Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
03/02/2009
Per la superficialità manifestata da chi dovrebbe invece possedere adeguata conoscenza.
E’ con grande amarezza e difficoltà, che mi accingo a scrivere questo articolo; infatti, non amo entrare in polemica con i miei colleghi sommelier. In questo caso, però non posso esimermi dal farlo. Sono rimasto incredulo nel leggere quanto scritto sui vini sardi nel libro “I MIGLIORI VINI DEL MEDITERRANEO”, edito da Mondadori e scritto da Enrico Bernardo, eletto miglior sommelier del mondo nel 2004. La Sardegna viene giusto menzionata, non è rappresentata nelle schede tecniche da nessun vino ed inoltre, l’autore dimostra di non aver la minima conoscenza della realtà vitivinicola sarda. A questo punto, per rendere chiaro quel che scrivo, riporto fedelmente le parole scritte da Bernardo sui vini di Sardegna. “ La Sardegna possiede numerose vigne vecchie. Ma , al contrario dei viticoltori siciliani, i sardi si accontentano per lo più di vendere i propri prodotti ai turisti d’estate, a livello locale, senza manifestare un vero interesse per l’esportazione. Ma va anche detto che alcuni produttori di qualità ridanno speranza alla viticoltura della regione. Nel nord dell’isola, che beneficia di un clima mediterraneo influenzato dagli onnipresenti venti, il Vermentino di Gallura ( l’unica DOCG sarda) dà un eccellente vino bianco, aromatico e fresco. I vitigni locali, d’altro canto, conservano il ricordo dell’invasione spagnola che la Sardegna ha conosciuto nel Settecento: il cannonau ( un rosso che è il vero e proprio simbolo dell’isola, il carignano del sulcis (simile alla Cariñena del Priorato) e il bovale (equivalente del bobal di Valencia). L’unica difficoltà, quando sono bevibili, è digerirli”. E sì, Bernardo conclude proprio così! “L’unica difficoltà, quando sono bevibili, è digerirli.
” E no, cari amanti dei vini sardi! Difficili da digerire non sono i vini di Sardegna, bensì le parole scritte da un sommelier, che con le sue affermazioni danneggia enormemente l’immagine dei vini sardi e può provocare danni seri all’economia del comparto vitivinicolo sardo. Tra le altre cose, al noto Bernardo, sfugge che la Sardegna è stata invasa dagli spagnoli all’incirca duecento e passa anni prima, e che essi, cosa quasi certa, hanno trovato in Sardegna il Cannonau e il Carignano.
Non possiamo non notare che la cartina raffigurante l’isola di Sardegna nel suo libro, menziona solo otto doc e una docg , mentre in realtà le doc sono ben diciannove; e non si può dimenticare di indicare nella stessa cartina geografica, vini doc, forti di una identità come ad esempio, il Nasco di Cagliari, il Girò di Cagliari, e il Cannonau di Sardegna con le sue tre sottodenominazioni geografiche: Jerzu, Capoferrato, Oliena o Nepente di Oliena. Inoltre, è una falsità l’affermazione che i produttori sardi non siano attenti all’esportazione; anche in questo caso, l’ex campione del mondo dei sommelier ignora che il settore vitivinicolo della Sardegna, fattura nell’esportazione qualche centinaia di milioni di Euro.
Concludo invitando l’autore a documentarsi sulla nostra realtà vitivinicola, a venire in Sardegna e degustare i vini eccelsi che da anni ottengono successo e vengono premiati nei concorsi più importanti di tutto il mondo. Da ultimo, mi permetto di suggerire a Bernardo una visita da un bravo medico gastroenterologo perché sono certo che le cause delle sue difficoltà digestive non siano imputabili ai vini sardi!
Angelo Concas - Giornalista Sommelier Enogastronomo - Presidente Nazionale di Epulae (Accademia Internazionale per la Formazione e la Promozione della Cultura Enogastronomica e della Analisi Sensoriale degli Alimenti).