Saperi e sapori

Se il cibo diventasse un po’ più biologico

06/11/2008

 

 

 

Cuochi e produttori: insieme per salvaguardare una sana alimentazione

Sino ad oggi la produzione del cibo è stata controllata dalla “grande agricoltura” che si prefiggeva obbiettivi quali il “tonnellaggio medio” e “raccolti da record”.
Ma puntare a raccolti abbondanti, ad ogni costo ha un prezzo; oggi più che mai
la produzione del cibo dipende dal petrolio, sotto forma di fertilizzanti e pesticidi, delle distanze che i prodotti agricoli coprono per raggiungere le nostre tavole e dell'energia necessaria all'industria di trasformazione.
Con il petrolio che ha superato i 140 dollari al barile, le piccole e medie aziende agricole, quelle che non inquinano, che producono prodotti più sani e saporiti, che fanno minor uso di macchine, pesticidi e fertilizzanti, e non si basano sul petrolio, stanno acquistando competitività. Questo processo può essere ulteriormente incoraggiato smettendo di calcolare il costo degli alimenti in base alla loro quantità e iniziando a pensare in termini di valore nutritivo del prodotto stesso.
In tal caso la richiesta di alimenti di qualità aumenterebbe notevolmente. Rispetto agli alimenti da “agricoltura convenzionale”, frutta e verdura “organiche” contengono il 40 % di sostanze nutrienti in più. Anche gli animali lasciati liberi di pascolare producono carne e latticini più ricchi di beta-carotene e di acido linoleico coniugato.
Per avere cibi sani e sapori gustosi è necessario coltivare buone piante in terreni sani e ricchi di nutrienti naturali. Incoraggiare questo tipo di produzioni non equivale ad essere nostalgici dello stile di vita dei nostri nonni, ma significa guardare al futuro all'era dello sfruttamento dell' energia solare gratuita e dell'impiego degli scarti di una specie per farne cibo per un'altra specie.
I cuochi possono contribuire notevolmente al progresso del nostro modo di alimentarci, sia continuando ad esigere materie prime sempre più gustose sia favorendo l'acquisto di prodotti locali e stagionali. Ma ciò non basta, bisogna sostenere un sistema in cui le aziende agricole si possano organizzare per commercializzare e promuovere i loro prodotti sotto un marchio collettivo limitando i costi e l'impatto ambientale. Per accompagnare questo importante processo di cambiamento è necessario educare le persone a cui affidiamo i raccolti, attraverso le Università e gli Istituti Agrari , e dare consapevolezza ai cuochi dell'importanza del loro ruolo nel momento in cui scelgono i prodotti da portare in cucina.
Affidiamo il futuro della nostra agricoltura ai cuochi e a chiunque nutra rispetto
per ciò che mangiano e di come viene cucinato.
Non abbiamo mai creduto al motto “più è meglio” e non perché ci rendesse troppo dipendenti dal petrolio, ma perché non ha mai portato nulla di buono sulle nostre tavole. Una cucina realmente “succulenta” ispirata alle sane tradizioni contadine nasce dal connubio tra agricoltura sana e buona alimentazione. E' sempre stato così, e dovremmo esserne grati.
Il futuro appartiene ai buongustai !!

Coordinatore didattico: Roberta Paccusse

In collaborazione con Italcook Master Italian Cooking :

www.italcook.it