Saperi e sapori

Ode alle More...di Cazzano!

di Bernardo Pasquali

06/07/2008

 Non preoccupatevi, non si tratta di qualche bella ragazza del piccolo paese in fondo alla Val Tramigna... Si tratta invece di una delle più interessanti ciliegie che si possano trovare in commercio. A mio avviso quella che offre le migliori soddisfazioni quando si porta al palato. Scura di colore, di una tonalità che va dal rubino scuro al viola nero. Un forte contenuti di antociani e di polifenoli che la fanno essere la più scura della sua categoria. Il succo è altrettanto colorato di viola e ricchissimo di sensazioni fruttate, di sapidità e di zuccheri che la rendono particolarmente dolce, ideale a crudo oppure nelle straordinarie crostate della nonna. Cazzano di Tramigna è il piccolo comune da cui hanno preso il nome. Si incunea tra filari di vigneti in una delle più suggestive vallate del veronese che si spingono su su fino alle pendici dei Lessini. Attorno alle case ciliegi, olivi e soprattutto viti di Garganega da cui si ottiene il vino Soave. Dall'alto fa ben guardia la rocca del Castello di Illasi testimonianza delle antiche torri che sorvegliavano gli accessi verso nord del tempo degli scaligeri. La ciliegia Mora di Cazzano quest'anno ha subito, come del resto tutte le ciliegie, il fattore meteorologico non favorevole dettato da eccessiva pioggia che le ha fatte marcire direttamente sulla pianta e ha costretto moltissimi produttori a lasciarle sul campo. In effetti il succo quest'anno non era dei livelli di altre annate, meno denso, meno zuccherino, meno colorato. La Mora è una ciliegia che non produce molto, è una di quelle razze autoctone veraci che da centinaia di anni sono legate alla storia di questo territorio e del territorio veronese. In pratica da Cazzano poi si è espansa nelle vallate vicine e in particolar modo nella vallata d'Alpone e nel comune di San Giovanni Ilarione e Montecchia di Crosara. Da alcuni anni si sta osservando una lenta diminuzione delle piante poste a dimora. Oggi vanno le selezioni clonali più moderne, quelle che producono molto e precocemente. Si sa il mercato detta legge. Eppure chi prova le More non torna facilmente indietro. Non c'è paragone di intensità aromatica e complessità di frutto. Anche in questo caso si sta assistendo alla perdita di valore di un frutto storico per colpa delle dinamiche commerciali. E' pur vero che non si può e non si deve fare sempre della poesia ma a volte penso che si stia perdendo il senso del gusto e del valore delle produzioni tipiche. Le meno tutelate. La Mora di cazzano val bene più attenzione da parte delle categorie produttive e delle amministrazioni locali affinchè possano intavolare strategie commerciali di qualità perché non si perda anche questa bella testimonianza agroalimentare unica. E poi senza More di Cazzano come si fa? Bernardo Pasquali