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L' Assoenologi Sardegna non ci sta e lancia un grido d'allarme

di Angelo Concas

21/07/2020

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L' Assoenologi Sardegna non ci sta e lancia un grido d'allarme con una
tavola rotonda contro l'adeguamento delle normative comunitarie, al fine di salvaguardare il patrimonio viticolo e storico della Sardegna.

Oggi 21/7/2020, in diretta web alle ore 16,00, si terrà una tavola rotonda organizzata dell'Assoenologi Sardegna per discutere sull'adeguamento delle normative comunitarie che potrebbero avere possibili e pesanti ricadute sui vini a denominazione di origine protetta della Sardegna. 

L'obiettivo è quello di trovare soluzioni che possano salvare il patrimonio viticolo e storico della Sardegna. 

Alla tavola rotonda parteciperanno: alcuni esperti italiani tra i più autorevoli in campo legislativo, l’Assessorato all' Agricoltura, i Consorzi di Tutela, l’Università di Agraria con i docenti del corso di viticoltura ed enologia, gli enti regionali di ricerca e formazione, associazioni di categoria e la stampa specializzata. 

"L'incontro", mi spiega Mariano Murru presidente di Assoenologi Sardegna, "ha l’obiettivo di mettere in evidenza e portare a conoscenza del comparto e dell'opinione pubblica, i rischi ai quali la nostra Regione potrebbe andare incontro se le nuove regole di adeguamento alle norme comunitarie venissero applicate senza tenere conto della specificità del nostro patrimonio viticolo, della storia e delle tradizioni che contraddistinguono la nostra isola. 
Nello specifico L’adeguamento del DM del 13 Agosto 2012, al nuovo regolamento UE n°33/2019 e alla legge n°238/2016 comporta, in particolare, la modifica dell’allegato n° 1 contenente l’elenco delle varietà di vite o sinonimi distintivi costituenti una DOP, il quale prevedeva la dicitura:“La protezione si applica al nome intero, compresi i suoi elementi costitutivi, purché siano di per se distintivi". Non sono protetti gli elementi non distintivi o generici di una DOP o di una IGP. Il nuovo regolamento non prevede più questa frase e quindi il Mipaf ha ritenuto di eliminare dall'elenco 11 DOP che comprendono 5 DOP sarde:
Cannonau di Sardegna; Nuragus di Cagliari; Nasco di Cagliari; Giro di Cagliari; Sardegna Semidano. Queste DOP, dunque non saranno più blindate, ma i vitigni che ne fanno parte potranno essere utilizzati in altri territori al di fuori della nostra isola e nelle indicazioni in etichetta. Tra questi vitigni più esposti ci sarà sicuramente il Cannonau, diffuso e commercializzato in altre regioni con sinonimi e che gode di grande interesse da parte dei produttori di altre regioni per la maggiore notorietà e quindi appetibilità commerciale rispetto ai sinonimi equivalenti, ad esempio il Tocai rosso prodotto in Veneto,  l'Alicante prodotto in Toscana, il Gamay del Trasimeno prodotto in Umbria e il Bordò prodotto nelle Marche".

Riflettendo sulla modifica, Mariano Murru mi dice, "non possiamo non soffermarci sulla frase “carattere distintivo". Credo vivamente che in particolare il Cannonau, ma anche gli altri vitigni sardi citati, meno conosciuti, ma altrettanto identitari rappresentino per la Sardegna una bandiera, un elemento fortemente distintivo e tale da non poter parlare delle tradizioni e della cultura della Sardegna senza includere Il Cannonau e viceversa. 

Il Cannonau, è uno degli elementi identitari, un simbolo della nostra isola. Un legame rafforzato recentemente dalle scoperte archeologiche, che ne attestano la presenza in Sardegna da migliaia di anni e da analisi genetiche che  mostrano importanti differenze rispetto ai suoi sinonimi".

Conclude Murru, "siamo sicuri che, sfatando la proverbiale nomea, sapremo noi sardi lavorare tutti uniti per il raggiungimento di un obiettivo comune per la salvaguardia e la valorizzazione di un patrimonio inscindibile dalla nostra terra, indicando in maniera attenta e puntuale e soprattutto celermente le nostre ragioni".
 
 
 
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