Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
02/02/2009
Piove sul bagnato in casa del Gambero Rosso. Come se non bastassero le difficoltà economiche, aggravate dal mistero su i veri proprietari, arriva una tegola di quelle davvero pesanti perché capace di distruggere la credibilità della intera azienda. Ecco i fatti: il 24 settembre 2004 nel corso di una trasmissione di Report dal titolo “in vino veritas” il giornalista Sandro Sangiorgi denunciava il fatto che gli editori della guida dei vini del Gambero Rosso (cioè l’editore della rivista G.R.H. S.p.A. e Slow Food editore S.p.A.) avevano imposto che nella guida comparisse un vino che alla degustazione era risultato insufficiente. Tutto questo perché il produttore di quel vino era buon inserzionista. Insomma la presenza nella prestigiosa guida guadagnata non con la qualità del vino (giudicato dal curatore della guida insufficiente) ma grazie ai soldi investiti su i mezzi della casa editrice.
Sandro Sangiorgi all’epoca dei fatti era il curatore della guida e a seguito della imposizione dei suoi editori se ne andò sbattendo la porta e denunciando l’accaduto. Sempre nel corso della stessa trasmissione Daniele Cernilli, informato della denuncia di Sangiorgi disse :” se lui questo lo afferma pubblicamente lo querelo”.
Cernilli è uomo di parola e puntualmente Sandro Sangiorgi si vide querelato dalla G.R.H. società editrice del Gambero Rosso e da Slow Food editore S.p.A. coeditore della guida dei vini. I querelanti chiedevano oltretutto al giudice di condannare Sangiorgi a pagare 500.000 euro per i danni subiti a seguito delle dichiarazioni diffamatorie. Il 15 ottobre del 2008 il giudice che aveva in carico la causa ha depositato la sentenza che fa cadere sulla reputazione del Gambero Rosso e di Slow Food Editore un macigno molto pesante. Il giudice nella sua sentenza dichiara che l’istruttoria ha dimostrato la veridicità di quanto denunciato da Sangiorgi. In particolare il giudice scrive: “Le dichiarazioni rilasciate da Sangiorgi nel contesto dell’intervista televisiva …..risultano corrispondenti ai fatti storici come dimostrati in giudizio. “ Quindi a parere del giudice è storicamente provato che un vino giudicato insufficiente alla degustazione si è guadagnato la presenza nella guida per i soldi spesi in pubblicità dal produttore. Difficile immaginare un epilogo più negativo e imbarazzante per gli editori della famosa guida. Va detto, per onore di cronaca, che gli editori della guida hanno proposto appello contro la sentenza. Dovremo quindi aspettare altri anni per avere una sentenza definitiva. Questo vuol dire che le cortine fumogene attorno allo storico mensile e ai suoi editori si infittiscono e si allargano. All’attesa per conoscere i veri proprietari si aggiunge un’altra lunga attesa per il giudizio definitivo sulla onorabilità degli editori. C’è davvero il rischio che in queste fitte nebbie il nuovo condottiero, chiunque esso sia, possa faticare davvero molto a trovare la strada della salvezza. Intanto chi lavora dentro il bastimento sembra non accorgersi di nulla. E’ di pochi giorni fa’ questa esilarante affermazione di Carlo Ottaviano, recente acquisto della scuderia di Cernilli : “ il Gambero non vuole abdicare al ruolo avuto finora, né d’altro canto all’orizzonte c’è qualcuno che ha la stessa autorità morale, competenza e professionalità per occupare i nostri spazi.” Che dire. In certe circostanze l’orizzonte percepito si accorcia inevitabilmente e il senso della realtà tende a scomparire. La storia di Sandro Sangiorgi e la relativa sentenza dovrebbero forse consigliare maggior prudenza nel tagliare giudizi su autorità morale, competenza e professionalità.
Gaetano Manti - Direttore responsabile della rivista "IL MIO VINO"
Articolo tratto in accordo con la rivista "IL MIO VINO"