cristianesimo e nell’ebraismo è di fondamentale importanza; viceversa, nel mondo islamico è un tabù da evitare perché porta a uno stato di ebrezza che allontana il fedele del suo rapporto con Dio.
Nella Bibbia il termine “vino” comprare vino 224 volte. Nell’Antico Testamento è considerato il simbolo di tutti i doni provenienti da Dio: non poteva mancare nei banchetti e in sua presenza si pronunciava una preghiera di ringraziamento a Dio. Ancora oggi il simbolo del benessere in Israele è raffigurato con due portatori di uva. Nel Nuovo Testamento l’acqua tramutata in vino alle nozze di Cana rappresenta il primo miracolo compiuto da Gesù, mentre nell’ultima cena e nelle celebrazioni di ogni giorno diviene il “sangue di Cristo”, “bevanda di salvezza”.
Non stupiamoci, dunque, se nel corso dei secoli il vino è diventato motivo di rispetto religioso e di crescita all’interno della comunità di Cellatica. Una realtà capace di unire e declinare la sacralità del vino con i fatti della vita.
Secondo una tradizione presente nell'archivio notarile nel XVI e XVII secolo scopriamo l’usanza dei nostri antenati di donare spesso del vino alla Parrocchia come lascito testamentario in aggiunta a lasciti in denaro o terreni al fine di far celebrare un adeguato numero di messe di suffragio per le loro anime.
Nel 1600, i capifamiglia di Cellatica (oggi diremmo l'Amministrazione Comunale) decidono la ricostruzione della Chiesa Parrocchiale destinando il 3% della produzione vinicola per finanziare i lavori. Il Santuario della Madonna della Stella è stato per secoli beneficiario di offerte in vino. E ancora oggi la cantina della canonica conserva tre grosse botti per la raccolta e la conservazione del vino.
Per queste ragioni storiche, nella festa patronale di San Giorgio è stato riscoperto il dono della “Uliatica” (è questa una piccola botte contenente del vino) che il sindaco dona al parroco. A sua volta il parroco ricambia donando del “vin santo” alla giunta comunale e alle associazioni operanti nel paese. Il vino donato è ricambiato con del vino “santificato”. Nella simbologia del dono è racchiuso un simbolo di concordia e di collaborazione per realizzare il bene comune rimettendo al centro il vino, un tempo prodotto principale del territorio.
La storia di questa terra cellatichese si arricchisce con il lavoro della Cooperativa dei Soci che si trova a vivere il rilancio della propria attività lavorativa. In un terra benedetta da Dio per qualità e fecondità delle vite, il vino diventa sintesi tra spirituale e umano, tra fede e tradizione, tra lavoro e benessere. Alla Cooperativa dei Soci giunga il mio più fervido augurio perché sappiano conservare e promuovere sempre più la prosperità di questo territorio.
La testimonianza
L’avvocato Cesare Trebeschi e la Cooperativa Vitivinicola
La storia, la passione, la schiettezza dei pensieri e delle immagini, si uniscono nei tratti che fanno d’un galantuomo come l’avvocato Cesare Trebeschi, già sindaco di Brescia, di Cellatica, assessore all’Agricoltura in Provincia, padre storico e ideale della Cooperativa Vitivinicola, un autentico punto di riferimento. Una testimonianza lucida, caricata da uno spiccato senso dell’umorismo, trasformano una breve intervista in uno spunto di riflessione, dove passato, alpini e Nikolajewka Cellatica, il sogno d’una Italia che rinasce, divengono tutt’uno con la parola rispetto.
“Mi pare che, la memoria, sa (sorride l’avvocato Trebeschi dall’altro lato della sua scrivania, un po’ sornione, ricordandosi ovviamente benissimo volti e date), il primo presidente a Cellatica fosse Federico Lantieri, che allora era colonnello, ma era ancora prima il capitano degli alpini che a Nikolajewka dopo il generale Reverberi, aveva gridato ‘Tridentina avanti!’…
…“È una vicenda, quella della Cooperativa vitivinicola di Cellatica, che è un poco legata a quel Consorzio della Franciacorta a cui accennavo prima. Nel senso che il Consorzio c’era, teoricamente, con funzioni di promozione dell’agricoltura, ma di fatto, per quanto riguarda Cellatica, la funzione principale era di raccogliere il contributo o poco di più. Mi par di ricordare che per costruire la cantina ci fosse però la possibilità di farlo come Consorzio e, ricordiamolo, il Consorzio era una via di mezzo tra pubblico e privato. È di fatto obbligatorio, il che vorrebbe dire pubblico, ma gestito in forma privata. Quindi, ritenendo opportuno passare da una prima esperienza di collaborazione tra cantine, vedemmo di cercare insieme il mercato, tuttavia mantenendo le cantine che già esistevano. Naturalmente questo è risultato piuttosto complesso.
Si decise comunque di costruire la cantina, ma servivano i denari. Per fare i mutui era utile passare dal Consorzio, cioè che lo chiedesse il Consorzio: c’è stato un certo ‘tira e molla’ e alla fine si è riusciti a ottenere un mutuo a condizioni eque, non so per quale ragione, allora io mi occupavo solo marginalmente della vicenda. In quel periodo ero sindaco di Cellatica
“Ottima qualità, con ulteriori margini di crescita”
L’enologo, Cesare Ferrari
“Stiamo ancora lavorando su vini che ha realizzato il nostro precedente collega, Corrado Cugnasco e troviamo delle qualità ottime, di livello superiore agli standard che ci si aspetta in cooperative che non hanno a volte la possibilità di gestire le cose come conviene. Quello che noi stiamo apportando adesso è un affinamento, senz’altro sui vini bianchi prodotti con l’ultima vendemmia, dove abbiamo adottato un sistema di vinificazione diverso, molto più severo, per cui abbiamo ottenuto delle basi spumanti, a detta del cantiniere più profumate rispetto agli scorsi anni. Naturalmente questo dipende dalla vinificazione in se stessa, dal controllo delle temperature, dalla scelta del vino: infatti stiamo cercando di convincere questi produttori che portano l’uva a farla vendemmiare non quando dicono loro, ma quando lo riteniamo opportuno noi. E piano piano ci stiamo avvicinando al risultato che vogliamo. Sulla lavorazione, invece, dei vini rossi che abbiamo trovato, attraverso l’apporto del legno in maniera non invasiva riusciamo ad avere dei profumi e dei sapori come proprio deve essere un vino da bottiglia. Nel senso che, senza incidere eccessivamente, riusciamo a portare quel tocco, quella ‘pennellata’ finale a questi vini che, ripeto, abbiamo già trovato proprio buoni. Ora vogliamo portarli a divenire ancora migliori, come avveniva nelle ‘botteghe’ dei grandi pittori, quando il maestro portava quel plus conclusivo, la firma.
Una pagina importante della viticoltura cooperativa bresciana
Marco Menni
Presidente Confcooperative Brescia
La Cooperativa Vitivinicola di Cellatica è protagonista da settant’anni nel comparto vitivinicolo cooperativo bresciano raggiungendo risultati di rilievo, sia dal punto di vista economico che cooperativistico.
Una realtà radicata sul territorio, quello di Cellatica e della Franciacorta, i cui soci, senza venir mai meno ai principi cardine della cooperazione, hanno contribuito al processo di cambiamento e modernizzazione del tessuto produttivo agricolo locale.
Dietro questo anniversario, quindi, non si può non riconoscere la fatica, l’impegno, il profondo legame con la comunità locale e l’adesione allo spirito di appartenenza al movimento cooperativo.
La cooperazione nel settore agricolo vede due fasi di grande crescita: la prima nel decennio 1951-1960 in cui le cooperative hanno dato una risposta alla grave crisi occupazionale ed ai disagi sociali determinati dall'esodo dalle campagne e dalle conseguenti trasformazioni del panorama agrario.
La seconda, che comprende gli anni che vanno dal 1971 al 1980, segnata dall'opera dei Cata (i Centri di Assistenza Tecnico Agraria) dei quali fu promotore negli anni Sessanta, l'Assessore all'agricoltura della Provincia Cesare Trebeschi, in cui si diede risposta alle grandi trasformazioni produttive dell'agricoltura bresciana.
Gli anni 2000 sono stati invece caratterizzati dal consolidamento delle attività economiche e commerciali, sino ad arrivare agli anni della crisi finanziaria del 2009, anni in cui la cooperazione è comunque sempre stata in grado di affiancare, supportare ed accompagnare i propri soci dagli scossoni e bruschi assestamenti della finanza.
Le sfide future saranno prevalentemente rivolte al
ricambio generazionale: sarà fondamentale formare nuovi soci che sappiano e conoscano quali siano i valori ed i principi della cooperazione;
all’integrazione di filiera e
distintività dei prodotti e dei marchi.
In futuro sarà sempre più importante l’approccio “
green” alla necessità di fare impresa: la transizione verso un’economia pulita sta già determinando una modifica strutturale all’interno dell’occupazione nei paesi avanzati e in quelli emergenti. Il bisogno di soddisfare un consumatore sempre più attento e sensibile alle tematiche ambientali non potrà che condizionare e modificare le attuali tecniche produttive e strategie commerciali.
Grazie, quindi, a questa cooperativa e a tutti i soci che hanno scritto fino ad ora una pagina importante della viticoltura cooperativa bresciana; buon lavoro e buon futuro invece ai futuri amministratori, ai quali spetta il compito di tenere viva questa preziosa eredità che deve potersi rinnovare nelle generazioni future.
SITO UFFICIALE COOPERATIVA
www.cvcgwine.it/vini
ORGANIGRAMMA
Presidente
Mauro Tognoli
Vice Presidente
Raffaella Muscojona
Consiglieri
Renato Frassine, Biagio Notario, Lodovico Rovetta, Stefano Toninelli
Amministrazione
Alessandra Lonati
Commerciale
Marco Fisogni
Responsabile tecnico
Stefano Toninelli
Responsabile di cantina
Diego Andreoli
Enologo
Cesare Ferrari, Valentina Papeschi
Collegio sindacale
Dott. Claudio Belleri,
Rag. Alberto Narra, Dott. Paolo Narra,
Dott. Gianfranco Musicco, Dott. Francesco Forbek