Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
21/01/2009
Il pubblico torna a premiare i vini bevibili, meno alcolici e più adatti alla tavola, e il Bardolino cresce: 32 milioni e mezzo le bottiglie vendute nel 2008. Boom del Chiaretto, versione rosata del Bardolino: l'incremento delle vendite è del 40% nell'ultimo biennio.
Che sia in atto un'inversione di tendenza nei gusti dei consumatori? Se lo stanno chiedendo molti addetti ai lavori nel settore vinicolo. Le evidenze relative all'andamento della denominazione veronese del Bardolino, vino che gioca tutte le sue carte sulla piacevolezza e sulla bevibilità invece che sulla concentrazione e sull'alcolicità, sembrerebbero dire di sì. Nel 2008 la doc del Bardolino ha fatto segnare un incremento del 3% nelle vendite, ed il dato è ancora più significativo se si tiene presente che la vendemmia 2007 aveva visto un calo della produzione del 4%. Variazioni di tutto rispetto, considerando la crisi finanziaria mondiale, ma anche le dimensioni non certo irrisorie del comparto bardolinese: 32 milioni e mezzo di bottiglie.
Il presidente del Consorzio di tutela del Bardolino, Giorgio Tommasi è ottimista: "Dopo un lungo periodo di dominio dei vini alcolici, strutturatissimi, tannici ed oltretutto costosi, avvertiamo un ritorno ai vini più freschi, adatti alla tavola e che non presentino costi eccessivi, ed il Bardolino indubbiamente risponde in pieno a queste caratteristiche. In più, nel nostro territorio sono entrati in produzione i nuovi vigneti piantati negli ultimi anni, e questo, insieme all'impegno dei produttori, ha contribuito ad una sensibile crescita della qualità dei nostri vini, che nel 2008 hanno finalmente incominciato a ricevere importanti riconoscimenti anche dalla critica".
Andando a vedere il dettaglio delle singole tipologie del Bardolino, il riscontro più eclatante è quello relativo al Chiaretto, la versione rosata, che nel 2008 ha fatto segnare un più 15% annuo nelle vendite, superando gli 8,7 milioni di bottiglie e piazzando sul mercato addirittura un milione di bottiglie in più rispetto all'anno prima. La marcia del Chiaretto è considerevole: nel 2006 se n'erano venduti poco più di 6 milioni di bottiglie, nel 2007 i pezzi commercializzati erano stati 7,6 milioni, ora eccoci a quasi 9 milioni. In due anni l'ascesa è stata superiore al 40%. Oggi il Chiaretto vale il 27% del totale del vino prodotto nel territorio del Bardolino.
Regge molto bene il Bardolino tradizionale, quello ovviamente vinificato in rosso dalle uve di Corvina, di Rondinella e di altre eventuali varietà minori: 22,6 milioni le bottiglie vendute nel 2008, un valore uguale a quello del 2007 (le vendite del 2006 erano state pari a 21,7 milioni di pezzi). Il Bardolino "in rosso" ha un peso del 70% sul totale dei vini prodotti nell'ambito della doc rivierasca del Garda.
Marginali le altre due tipologie: il Superiore è attorno all'1% soltanto del totale dei vini bardolinesi, con una produzione stabilmente attorno alle 300 mila bottiglie, mentre il Novello, prodotto tipicamente stagionale, è sceso sotto le 900 mila bottiglie complessive.
"L'andamento di mercato - commenta il presidente del Consorzio - è incoraggiante. Nel 2008 abbiamo venduto quasi un milione di bottiglie in più rispetto all'anno prima e di noi e dei nostri vini si è ricominciato a parlare con attenzione. Resta il problema dei prezzi delle uve, che sono remunerate a valori ancora troppo bassi. C'è però da dire che già nell'ultima annata la forbice si è aperta significativamente, seppur su quantitativi limitati. Speriamo che questa tendenza, destinata a premiare gli sforzi di chi lavora in campagna, possa diventare strutturale nel 2009" .