Organo Ufficiale dell'Accademia Internazionale Epulae
Direttore Responsabile
Angelo Concas
06/02/2009
Nell'immagine: il Carnevale, Opera "olio su tela cm. 120 x 80 del 1987"
dell'artista sardo Franco Corrado Pau.
Il Carnevale di Cento.
DA FESTA POPOLARE A FENOMENO DI COSTUME
Il Carnevale di Cento è un CARNEVALE STORICO, la cui antichissima tradizione ha infatti lasciato traccia in un affresco del 1615 del pittore centese Gian Francesco Barbieri chiamato "Il Guercino", dove viene rappresentato "il Berlingaccio", una maschera locale, in una festa nel palazzo comunale offerta al popolo nel giovedì grasso dal Magistrato cittadino, con profusione di dolciumi e rinfreschi.
Da quel momento prendeva il via la tradizione del carnevale di Cento, ma la festa carnascialesca ha mantenuto i connotati della manifestazione tipicamente locale sino alla fine degli anni ’80 quando è cominciata una vera e propria rivoluzione organizzativa, di comunicazione e di immagine, che in pochi anni da semplice festa popolare è riuscito a trasformare una festa di antica tradizione in un vero e proprio fenomeno di costume, catapultando il nome della cittadina centese oltre i confini nazionali.
Lo spirito surreale e fantastico, goliardico e giocoso tipico di questa manifestazione, amata dai grandi e dai piccini, viene incarnato dai mastodontici e colorati carri allegorici di cartapesta che sfilano ogni domenica lungo il circuito carnevalesco, tra due ali di folla festante e incantata.
CENTO CARNEVALE D’EUROPA: VENT’ANNI DI SUCCESSI
A partire dal 1990, inizia una determinante rivoluzione d’immagine e grazie alla capacità organizzativa e creativa di Ivano Manservisi, che diventa il Patron del CENTO CARNEVALE D'EUROPA, la manifestazione recupera quell’entusiasmo e quella passione che si era assopita, diventando uno dei più divertenti, spettacolari e trasgressivi carnevali in Europa, e trasformandosi in un evento di respiro nazionale (le ultime edizioni richiamano oltre 340.000 presenze in cinque domeniche di sfilata) ed internazionale soprattutto grazie al “colpaccio” messo a segno dall’istrionico Patron , che nel 1993 riesce a siglare, per la prima volta al mondo, il gemellaggio con il famoso Carnevale di Rio de Janeiro.
SFILATA DI CARRI ALLEGORICI IN CARTAPESTA
Vere e proprie opere d’arte, i carri allegorici vengono costruiti dalle Associazioni carnevalesche (I RIBELLI, IL RISVEGLIO, I RAGAZZI DEL GUERCINO, MAZALORA, I TOPONI, IL RISCATTO), che durante l'inverno costruiscono dei “monumenti in cartapesta” che inneggiano all’allegria, alla satira e alla fantasia; queste enormi creature di cartapesta possono raggiungere una larghezza di 6 metri e lunghezza ed altezza anche di 20 metri, sono dotate di complessi ed ingegnosi marchingegni meccanici ed idraulici e competono per conquistare il 1° Premio del Carnevale. Ogni associazione carnevalesca centese ha un gruppo molto variopinto e festoso che conta circa 500-600 elementi: alcuni restano sul carro a fare da scenografia animata e scatenata, mentre il gruppo più numeroso e vivace precede il proprio carro percorrendo le vie della città, formando un simpatico serpentone colorato ed animato.
Sfilano anche gruppi comico-folkloristici ed artisti di strada, provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero, desiderosi di partecipare a questa grande festa, esponendosi in una vetrina così prestigiosa e coinvolgendo il pubblico in un'atmosfera d'allegria, trasgressione e divertimento.
IL CARATTERISTICO E GENEROSO “GETTITO” DEL CARNEVALE
Caratteristica peculiare e curiosa del carnevale di Cento è il “gettito” o lancio dai carri in parata sul pubblico, come da antica tradizione, di oggetti e gadget molto ambiti da grandi e piccini, tra cui palloni di ogni misura, materassini gonfiabili variopinti, giganteschi pupazzi di peluche a forma di balena, delfino, orca che “nuotano in un mare di folla” e di mani alzate ponte ad afferrare questi ricchi souvenir, che da un’alta torretta situata nella parte posteriore del carro allegorico vengono lanciati in abbondanza, in una dolce profusione di coriandoli, caramelle, cioccolatini, in modo tale che vale il motto che: Nessuno torna a casa da Cento a mani vuote!!!
LA MASCHERA CENTESE “TASI” è la maschera tipica di Cento. “Tasi” è un personaggio centese dell’800, che secondo la tradizione, era un amante del buon vino a tal punto che quando si trattò di scegliere tra la moglie ed un bicchiere di lambrusco, scelse la seconda alternativa e la compagnia della sua inseparabile volpe. Tasi apre la sfilata di carri allegorici vestito in frac e con la fedelissima volpe stretta sul braccio; nell’ultima giornata di carnevale si svolge il “rogo di Tasi”, il tradizionale rito propiziatorio in cui una maschera di cartapesta raffigurante Tasi viene bruciata, subito dopo aver recitato il suo velenoso ”testamento” dove mette ala berlina vizi e virtù di alcuni personaggi centesi.
SPETTACOLO PIROTECNICO
Nella quinta ed ultima domenica di carnevale, i corsi mascherati terminano con la proclamazione del carro vincitore, a cui segue un grandioso e bellissimo spettacolo pirotecnico nel piazzale di uno dei monumenti simbolo della città, la Rocca di Cento.
IL CARNEVALE DI VENEZIA, se non il più grandioso, è sicuramente il più conosciuto per il fascino che esercita e il mistero che continua a possedere anche adesso che sono trascorsi 900 anni dal primo documento che fa riferimento a questa famosissima festa.
Chi non ne ha mai sentirto parlare? Si hanno ricordi delle festività del Carnevale fin dal 1094, sotto il dogato di Vitale Falier, in un documento che parla dei divertimenti pubblici nei giorni che precedevano la Quaresima. Il documento ufficiale che dichiara il Carnevale una festa pubblica è del 1296 quando il Senato della Repubblica dichiarò festivo l’ultimo giorno della Quaresima.
Tuttavia il Carnevale ha tradizioni molto più antiche che rimandano ai culti ancestrali di passaggio dall’inverno alla primavera, culti presenti in quasi tutte le società, basti pensare ai Saturnalia latini o ai culti dionisiaci nei quali il motto era “Semel in anno licet insanire” (“Una volta all’anno è lecito non avere freni”) ed è simile lo spirito che anima le oligarchie veneziane e le classi dirigenti latine con la concessione e l’illusione ai ceti più umili di diventare, per un breve periodo dell’anno, simili ai potenti, concedendo loro di poter burlare pubblicamente i ricchi indossando una maschera sul volto. Una utile valvola di sfogo per tenere sotto controllo le tensioni sociali sull’esempio del “Panem et Circenses” latino.
Se un tempo il Carnevale era molto più lungo e cominciava addirittura la prima domenica di ottobre per intensificarsi il giorno dopo l’Epifania e culminare nei giorni che precedevano la Quaresima, oggi il Carnevale ha la durata di circa dieci giorni in coincidenza del periodo pre-pasquale ma la febbre del Carnevale comincia molto tempo prima anzi, forse non è scorretto dire che, a Venezia, la febbre del Carnevale non cessa mai durante l’anno. Una sottile euforia si insinua tra le calli della città più bella del mondo e cresce impercettibilmente, sale con la stessa naturalezza dell’acqua, sfuma i contorni della cose, suggerisce misteri e atmosfere di tempi andati.
Un tempo il Carnevale consentiva ai Veneziani di lasciar da parte le occupazioni per dedicarsi totalmente ai divertimenti, si costruivano palchi nei campi principali, lungo la Riva degli Schiavoni, in Piazzetta e in Piazza San Marco. La gente accorreva per ammirare le attrazioni, le più varie: i giocolieri, i saltimbanchi, gli animali danzanti, gli acrobati; trombe, pifferi e tamburi venivano quasi consumati dall’uso, i venditori ambulanti vendevano frutta secca, castagne e fritòle (le frittelle) e dolci di ogni tipo, ben attenti a far notare la provenienza da Paesi lontani delle loro mercanzie. La città di Venezia, grande città commerciale, ha sempre avuto un legame privilegiato con i Paesi lontani, con l’Oriente in particolare cui non manca, in ogni edizione del Carnevale, un riferimento, un Filo Rosso che continua a legare la festa più nota della Serenissima al leggendario Viaggio del veneziano Marco Polo verso la Cina alla corte di Qubilai Khan dove visse per circa venticinque anni. Un Filo Rosso che si snoda lungo l’antica e famigerata via della Seta.
Alcuni Carnevali sono passati alla storia: quello del 1571, in occasione della grande battaglia delle forze cristiane a Lepanto quando, la domenica di Carnevale venne allestita una sfilata di carri allegorici: la Fede troneggiava col piede sopra un drago incatenato ed era seguita dalle Virtù teologali, la Vittoria sovrastava i vinti ed infine la Morte con la falce in mano per significare che in quella vittoria anche lei aveva trionfato.
Nel 1664 in occasione delle nozze in casa Cornaro a San Polo, si organizzò una grandiosa e divertente mascherata a cui parteciparono molti giovani patrizi. Una sfarzosa sfilata attraversò Venezia e fece tappa in due dei più famosi monasteri della città: quello di San Lorenzo e quello di San Zaccaria, dove risiedevano le monache di nobile stirpe.
Il 27 febbraio 1679 il Duca di Mantova sfilò con un seguito di indiani, neri, turchi e tartari che, lungo il percorso sfidarono e combatterono sei mostri, dopo averli uccisi si cominciò a danzare.
Per il Carnevale del 1706: giovani patrizi si mascherarono da Persiani e attraversarono la città per poi esibirsi nelle corti e nei parlatoi dei principali monasteri di monache (San Zaccaria e San Lorenzo).
Venezia divenne l’alta scuola europea del piacere e del gioco, della maschera e dell’irresponsabilità. Venezia si fece grande virtuosa delle metamorfosi e il carnevale fu (ed è ancora) il suo exploit.
Per molti giorni all’anno, il mondo sembrava non opporre più resistenza i desideri diventavano realizzabili e non c’era pensiero o atto che non fosse possibile. Questa era Venezia nel Settecento, il secolo che, più di ogni altro, la rese luogo dalle infinite suggestioni e patrimonio della fantasia del mondo. Venezia era allora il mondo di Giacomo Casanova, un mondo superficiale, festante, decorativo e galante, il mondo di pittori come Boucher e Fragonard, Longhi, Rosalba Carriera e Giambattista Tiepolo, la patria del padre della Commedia dei Caratteri, uno dei più grandi autori del teatro europeo e uno degli scrittori italiani più conosciuti all’estero: Carlo Goldoni che, in una poesia dedicata al Carnevale, così rappresenta lo spirito della festa:
“Qui la moglie e là il marito
Ognuno va dove gli par
Ognun corre a qualche invito,
chi a giocar chi a ballar”.
Nel XIX secolo, invece, Venezia e il suo Carnevale incarnano il mito romantico internazionale e la città della Laguna, con le sue brume e l’aspetto paludoso, diventa meta di artisti, scrittori, musicisti, avventurieri e bellissime dame di tutto il mondo: Sissi d’Austria, Wagner, Byron, George Sand, Ugo Foscolo.
Il Carnevale ebbe un momento di stasi dopo la caduta della Repubblica di Venezia perché malvisto dalla temporanea occupazione di austriaci e francesi. La tradizione si conservò nelle isole, Burano, Murano, dove si continuò a festeggiare. Solo alla fine degli anni Settanta del XX secolo alcuni cittadini e associazioni civiche si impegnarono per far risorgere il Carnevale che venne inaugurato nel 1979. Il Comune di Venezia, il Teatro La Fenice, l’azienda provinciale di soggiorno e la Biennale prepararono un programma di 11 giorni lasciando anche molto spazio all’improvvisazione e alla spontaneità senza dimenticare un supporto logistico con mense e alloggi a prezzi accessibili.
Il Carnevale dei nostri giorni è un magnifico happening che coinvolge grossi sponsor, le reti televisive, le Fondazioni culturali e che richiama folle di curiosi da tutto il mondo con migliaia di maschere in festa e con una pacifica e sgargiante occupazione della Laguna.
Tra le calli della meravigliosa città, per una decina di giorni, si svolge una continua rappresentazione di teatrale allegria e giocosità, tutti in maschera a celebrare il fascino di un mondo fatto di balli, scherzi, galà esclusivi e romantici incontri.
IL CARNEVALE DI VIAREGGIO
Sulla passeggiata di Viareggio l’allegro e variopinto popolo del carnevale, trasforma la città in un Teatro a cielo aperto, in scena troveremo i protagonisti di sempre: i grandi carri allegorici di cartapesta sui quali la satira graffiante dei maghi viareggini mette in berlina politici italiani, potenti di tutto il mondo, usi e costumi del mondo contemporaneo.
5 i corsi mascherati del Carnevale di Viareggio
8-15-22-24 febbraio e 1° marzo
3 gli spettacoli pirotecnici
7 grandi carri di prima categoria,4 carri di seconda categoria,9 mascherate di gruppo,13 maschere isolate e 4 maestose costruzioni fuori concorso per lo straordinario spettacolo delle sfilate sui viali a mare di Viareggio.
Una solenne cerimonia di Apertura sabato 7 febbraio con circa 1.200 figuranti che organizzati in uno spettacolare corteo significheranno l’omaggio del Carnevale di Viareggio al creatore della sua maschera ufficiale Uberto Bonetti di cui si ricordano nel 2009 i 100 anni dalla nascita. Martedì 24 febbraio la diretta televisiva su Rai 3 Si rinnova anche nel 2009 il sodalizio Telethon Carnevale di Viareggio Mostre, Teatro dialettale, Feste rionali, eventi sportivi nel ricco programma del Carnevale di Viareggio 2009.
Il Carnevale di Viareggio scandisce, come un rito, la vita dei viareggini che si preparano ed attendono con ansia la trasformazione della città, invasa da colori musica e maschere. Per oltre un mese Viareggio offre, insieme allo spettacolo dei corsi mascherati, una nutrita serie di eventi e manifestazioni. L’intera città è in festa, colorata e arredata di maschere e stelle filanti e pronta ad offrire attrazioni e divertimento per grandi e piccini. Il Carnevale di Viareggio rappresenta la perfetta sintesi tra la tradizione culturale, tesa a perpetuarsi e riproporsi, fedele al proprio modello, e la dinamicità insita in ogni forma di spettacolo che continuamente si rinnova e cambia per andare incontro ai desideri e al gusto del pubblico in continuo mutamento. Un rinnovamento che il Carnevale di Viareggio propone quest’anno all’insegna della tradizione, stimolando in tutte le manifestazione che costelleranno il ricco programma la riscoperta di quei valori culturali che hanno fatto del Carnevale di Viareggio una delle manifestazioni popolari più riconosciute ed apprezzate in tutto il mondo. La grande Festa del Carnevale di Viareggio prenderà il via sabato 7 febbraio con una Solenne Manifestazione di Apertura dedicata al genio futurista Uberto Bonetti creatore di Burlamacco, la maschera simbolo e testimonial del Carnevale di Viareggio.
Un omaggio a Bonetti ed al futurismo proprio nell’anno in cui in tutta Italia si celebra il primo grande movimento d’avanguardia italiano la cui nascita risale convenzionalmente al 20 febbraio 1909, data di pubblicazione sul giornale francese “Le Figaro” del “Manifesto del futurismo” redatto da Filippo Tommaso Marinetti.
In questo anniversario Viareggio e il suo Carnevale, scrigno di un prezioso tassello della storia del movimento artistico di inizio novecento, dedicano l’edizione 2009 della manifestazione viareggina conosciuta in tutto il mondo, ad uno dei protagonisti del futurismo: Uberto Bonetti, viareggino, creatore di Burlamacco, simbolo ufficiale del Carnevale di Viareggio che oltre ad essere uno degli esempi grafici meglio riusciti dell’inizio del Novecento, rappresenta l’ultima elaborazione di una tradizione nata con le maschere della Commedia dell’arte, e può essere quindi considerata come l’ultima maschera nata in Italia.
Un corteo lungo oltre 1 kilometro con oltre 1200 figuranti interesserà le principali arterie del centro della città su un percorso di oltre 3 km e partirà alle ore 16,00 per confluire nella piazza Mazzini e concludersi dopo la solenne cerimonia dell’alzabandiera con un meraviglioso spettacolo pirotecnico. Ad accompagnare il corteo 7 Gruppi Musicali capitanati dalla Filarmonica La Versilia che sarà la Banda Ufficiale dell’edizione 2009, ospite speciale poi la Banda di San Benedetto del Tronto a suggellare il gemellaggio tra Viareggio e San Benedetto e 4 straordinarie marching band, la Millennium Marching Band, Roncaglia’s Marching Band, Mosson Marching Band, Amaseno Harmony Show Band, e dalla Svizzera una delle più apprezzate Guggen Musik, la Laettguuger. La Cerimonia di Apertura si concluderà con i Fuochi d’artificio in programma alle ore 19,00 circa.
I CORSI MASCHERATI
Padroni assoluti del palcoscenico del Carnevale di Viareggio restano i giganti di cartapesta, veri e propri teatri viaggianti alti sino a 20 metri, lunghi 14, con un
peso che va dalle 30 alle 40 tonnellate animati a bordo da migliaia di gioiose maschere. I carri, frutto dell’inimitabile creatività, della straordinaria abilità
scultorea e pittorica dei maghi viareggini sono il più alto esempio di questa arte popolare il cui linguaggio si è diffuso nei quattro angoli del pianeta.
Anche nel 2009 i temi dei carri allegorici che sfileranno nelle domeniche 8-15-22 febbraio e 1 marzo e martedì 24 febbraio spaziano dai problemi di attualità quali l’immigrazione clandestina, la crisi economica, il consumismo, alla fantasia, che porta in un’isola dominata da una creatura superba. La satira sempre dominante, segnerà il ritorno del “divo” Giulio Andreotti e l’esordio di Bruno Vespa nel suo salotto di cartapesta, mentre sfileranno per la prima volta in cartapesta i ministri Brunetta, Gelmini, Carfagna e il neo presidente degli Stati Uniti BARAK OBAMA
I FUOCHI DI ARTIFICIO
saranno 3 gli spettacoli pirotecnici previsti nel programma del Carnevale 2009 (7 e 14 febbraio e 1° marzo), uno in più dei soliti previsti per l’apertura e per la chiusura, in programma il giorno di San Valentino. Conoscendo infatti la passione dei viareggini e di tutto il pubblico del Carnevale di Viareggio per lo spettacolo pirotecnico che si svolge nella cornice unica della piazza Mazzini, la Fondazione Carnevale e l’Amministrazione Comunale hanno scelto di arricchire la proposta. A realizzare i 3 spettacoli pirotecnici per il Carnevale di Viareggio 2009 ritornerà la Ditta Mazzone di Orbetello, leader nel settore pirotecnico in Italia e che con il Carnevale vanta una lunga pluriennale collaborazione. E grazie proprio a questo speciale rapporto che li lega al Carnevale di Viareggio, la ditta Mazzone si è impegnata ad accogliere la richiesta di produrre uno spettacolo in più con le stesse risorse previste per i 2 solitamente programmati, all’altezza dell’attesa dell’esigente pubblico di Viareggio, per il quale non mancheranno sorprese.
I RIONI
Il rinnovamento all’insegna della tradizione passa nel 2009 anche per le Feste Rionali. Sin dalla loro nascita, avvenuta negli anni 70, i Rioni rappresentano l’anima più genuina e spontanea del Carnevale di Viareggio, l’ appendice serale allo spettacolo dei corsi mascherati. Una festa autentica dove, soprattutto i giovani , possono ritrovarsi per condividere quello speciale clima di festa e divertimento che caratterizza l’intera città durante il periodo di carnevale.
La Fondazione Carnevale di Viareggio e le organizzazioni Rionali nel riconoscere l’importante ruolo che le feste rionali hanno all’interno del programma del Carnevale di Viareggio, rilanciano per l’edizione 2009 del Carnevale di Viareggio un format dei Rioni più fedele alla proposta originaria: il rione festa autentica e spontanea, occasione di sano divertimento, soprattutto per i giovani, dove protagonisti saranno le tradizioni del Carnevale di Viareggio. La volontà di rinnovare e rivitalizzare la Festa rionale con le tradizioni del Carnevale di Viareggio si manifesta innanzitutto attraverso la selezione della musica che sarà soprattutto carnevalesca e legata alla tradizione della festa viareggina, ma anche con un maggiore impegno a vigilare affinché comportamenti pericolosi e potenzialmente dannosi per il pubblico possano essere tempestivamente interrotti, controllando altresì che il consumo di superalcolici non diventi abuso. Un impegno sottoscritto da tutti gli organizzatori dei Rioni che insieme alla Fondazione Carnevale vogliono fare dei rioni una festa di sano divertimento.
Davvero ricca l’offerta di spettacoli a Viareggio durante il lungo mese di carnevale;
A TEATRO è possibile divertirsi con le Canzonette le divertenti commedie musicali in vernacolo viareggino che saranno 5 a partire dal 5 febbraio sino all’8 marzo:
Delafia … ‘un mi dì che l’han portato via dal 5 al 7 febbraio al Teatro Jenco Viareggio, organizzata dal Gruppo Teatrale Darsena Sciò;
Delafia ke casinò dal 5 al 7 febbraio al Teatro Politeama Viareggio, organizzata de La Combriccola; Chiocche, chiocconi e capocchioni.
Ovvero dalla padella nella brace, dal 13 al 22 febbraio al Teatro Politeama Viareggio, organizzata dalla compagnia Burlamacco ’81;
Scrivi di fretta, c’è da fa la canzonetta!, dal 27 febbraio al 1 marzo al Teatro Il Fienile Viareggio, organizzata dall’Associazione Carnevale di Torre del Lago Puccini - Compagnia Torrelagando;
Quando il Carnevale ci mette la ‘oda dal 5 all’8 marzo al Teatro Jenco Viareggio, organizzata dalla Croce Verde Viareggio - Compagnia La banda di matti.
Mentre la scelta è davvero difficile tra i numerosi VEGLIONI in Maschera che animano il cartellone dei locali e delle discoteche dell’intero
litorale Versiliese.
MOSTRE: Omaggio a Uberto Bonetti organizzata dal Circolo Filatelico Giacomo Puccini dal 31 gennaio al 1 marzo alla Cittadella;
Arte tra le maschere a Villa Paolina organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Viareggio che propone dipinti e sculture dei maghi della cartapesta; mentre nella Sala di rappresentanza del Comune dal 16 al 28 febbraio è possibile visitare la personale di Fabrizio Ramacciotti dal titolo Riflessi di Burlamacco.
Nutrito anche il cartellone degli eventi sportivi legati al Carnevale di Viareggio tra cui spicca il 61° Torneo Mondiale Giovanile di Calcio Viareggio World Football Tournament COPPA CARNEVALE che partirà dal 9 febbraio allo Stadio dei Pini.
Spettacolo e divertimento in ogni week end, la piazza Mazzini si vivacizzerà anche il sabato pomeriggio dalle ore 16,00 sul palco di piazza Mazzini ritroveremo momenti di animazione con musica, danza e coreografie carnevalesche.
L’omaggio del Carnevale di Viareggio a Uberto Bonetti, papà di Burlamacco lo ritroviamo anche nel manifesto ufficiale realizzato da Arnaldo Galli, decano dei carristi che racconta, attraverso immagini e colori, la fonte di ispirazione per quella che dal 1931 diventerà la maschera
ufficiale del Carnevale di Viareggio.
Al Museo della Cittadella è possibile poi scoprire tutti i segreti e i trucchi della cartapesta.
Presso la Cittadella del Carnevale, il complesso che accoglie gli atelier dove i costruttori viareggini realizzano i carri allegorici, il Museo della Cittadella del Carnevale racconta attraverso documenti originali, bozzetti, manifesti e modellini, la gloriosa storia del carnevale di Viareggio. All’interno del Museo anche un percorso che illustra le diverse fasi della realizzazione di un’opera in cartapesta, mentre al piano terra dell’edificio museale sono allestiti laboratori didattici dove è possibile cimentarsi nella manipolazione della creta e della carta per fare esperienza di modellazione e lavorazione di un manufatto in cartapesta. (www.museodelcarnevale.it - tel. 0584 51176 )
Fondazione Carnevale di Viareggio
www.viareggio.ilcarnevale.com
+39 0584 1840750
+39 0584 962594
ufficiostampa@ilcarnevale.com
CARNEVALE DI SAN GRUGNONE
Il Carnevale di San Grugnone, che quest'anno si svolgerà il 25 febbraio e l'8 marzo, è uno dei più antichi e originali carnevali della Romagna che ormai da un ventennio gode di uno straordinario successo di presenze. Inizia il primo giorno di quaresima e finisce in uno sfavillante corso mascherato per le vie del centro di Conselice, nella seconda domenica di Quaresima.
Il "grugno" nel primo giorno di Quaresima si trasforma in Santo, per sconfiggere simbolicamente la miseria e la desolazione di una vita fatta di sacrifici.
Le origini di questo carnevale nascono dalla penna e dalla fantasia beffarda di alcuni conselicesi che negli anni venti s'inventarono un reame immaginario, Boystend' land, con una sua stirpe di reali, i Pangiagleba, che ogni anno governano per dieci giorni con la satira ed i divertimenti carnevaleschi sulla città e le sue "colonie". Il circuito tradizionale si estende per una decina di chilometri, attraversando le frazioni di San Patrizio, Borgo Serraglio e Chiesanuova. Durante il tragitto il "Re", la "Corte" e tutti i dignitari fanno visita alle case dei sudditi contadini, cogliendo l'occasione per far trebbo e pasteggiare con tante prelibatezze.
In Piazza Foresti e lungo le vie del centro Conselice
Tel:
Come arrivare
Centro storico. Parcheggio auto e pullman. Accessibile ai diversamente abili.
Orario feriale: dalle ore 14.00
Orario festivo: dalle ore 15.00
Giorni di apertura: 25 febbraio e 8 marzo (dal primo giorno di quaresima fino alla seconda domenica di quaresima)
Per Maggiori Informazioni:
Comitato san Grugnone - tel.
urp@comune.conselice.ra.it
www.comune.conselice.ra.it
www.romagnadeste.it
Fonte: www.romagnadeste.it
I RITI DEL CARNEVALE DEL "MEHURIS DE LESSIA" OVODDA (NU), 25 febbraio 2009.
Il carnevale a Ovodda si festeggia il Mercoledì delle Ceneri, "Mehuris de Lessia", e costituisce un momento di forte identificazione della comunità con le proprie tradizioni secolari.
Personaggio principale è Don Conte, fantoccio antropomorfo maschile, talvolta ermafrodito; indossa una larga tunica colorata da cui traspare una grossa pancia fatta di stracci che copre l'anima in ferro che lo sorregge. Il volto, che può cambiare di anno in anno, viene realizzato con scorze di sughero o cartapesta, baffi posticci ed altri simili elementi. Presenta genitali accentuati che, assieme al pancione, gli conferiscono un aspetto ridicolo e alimenta la vena satirica. Viene portato in giro per il paese su un carretto trainato da un asino e addobbato con ortaggi, pelli d'animali e altri oggetti stravaganti.
Il suono di un campanaccio dà l'avvio ai festeggiamenti. Inizia così una grottesca processione alla quale si accodano tutte le persone che vogliono partecipare; non esistono percorsi obbligatori, il carretto che viene fatto vagare durante tutta la giornata per le vie del paese; non esistono regole, la gente può seguire il percorso, disperdersi in gruppi, perdersi e rincontrarsi; non esistono transenne che delimitano chi fa spettacolo da chi lo guarda.
Il corteo che accompagna per le strade Don Conte è costituito da sos Intintos, uomini dalla faccia imbrattata di fuliggine, generalmente vestiti con stracci, abiti vecchi, lenzuola o coperte ma anche con lunghi pastrani di orbace nero o con gambali di cuoio e vestiti di velluto, abbigliamento tipico dei pastori barbaricini. Alcuni di loro, gli Intinghidores, hanno il compito di imbrattare con polvere di sughero bruciato, "zinziveddu", il viso di coloro che incontrano lungo il cammino; il gesto rappresenta il rituale d'ingresso alla festa, di cui si accetta il caos e l'anarchia.
Intanto in piazza è allestito un ricco banchetto e s'improvvisa, intorno al fuoco e al suono della fisarmonica, "su ballu tundu"; alcuni giovani vanno di casa in casa a chiedere la questua (si tratta di solito di beni alimentari come dolci, frutta e pietanze varie); le maschere, in groppa ad asini o tenendo al guinzaglio animali di ogni tipo, gironzolano per il paese, mentre urla, canti ritmati, strumenti occasionali e campanacci creano una forte confusione, tipica di questa manifestazione.
L'arrivo del tramonto segna la fine di Don Conte che viene prima giustiziato, poi bruciato e infine gettato in una scarpata alla periferia del paese. Da quel momento la comunità si riunisce intorno al ricco banchetto in un momento di forte aggregazione sociale. I festeggiamenti hanno fine a mezzanotte e con il ritorno alla vita normale si ristabilisce l'ordine.
Per Maggiori Informazioni:
Comune tel.
Associazione Turistica Pro Loco tel.
www.sardegnacultura.it
Fonte: www.sardegnacultura.it
SFILATA DI CARNEVALE "EGETMANN"
Il corteo avrá luogo il 24 febbraio 2009 dalle ore 13.00 in poi.
Singolare sfilata di carnevale a Termeno che si svolge solamente negli anni dispari e affonda le sue antiche origini nella tradizione medievale del martedì grasso.
Il suo significato riporta al simbolismo pagano della primavera che scaccia gli spiriti dell'inverno e molti la investono addirittura di un significato magico, della rappresentazione simbolica della lotta tra bene e male, tra la luce e il buio, per celebrare l'arrivo della primavera e della fertilità della terra.
Qualsiasi sia il significato che gli si vuole attribuire, il corteo dell' "Egetmann" rimane comunque un evento divertente e coinvolgente, da ammirare con tutta la famiglia, i bambini rimarranno a bocca aperta per la meraviglia.
Descrizione dei personaggi:
l'Egetmannhansl: è un pupazzo in giacca nera con cilindro in testa e guanti bianchi, seduto su di un calesse e accompagnato da un servo e dalla sua sposa.
La sposa, nel rispetto delle rappresentazioni più antiche, dev'essere interpretata da un uomo travestito, il quale non potrà bere del vino lungo il percorso, divieto imposto alle donne in tempo antichi, ma grappa a volontà.
I Consiglieri: gli uomini del potere, sono vestiti di nero e indossano un cilindro.
Portano ciascuno un oggetto simbolico: il registro del protocollo, la scala, l'ombrello e due candelieri.
Ad ogni fontana viene appoggiata la scala su cui sale un consigliere che apre l'ombrello, mentre un altro legge il protocollo con l'offerta di matrimonio dell'Egetmann.
Il Selvaggio: un demonio dall'aspetto inquietante, è anche l'unico personaggio del corteo ad indossare una maschera, costruita con una pelle di coniglio munita di fori per gli occhi.
E' ricoperto da stracci e foglie d'edera.
Il Cacciatore: figura che accompagna il selvaggio nella sfilata. Al termine lo uccide con un colpo di fucile. Metaforicamente la scena rappresenta la fine dell'inverno e l'avvento della primavera.
Lo "Schnappevieh" o "Wudele": è una specie di coccodrillo/drago alto ben
due metri, ricoperto di pelli e corna e dotato di grandi mandibole in cerca di prede da addentare. Questa figura, composta da un intero gruppo di persone, è solitamente inseguita dal macellaio che, ad ogni fontana, riesce a catturarne uno uccidendolo e scacciando così l'inverno. (Amici dello schnappvieh)
Il "Burgl" e il "Burgltreiber": figure immancabili nel carnevale di Termeno, rappresentate da un uomo e da una donna. La donna porta una gerla sulla schiena da cui si intravede una bambola, simbolicamente un bambino, ed è incatenata con catene rumorose dotate di campanelli. Durante il corteo cerca di fuggire dall'uomo, munito di bastone, rifugiandosi negli usci delle case, ma il rumore dei campanacci lo attira e riesce così trascinarla via.
Anche in questo caso ricorre la simbologia del rito della primavera, nello scacciare da ogni casa gli spiriti maligni dell'inverno, stesso concetto delle lavandaie, che ad ogni fontana lavano i panni sporchi dell'inverno.
Per ulteriori informazioni:
"Consorzio Turistico Bolzano Vigneti e Dolomiti
Tel. 0471/ 633 488
info@stradadelvino.info
Fonte: ufficio stampa A&D Wea srl
CARNEVALE SULLE PISTE DA SCI. PILA, giovedì 26 Febbraio 2009
Carnevale sulle piste da sci. Un'insolita fiaccolata con gli sci ai piedi attende gli amanti della neve nella località di Pila. In occasione del Carnevale 2009 infatti la Scuola di Sci di Pila organizza una fiaccolata in maschera aperta a tutti: fate, pirati, dame e cavalieri o personaggi dei cartoni animati potranno divertirsi in una discesa notturna dalle piste da sci.
Dopo un'emozionante discesa dalle piste di Pila la festa continua con distribuzione di tè caldo, vin brulé e bugie per i più grandi e i più piccini Per Maggiori Informazioni:
info@pila.it
www.pila.it
Fonte: www.discoveryalps.it
L' "Erede". Crognaleto (TE), il 24 febbraio 2009
il 24 febbraio si svolgerà L'Erede poi dalle ore 21.00 presso la sede di via Dante (ex Casa Del Popolo) ci sarà una festa con balli e Karaoke con ingresso riservato alle sole maschere.
Le origini di questo rituale celebrato l'ultimo giorno di Carnevale, festività di cui indossa le valenze, si perdono nel tempo. E' un antico rituale di presentazione pubblica del primo figlio maschio nato nella famiglia, l' "erede" appunto, e presenta aspetti propri di alcune forme del Carnevale spagnolo di tradizione popolare di area agricolo-pastorale. E' un rito maschile ed al contempo collettivo che prevede un corteo di figuranti a cui si uniscono tutti gli abitanti del paese che per l'occasione sospendono ogni attività lavorativa.
I figuranti che aprono il corteo sono: il declamante, in abiti da pastore e con indosso una corda a cui sono assicurati dei campanelli, in groppa ad un asino chiamato Carnevale e bardato a festa, colui che sparge la cenere, riposta in un secchio, quattro-cinque ragazzi dal volto dipinto di nero che rappresentano sia l'agricoltore che conduce l'aratro, qui una 'perticara', sia i due buoi che lo conducono. A questo nucleo originario, negli anni si sono aggiunte le figure del Vescovo, della "mammina", un uomo vestito da levatrice, e di due Guardie. Il corteo dei figuranti, preceduto da colui che sparge la cenere lungo il cammino, sosta in ciascuna casa dove vi è il nuovo "erede" da festeggiare: lungo il tragitto di casa in casa vi è la rappresentazione dei buoi che fuggono e dei rumorosissimi tentativi dell'agricoltore di riprenderli, alfine riuscendoci. Giunto nella casa dell' "erede" il declamante lo prende con sé, in braccio sull'asino, ed inizia a cantare versi che narrano in chiave burlesca ma veritiera e con abbondanza di riferimenti alla sfera sessuale, le vicende dei maschi della casata di appartenenza del bimbo. Conclusa la "canzone dell'erede"
segue un piccolo banchetto a cui partecipano tutti i presenti tra canti, danze e bevute. Al declamante, che non deve mai scendere dall'asino, spetta il primo bicchiere di vino ed il primo assaggio del pasto di festa. Quindi il corteo si rimette in marcia verso l'abitazione successiva. Le scene vengono ripetute di casa in casa fino a che, con il festeggiamento dell'ultimo "erede" dell'anno, il rituale va a concludersi.
E' un rituale che si svolge sempre e comunque, nascite permettendo, esprimendosi in una festa amatissima dagli abitanti che la sentono come propria e la difendono con orgoglio. Numerose sono le famiglie che pur vivendo e lavorando lontano dal paese vi tornano per l'occasione.
Per Maggiori Informazioni:
Provincia di Teramo Centr. tel.
www.proloconerito.it
Fonte: www.151.99.246.99/turismo/gestriweb/20030803/ita/0103020a.asp
Nemoli - La sagra della Polenta.
Periodo di svolgimento: martedì grasso, inizia dal mattino con la preparazione della polenta e dalle ore 16:00 alle ore 19:00 vi è la degustazione.
A Nemoli si può assistere alla sagra della polenta, una tradizione antichissima che si svolge il giorno di Carnevale. Secondo una ricetta plurisecolare, la polenta viene condita con un sugo fatto con salsiccia, pancetta e pepe rosso macinato.
La festa avviene in un clima tipicamente carnevalesco. La polenta viene offerta insieme all'ottimo vino locale. Nelle vie sfilano maschere tradizionali, dette anche "frazzuogn", ed altre che si ispirano a personaggi moderni. Il tutto al suono dell'organetto e della "tamorra".
Per Maggiori Informazioni:
Pro Loco Tel.
nemus@proloconemoli.it
www.aptbasilicata.it
Fonte: www.aptbasilicata.it
CARNEVALE DI SAPONARA.
Sfilata dell'Orso e della Corte Principesca
Martedi Grasso ore 14.30
Organizzazione Associazione Turistico-Culturale Pro-Saponara
La Sfilata dell'Orso e della Corte Principesca, che ha luogo a Saponara nelle prime ore del pomeriggio di martedì Grasso costituisce, assieme a I Mesi dell'Anno di Rodì Milici, l'unica sopravvivenza pienamente vitale dei tanti cerimoniali carnevaleschi attivi nella provincia di Messina fino agli anni Cinquanta. Pur avendo subito negli anni inevitabili adattamenti e mutazioni stilistico-figurative, il cerimoniale carnevalesco di Saponara conserva intatto il nucleo narrativo principale, attestando così un forte legame con la comunità di appartenenza, che ha eletto e difeso nel tempo la rappresentazione rituale assumendola come tratto distintivo e imprescindibile della propria identità culturale.
Le maschere principali del corteo carnevalesco, secondo lo schema figurativo che dall' immediato Dopoguerra si è conservato sostanzialmente identico fino ai nostri giorni, sono quelle dell'Orso (Animali e Uomini Selvatici), dei Domatori e Cacciatori, dei Suonatori di brogna (conchiglia sonora), del Principe e della sua corte di Cavalieri.
La figura dell'Orso si otteneva, fino al 1968, utilizzando delle pelli di capra, dei campanacci, sommariamente legati ai fianchi e al busto, e una maschera di cartapesta riproducente la testa del feroce animale. Dal 1969 si è adottato un costume molto più comodo confezionato con un tessuto detto camoscina simile alla pelliccia dell' orso.
Esemplare interprete della maschera dell'Orso è stato per oltre mezzo secolo Pippinu u lattaru. Dopo la sua morte, avvenuta, ironia del destino, la vigilia di martedi Grasso, a metà degli anni Settanta, è stato il nipote Giuseppe Gangemi ad assumere la "parte" dell' Orso emulando l'esemplare repertorio mimico e gestuale del nonno.
A stretto contatto con il temibile animale ci sono tre Domatori o Conduttori, di cui il principale ha il compito di frenare le aggressioni rituali della belva, mediante una catena a cui è legata, e l'uso di un nerbo per ammansirla (u lliscia). Completano il gruppo le maschere di due Cacciatori e i Suonatori di brogna.
Altre figure principali del Corteo di Saponara sono quelle del Principe e della Principessa seguiti dalla corte. Al Principe in particolare la tradizione ricollega, intorno alla metà del Settecento, l'inizio del cerimoniale. Si racconta, infatti, che il principe Domenico Alliata, Signore di quelle terre, peraltro, figura storica di primo piano, abbia catturato un temibile Orso che infestava le valli e i crinali dei Peloritani, mettendo a repentaglio la sopravvivenza della comunità, portandolo poi in catene per le strade del paese. I segni distintivi regali riconosciuti al principe dal mascheramento carnevalesco, fino al 1968, sono semplicemente un frac, gli occhiali scuri , un bastone, una fascia a bandoliera e una corona di cartone. Successivamente a seguito delle innovazioni figurative introdotte, si dà maggiore rilievo alle figure principesche scegliendo dei costumi referenziali di carattere storico con più evidenti segni di regalità (alta uniforme militare e corona per il Principe e abito di gran gala e corona per la Principessa).
Da catalogare tra i carnevali "strutturati", ovvero che replicano un copione rituale obbligato, che segna un confine netto tra carnevalanti e pubblico, il corteo dell'Orso di Saponara propone dei contenuti di assoluto rilievo, peraltro, comuni ad altri cerimoniali, a dimostrazione dei remoto modello cui si riferisce. L'Orso simboleggia il male da espellere dal "tempo presente" della comunità, per una rifondazione utopica dell'ordine sociale. Selvaggia e aggressiva, la bestia selvatica reca molestia, incute paura, mette in crisi le rassicuranti norme dei vivere sociale, dunque la stessa identità collettiva.
Benché trattenuto dalla catena e dalle corde dei domatori - strumenti di potere nelle mani dei Principe - l'Orso rincorre e assale ripetutamente le donne, secondo un preciso modello comportamentale, che replica atti di aggressione e di violenza sessuale rituali. Talvolta, il feroce animale, rivelando una insospettata quanto ambigua disponibilità all'approccio galante, invita le donne a ballare e, così, le virtuali prede, complici i temi da ballo eseguiti dalla banda, diventano soggetti da corteggiare più che da violentare. Le gesta del temibile Orso si compiono in un clima sonoro parossistico, dove alle frasi gioiose della banda, si sommano i suoni inquietanti prodotti dai campanacci che porta attorno ai fianchi, e quelli intonati dai Suonatori di brogna (conchiglie marine prive dell'apice), che replicano, sostenuti dal battito dei tamburi (rullanti), un'ossessiva sequenza ritmica.
Per Maggiori Informazioni:
Comune tel.
sapocarn@solnet.it
solnet.it
Fonte: www.solnet.it
CARNEVALE IN PIAZZA 2009.
La Pro Loco Reggio Calabria "San Salvatore" con il patrocinio del Comune di Reggio Calabria organizza Martedì 24 febbraio 2009 il
Programma (di massima)
• Ore: 14.00 Raduno delle Maschere Presso piazza Addolorata, e per coloro che partecipano al concorso consegna della coccarda.
• Ore: 15.00 sfilata per le vie del paese al suono di zampogna e tamburello, con sosta nelle principali piazze per assistere e partecipare a balli e farse carnascialesche.
• Ore: 17.30 Sfilata delle maschere in Piazza Addolorata
• Ore: 19.30 Premiazione della migliore maschera.
• Ore: 20.00 Chiusura della manifestazione, con bruciatura del carnevale e degustazione gratuita di polpette e vino.
Concorso di idee "Miglior maschera"
• Premiazione dei partecipanti al Carnevale 2009
• Sezione premio MIGLIORE GRUPPO SCOLASTICO MASCHERATO
• Sezione premio MIGLIORE MASCHERA SINGOLA
• Sezione premio MIGLIORE GRUPPO MASCHERATO
• Sezione premio MIGLIORE MASCHERINA (fino agli 11 anni)
Il concorso è aperto a tutti senza limiti di età, nel caso di concorrente minorenne l'iscrizione e l'eventuale ritiro del premio dovrà avvenire a cura del genitore o dell'esercente la patria podestà.
Il Regolameno su www.comune.reggio-calabria.it
Per Maggiori Informazioni:
Comune Centralino tel.
www.comune.reggio-calabria.it
Fonte: www.comune.reggio-calabria.it
XVIII Carnevale della Zucca. A Moneglia, si celebra ogni anno il carnevale della zucca. Questa simpatica manifestazione,giunta quest'anno alla sua XVII edizione, merita di essere elevata a celebrazione. Essa, infatti, rinnova il ricordo di una simpatica tradizione popolare che si propone di spiegare il perché Moneglia, venga definito, dai borghi limitrofi, il paese della zucca.
Il tutto si rifà ad una disputa sorta in tempi ormai lontani tra due contadini locali ai quali, proprio sul confine tra i loro due poderi era germogliata una pianta di zucca.
Già, proprio sul confine ! Questa simpatica cucurbitacea interprete della nostra storiella, incurante del gergo che la definisce "pianta che cammina" nel corso della sua crescita vegetale, nacque lì sul confine per diventare "oggetto del contendere". E' su quanto durò e come andò a finire la contesa, che la fantasia popolare si sbizzarrì dando adito alle varie versioni popolari. E tutto .. per una zucca. La zucca di Moneglia, appunto.
Programma
Domenica 22 Febbraio
Ore 14,30 P.zza XX Settembre
FESTA IN MASCHERA PER BAMBINI
Giochi e rottura della "PENTOLACCIA", zucchero filato e frittelle
con la collaborazione della P.A. Croce Azzurra
Martedì 24 Febbraio
dalle ore 21.30 - Salone Residence Moneglia
GRAN BALLO DI CARNEVALE
in compagnia dell'Orchestra Papillon
Domenica 1 Marzo
dalle ore 10,00 alle ore 12,30 per le vie del Centro Storico
PASSEGGIO DI MASCHERE
DEGUSTAZIONE PIATTI A BASE DI ZUCCA APERITIVI E COCKTAIL preparati da ristoranti e bar di Monegliain compagnia dei canti e dei balli del gruppo folkloristico "A Lavezaa" di Vezzano Ligure
Ore 14,00
GRANDE SFILATA di carri e maschere per le vie del centro
con la partecipazione del gruppo carnevalesco dei "Baby Singers", del Corpo Bandistico "Città di Lavagna" e la partecipazione del gruppo di danza rinascimentale "Le Gratie d'Amore" e dei Sestieri dei Fieschi di Lavagna
PROCLAMAZIONE E PREMIAZIONE DEI VINCITORI
Degustazione di polenta a cura del Gruppo Alpini Moneglia e di piatti tipici preparati dal Gruppo Marinai A.N.M.I. Ammiraglio Bollo e dalla P.A. Croce Azzurra
In caso di maltempo la sfilata sarà rinviata all'8 Marzo
Vi invitiamo a partecipare numerosi ed in maschera.
Per Maggiori Informazioni:
PRO LOCO - Ufficio IAT Tel./Fax:
info@prolocomoneglia.it
www.prolocomoneglia.it
Fonte: www.prolocomoneglia.it
SARTIGLIA 2009
Il Carnevale oristanese
22 e 24 Febbraio 2009
La Sartiglia è una delle manifestazioni carnevalesche sarde più spettacolari e coreografiche. Il nome deriva dal castigliano "Sortija" e dal catalano "Sortilla" entrambi aventi origine dal latino sorticola, anello, ma anche diminutivo di "sors", fortuna. Nell'etimologia del termine è racchiuso il senso della giostra come una corsa all'anello, una giostra equestre legata strettamente alla sorte, alla fortuna, ai riti pagani propiziatori di fertilità della terra.
La Sartiglia della domenica di Carnevale si svolge sotto la protezione di San Giovanni Battista e le sue fasi cerimoniali sono organizzate e dirette dal Gremio (una sorta di corporazione) dei Contadini, mentre il martedì i riti sono a cura del Gremio dei Falegnami, sotto la protezione di San Giuseppe.
Il protagonista è su Cumponidori, il cavaliere, il cui nome deriva da quello del maestro di campo della "sortija" spagnola, chiamato "componedor". La festa inizia con il lungo rituale della vestizione del capo-corsa il quale, seduto sopra un tavolo di legno, da quel momento non potrà più toccare terra fino alla fine della giornata. Le donne, "is Massaieddas", guidate dalla "Massaia manna", vestono il cavaliere con una camicia bianca, pantaloni e "cojettu" di pelle (sorta di gilet anticamente usato quale abito da lavoro dagli artigiani), coprono il suo viso con una maschera androgina tenuta ferma con una fasciatura, poi gli adornano il capo con un velo da sposa e un cilindro nero: uomo e donna al tempo stesso, su Componidori diventa una sorta di semidio.
Il cavaliere è il signore della festa e, avendo sfilato in corteo assistito da su Segundu Componidori e su Terzu Componidori e dopo aver benedetto la folla con "sa Pippia de Maju" (un fascio di pervinche e viole, simbolo di primaverile fecondità), ha il compito di aprire la gara, infilando per primo con la spada una stella appesa ad un filo; sceglierà quindi i cavalieri che avranno l'onore di partecipare alla giostra: la tradizione vuole che dal numero di stelle infilate dipenda l'abbondanza o la penuria del raccolto. L'ultima corsa all'anello viene effettuata con "su stoccu", un'asta di legno lavorato.
Prima delle corse delle pariglie che si susseguiranno fino al tramonto nella vicina via Mazzini, a chiusura della Sartiglia, su Cumponidori dovrà cimentarsi in "sa remada": disteso di schiena sul dorso del cavallo percorrerà al galoppo la pista, benedicendo la folla.
Una particolarità del Carnevale di Oristano è Sa Sartigliedda del lunedì, una Sartiglia in versione ridotta riservata ai bambini, i quali montano i famosi cavallini della "Giara". Questa manifestazione viene ripetuta anche in estate, a ferragosto.
La macchina organizzativa per la Sartiglia 2009 è già in moto.
Andrea Brai sarà Su Componidori del Gremio di San Giovanni. Su segundu sarà Pietro Serra (Cicetto) e Su Terzu Giuseppe Catapano.
Su Compinidori scelto dal Gremio di San Giuseppe è Alessandro Cossu che sarà affiancato in pariglia da Alberto Carta e Antonio Cester.
Luigi Mugheddu e Carlo Pau sono i nuovi presidenti dei Gremi dei Falegnami e dei Contadini. A loro tocca il compito di scegliere i capicorsa per la Sartiglia del 2009.
Luigi Mugheddu è il Presidente del Gremio dei Falegnami. Ricopre per la seconda volta la carica. E' stato Majorale per la prima volta nel 1995 con capocorsa Filippo Bonsignore.
Carlo Pau è il nuovo Oberaiu Majore del Gremio dei Contadini. Ricopre la carica per la seconda volta. Ha guidato il Gremio nel 2005 scegliendo quale Componidori Pietro Serra.
DOMENICA 22 FEBBRAIO 2009
Ore 10,00 Inizio del Bando dell'Araldo nel centro storico della città.
Ore 10,30 Sede Fondazione - Ufficio Postale con Annullo Postale Speciale Sartiglia
Ore 12,00 Sede del Gremio dei Contadini via Aristana - Vestizione de su Componidori.
Ore 12,30 Sfilata della Corte di Eleonora e del Corteo dei costumi sardi.
Ore 13,15 Sfilata del Corteo della Sartiglia.
Ore 13,30 Via Duomo - Corsa alla Stella.
Ore 16,15 Via Mazzini - Corsa delle Pariglie.
Ore 18,00 Sede del Gremio dei Contadini - Svestizione de su Componidori.
MARTEDÌ 24 FEBBRAIO 2009
Ore 10,00 Inizio del Bando dell'Araldo nel centro storico della città.
Ore 10,30 Sede Fondazione - Ufficio Postale con Annullo Postale Speciale Sartiglia
Ore 12,00 Gremio dei Falegnami via Solferino - Vestizione de su Componidori.
Ore 12,30 Sfilata della Corte di Eleonora e del Corteo dei costumi sardi.
Ore 13,15 Sfilata del Corteo della Sartiglia.
Ore 13,30 Via Duomo - Corsa alla Stella.
Ore 16,15 Via Mazzini - Corsa delle Pariglie.
Ore 18,00 Gremio dei Falegnami - Svestizione de su Componidori.
Per Maggiori Informazioni:
Fondazione Sa Sartiglia
tel. +39783303159 fax 1782740952
sartiglia.info
Fonte: www.sardegnacultura.it
Carnevale Storico Città di Bibbiena.
Domenica 22 e Martedì 24 Febbraio 2009
Storia del Carnevale di Bibbiena
Le origini della festa risalgono al 1350, quando la potente famiglia dei Tarlati era signora di Bibbiena. Sembra che la festa sia nata a seguito della vittoria, nella battaglia all'Olmo di Arezzo, alla quale aveva preso parte, l'ormai vecchio Pier Saccone Tarlati. Un altra ipotesi vuole che sia nata a seguito di uno dei tanti assedi subiti da Bibbiena a causa dei Fiorentini...erano gli anni 1359/60 e signore di Bibbiena era Marco Tarlati; che, per dimostrare agli assediati che all'interno del paese non vi era carestia, fece bruciare sulle mura un grosso ginepro assieme alle più svariate vettovaglie. Bibbiena fu ugualmente espugnata dai Fiorentini, per il tradimento di alcuni cittadini..., capeggiati da un certo ser Uccio. L'ipotesi più probabile, è che Pier Saccone abbia voluto imitare le feste che venivano allestite in quegli anni a Firenze.
Comunque, da allora, il Martedì grasso, i due rioni di Bibbiena, organizzavano la festa : i piazzolini colori bianco e celeste,avevano al proprio interno la società del "bello ballo". I fondaccini, colori giallo e rosso, avevano al loro interno la società del "bello pomo"; si trova scritte che gruppi di giovani con merli vivi legati al cappello con dei nastri, andavano di porta in porta, cantando antiche canzoni, raccogliendo cibo e vino per la festa. Alle ore 5 del pomeriggio, al suono della campana della torre principale del castello (campanone), i Piazzolini e i Fondaccini si portavano nella piccola piazza che divide i due rioni, chiamata appunto "piazzolina", dove il più anziano dei fondaccini dava fuoco ad un ginepro detto "bello pomo" e la festa continuava poi frà canti, balli ed abbondanti libagioni.
"IL BELLO POMO" FESTA DI UN POPOLO
A Bibbiena il "Martedì Grasso", ultimo giorno di carnevale, alle cinque del pomeriggio, la popolazione si ritrova in "piazzolina", dopo che il campanone della Torre dei Tarlati ha suonato, come ormai avviene da qualche centinaio di anni ed è dato fuoco al "ginepro". Un evento che si rinnova, come il passare delle stagioni, dove la memoria non può fare a meno di correre alle origini di questo antico e unico modo di festeggiare la fine del carnevale, una manifestazione che è sicuramente la più antica d'Italia.
Ci sono tesi contrastanti sulle sue origini:
Per alcuni sembra che la festa sia nata a seguito della vittoria, in una breve e poco significativa battaglia avvenuta all'Olmo, frazione alle porte di Arezzo, fra gli aretini e i perugini, alla quale aveva preso parte, con onore, l'ormai anziano Pier Saccone Tarlati. Scrive, fra l'altro, Eugenio Gamurrini nelle sue storie delle famiglie nobili di Toscana: " Anche ai tempi di Pier Saccone furono fatte feste straordinarie quando questi, dopo avere sconfitto i perugini all'Olmo, porto a Bibbiena, trecento prigionieri, trecento cavalli e ricco bottino".
Per altri sembra sia nata invece dopo uno dei tanti assedi subiti da Bibbiena per mano dei fiorentini.
Erano gli anni 1359/1360 e signore di Bibbiena era Marco Tarlati, questi, per dimostrare agli assedianti che all'interno del paese non c'era carestia, fece bruciare sulle mura un grosso ginepro con attorno le più svariate vettovaglie. Purtroppo l'espediente ebbe solamente un momentaneo risultato positivo; Bibbiena fu ugualmente espugnata dai fiorentini, per il tradimento... di alcuni cittadini, sembra diciotto, capeggiati da un certo mastro Acciaio: nottetempo, aprirono le porte ai nemici... forse per evitare ulteriori sofferenze alla popolazione, ma anche per disfarsi di Marco Tarlati, che dominava Bibbiena in modo dispotico, contrariamente a quanto aveva fatto il padre Pier Saccone, che era deceduto nell'anno 1355.
Da ulteriori ricerche effettuate però sembra certo che la tradizione risalga al 1337, quando Pier Saccone Tarlati si ritirò nel suo castello di Bibbiena, dopo che con gli accordi di Sarzana del 4 marzo di tale anno aveva ceduto Arezzo ai fiorentini. Pier Saccone sicuramente si ispirava alle feste effettuate in Arezzo e nel 1336 in Santa Croce a Firenze di cui era, un ottimo organizzatore.
Programma
DOMENICA 22 Febbraio 2009
• Ore 16:30 Raduno dei gruppi in Piazza Tarlati (piazzolini) e nel Fondaccio (fondaccini)
• sfilata nelle strade del centro storico
• Ore 17:30 S.Messa - Benedizione dei labari nella Propositura di San Ippolito.
• Ore 18:00 ''Corteggio storico per le vie cittadine
• Esibizione dei gruppi : Balletto, Coro, Sbandieratori, Tamburini del Tarlati.
• Ore 20:00 Cena in costume con esecuzione dei canti antichi del Carnevale Storico..
Collaborano:Filodrammatica Bibbienese - Associazione Corale Santa Cecilia -Universo Danza-Musici e Sbandieratori Città di Bibbiena-Tamburini del Tarlati.
Animazione dei gruppi del "bello ballo" e del "bello pomo". Canti, balli animazioni frà antichi mestieri.
• Filodrammatica Bibbienese
• Corale Santa Cecilia
• Cantori del Carnevale Storico Città di Bibbiena
• Corpo di ballo Medioevale
• Musici e Sbandieratori Città di Bibbiena.
• Tamburini del Tarlati
MARTEDI' 24 Febbraio 2009
• Ore 17:00 Piazzolina "Lo Bello Pomo" ..la nostra tradizione più antica, che risale al 1337 al tempo di Pier Saccone Tarlati!!
Canti balli e......il tradizionale EGRI Nel fondaccio CHIUSURA del Carnevale in allegria con i canti della tradizione e abbondanti libagioni....
Collaborano :Filarmonica Bibbienese - gruppo "Tamburini del Tarlati".
Per Maggiori Informazioni:
Associazione Carnevale Storico di Bibbiena-Rievocazione della Mea Tel.0575 536436 - 0575 593853 - 0575 593263 - Fax 0575 569986 info@la-mea.it la-mea.it Fonte: www.la-mea.it
IL CARNEVALE DI MAMOIADA
22-23-24 febbraio 2009
Il carnevale più vero e genuino
della Sardegna
Tradizioni, prodotti tipici,
sfilata dei Mamuthones e Issohadores.
Il carnevale mamoiadino è fra le più antiche manifestazioni folcloristiche popolari della Sardegna. E' molto sentito ed è occasione di incontro e partecipazione dell'intera comunità, che si riversa nella piazza principale per esibirsi, per tutta la serata, nelle tradizionali danze: "su passu torràu", "su sàrtiu" e "su dillu". Ma l'attenzione di tutti è per la sfilata dei "Mamuthones" e degli "Issohadores", le maschere più famose della Sardegna che con il loro procedere e la loro musica ritmata, trascinano e coinvolgono la folla.
Il carnevale mamoiadino
Programma
Domenica 22 febbraio, ore 15
Sfilata di Mamuthones e Issohadores con maschere e abiti tradizionali. Balli in piazza.
Lunedì 23 febbraio, ore 15
Carnevale dei bambini: sfilata di Mamuthones e Issohadores "piccoli".
Balli in piazza con animazione.
Martedì 24 febbraio, ore 15
Sfilata di Mamuthones e Issohadores, gruppi in abito tradizionale, carri allegorici, maschere, Juvanne Martis Sero.
Balli in piazza e distribuzione di fave con lardo.
Per Maggiori Informazioni:
ASSOCIAZIONE TURISTICA PROLOCO
tel. e fax : +39 0784 569032
cellulare :
COMUNE di MAMOIADA tel.
mamuthonesmamoiada@tiscali.it
www.mamoiada.org
www.sardegnacultura.it
Carnevale Gesualdino
Da Domenica 22 febbraio 2009 dalle ore 14.00
A martedì 24 febbraio 2009 dalle ore 14.00
Piazza Neviera e strade principali del paese
Gesualdo (AV).
L'evento si sviluppa in innumerevoli iniziative: dopo il taglio del nastro ad opera di Miss Irpinia, un lunghissimo corteo di auto d'epoca e bizzarre apre la strada alla sfilata dei carri, dei gruppi, delle maschere, chiuso mirabilmente dai cavalieri del Palio e costellato di varie e sorprendenti attrazioni.
Partecipano alla manifestazione i bambini delle scuole di Gesualdo, Frigento, Sturno, Villamaina. Proprio nelle scuole, nei mesi precedenti, la Pro Loco ha organizzato delle lezione, tenute dai maestri cartapestai, allo scopo di insegnare alle nuove generazioni la tecnica della lavorazione della cartapesta.All'arrivo in Piazza Neviera si scatena lo spettacolo musicale, con gruppi popolari e folkloristici che si alternano e si distribuiscono nella vasta area di svolgimento dell'evento.
Il cortile dell'edificio Comunale ospita la coreografica esibizione dei maestri artigiani, che espongono le loro opere nel piano inferiore del vicino edificio; nel piano soprastante la scena è tutta per i deliziosi prodotti tipici dell'enogastronomia irpina, da degustare ed acquistare.
Nella stupenda Piazza Umberto I è invece possibile rifocillarsi, riparati sotto immensi gazebi, con piatti di pasta e fagioli, salsicce, bistecche ed altri piatti della cucina locale. Anche qui, ad allietare i restanti sensi, grotteschi spettacoli teatrali conditi da tanta buona musica folk.
Mesi di preparazione che come tante spezie servono ad esaltare gli ingredienti più importanti: l'allegria, la spensieratezza, la goliardia, che da sempre ispira in ogni bambino, ragazzo, giovane, uomo, anziano, la festa del Carnevale.
Programma
22 Febbraio
Ore 14:00 Partenza dal rione Canale
• Taglio del nastro ad opera di Miss Irpinia Rebecca Rossetti
• Sfilata auto d'epoca e bizzarre
• Sfilata carri e gruppi mascherati
Ore 19:00 Arrivo in Piazza Neviera
• Stand prodotti tipici e artigianato
• Esibizione Maestri Artigiani
• Musica popolare: ANNASULEA in concerto
• Gastronomia tipica
• Spettacolo teatrale "La Ballata dei Forestieri" a cura del Laboratorio 7
24 Febbraio
Ore 14:00 Partenza Canale
• Sfilata auto d'epoca e bizzarre
• Sfilata carri e gruppi mascherati
Ore 19:00 Arrivo in Piazza Neviera
• Stand prodotti tipici e artigianato
• Esibizione Maestri Artigiani
• Musica folk: Gruppo "La Takkarata"
• Gastronomia tipica
• Spettacolo teatrale "La Ballata dei Forestieri" a cura del Laboratorio 7
• Premiazione ed estrazione lotteria
Per info e contatti:
email info@prolocogesualdo.it
facebook.com
Fonte: Pro Loco Civitatis Iesualdinae
Carnevale Fonnese
Su 'Arrasehare
Urthos e Buttudos.
Le maschere predominanti nella "trenodia" carnevalesca sono quelle bestiarie che propongono travestimenti traslati dal mondo animale: montone-toro, muflone, pecora, cavallo, a significare il "bagaglio" di cui un uomo-pastore doveva disporre per essere considerato un "balente". Denominate "buttúdos", da "bottúdo" montone non castrato, o "mascheras bruttas" in contrapposizione alle "mascheras límpias". (maschere pulite del Carnevalone), vennero dal Wagner così esemplificate: "maschere cenciose e sudice, dal vestito a sbrendoli, ricoperte di pelle, tinte di fuliggine, che l'ultima sera di carnevale cantano parodie carnevalesche e impauriscono i ragazzi e le ragazze". Erano quei travestimenti animaleschi che i sermoni di S' Agostino, dedicati alle "calende" di gennaio condannavano: "Alii vestiuntur pellis pecudum alu assumunt capila bestiarium, gaudentes et esultantes si taliter in ferinas species transformaverint ut homines non esse videantur ...". La Chiesa vietava l'uso della maschera bestiaria munita soprattutto di corna, per il suo traslato figurativo demoniaco. L,'úrthu", maschera ricoperta interamente di pelle di montone o di caprone di color nero, con un grosso campanaccio legato al cono, costituiva l'epicentro del rito simbolico, sul quale gravitavano gli altri "buttudos". Veniva tenuto al guinzaglio da un conducente tramite una pesante e rumorosa catena di ferro, ed aizzato ad avventarsi sulla gente e particolarmente sulle ragazze che dovevano gioco forza subire le sue "esuberanze", quando non riuscivano a svincolarsi. Un altro aspetto tipico del carnevale fonnese è Su Ceomo (pupazzo carnevalesco, con sembianze umane), viene confezionato con degli stracci e viene imbottito con della paglia. La caratteristica principale di questa maschera è che veniva portato a braccia per le vie del paese seguito da un lungo corteo di maschere. Successivamente entreranno in scena gli "attori principali"," Sas mascheras limpias" formati da uomini travestiti da donne che tramite canti tradizionali (Battorinas, Mutos) procederanno a processare "Su Ceomo" che simboleggia il carnevale, il quale verrà condannato a morte, e giustiziato per impiccagione e bruciato. Seguirà il lamento funebre (Su Teu) che viene improvvisato dai " Buttudos" (ovvero maschere per lo più ricoperte di pelle e tinte di fuliggine), per commemorare la fine del carnevale.
Programma
Domenica 22 febbraio
Ore 15: Incontro dei gruppi in piazza Europa e partenza della sfilata delle maschere tradizionali con arrivo in piazza S. Croce.
Ore 22: Serata danzante
Lunedì 23 febbraio
Dalle ore 15: Zeppolata in piazza Italia, premiazione dei carri e dei gruppi allegorici, balli in piazza.
Ore 22: Serata danzante
Martedì 24 febbraio
Ore 15: Sfilata della maschere tradizionali fonnesi Urthos, Buttudos, Mascaras Limpias e Su Ceomo con partenza da piazza Santa Croce.
Lungo il percorso le strade saranno animate dai balli tradizionali.
Sabato 28 febbraio
Ore 16: Pomeriggio danzante per i bambini
Ore 22: Serata danzante
Domenica 1 marzo
Ore 15: Pentolaccia e Albero della Cuccagna in piazza Europa
Dalle ore 19: Sfilata delle Mascaras Limpias e messa al rogo di Su Ceomo
Per Maggiori Informazioni:
Comune di Fonni, tel.
www.comune-fonni.it
Fonte: www.sardegnacultura.it
CARNEVALE LUCANO SATRIANESE 2009.
Domenica 22 Febbraio e Martedì 24 Febbraio
domenica e martedì di carnevale
L'evento di principale richiamo anche per i centri vicini, è il Carnevale di Satriano. Considerato uno degli ultimi riti arborei sopravvissuti nella loro integrità, nei giorni di domenica e martedì grasso vede sfilare per le vie del paese, oltre ai carri artistici, anche due maschere tradizionali ricche di simbolismi: il romita (o eremita) e l'orso.
Il romita (o eremita), avvolto e ricoperto di tralci di edera, raffigura il satrianese rimasto, nonostante la povertà e le difficoltà di questi luoghi, nel suo paese natio, e l'orso, vestito di pelli di pecora o di capra, l'emigrante che ha fatto fortuna lontano dalla sua terra e che torna per questo rivestito di pelli pregiate, ma ormai isolato dai suoi paesani, e perciò muto.
Maschera particolarmente sentita a Satriano è quella della Quaresima, che ha il compito di portarsi via, in una culla in equilibrio sulla propria testa, il carnevale ormai finito.
L'insieme ricorda la vita dura di questi contadini che, costretti a lunghi percorsi per raggiungere i campi, usavano portarsi dietro i loro bambini in una culla sulla testa. Le maschere girano per il paese raccogliendo regali, ma soprattutto cibarie e vino.
Fin dalla mattina della domenica di carnevale un personaggio rivestito di foglie d'edera, detto Rumite, fa la questua con un accompagnatore. Il Rumite porta un bastone, al quale è legato un ramo di pungitopo o di ginestra, per bussare alle porte delle case. In passato, il martedì di Carnevale due personaggi, rivestiti di pelli di capra, raffiguranti due orsi, insieme ai loro padroni contadini si recavano nei giri di questua.
Programma
DOMENICA dalle ore 16:00 sfileranno per le vie del paese le maschere tipiche Satrianesi(l'ORSO, L'EREMITA e LA QUARESIMA), il gruppo Folk di Sasso di Castalda (MAZZ E PIUZ), I CAMPANACCI di San Mauro Forte, I BRIGANTI a Cavallo, la maschera tipica di Tricarico (LA VACCA e IL TORO), Organetti del Melandro, il Matrimonio Satrianese, e ospiti vari. al termine della sfilata in Piazza Umberto I, sotto la tenda struttura montata per l'occasione, concerto dei PELOSOFOLK e stands di prodotti tipici.
MARTEDI dalle 16:00 Sfilata per le vie del paese dei carri allegorici, al termine della serata in Piazza Umberto I, sotto la tenda struttura montata per l'occasione, concerto Folk I MITICI e stands di prodotti tipici.
Per Maggiori Informazioni:
Comune Tel. 0975/383121 Fax. 0975/383122
comunesatriano@rete.basilicata.it
www.comune.satriano.pz.it
www.melandroweb.it
Fonte: www.comune.satriano.pz.it
CARNEVALE CAGLIARITANO 2009
CARNEVALE. IL PUPAZZO RE CANCIOFFALI TORNA AD ANIMARE LA FESTA DELLE MASCHERE
La Onlus ha promesso di organizzare la tradizionale sfilata dopo le polemiche per la cancellazione da parte del Comune
La tradizione cagliaritana di carnevale verso la salvezza. In extremis l’amministrazione riuscirà a coordinare una “Ratantina” e il rogo di Canciofali. La notizia che circolava da tempo ha preso corpo con le voci insistenti di domenica sera tra le viuzze di Stampace, ed è ufficiale da ieri. Troppe le critiche davanti all’ipotesi della scomparsa di Ratantina e il Re di Cagliari. Così la onlus Socie tà di Sant’Anna, in accordo con l’amministrazione, è riuscita ad aggregare un'orchestra coinvolgendo alcuni vecchi soci della Gioc. Il gruppo non dovrebbe superare le cento unità, e mira a riportare in vita le maschere della tradizione cagliaritana come “is diras” (le balie) o “is gattus” e non si tufferà nel centro di Cagliari, limitandosi a suonare nelle stradine di Stampace. Il co-municato diffuso ieri spiega che «a cura della Società di Sant’Anna e il Comune di Cagliari, riprende il tradizionale percorso della Ratantina cagliaritana per le vie del centro storico. La Società di Sant’Anna a seguito delle innumerevoli sollecitazioni da parte degli abitanti del centro storico ha ripreso, facendosi promotrice della vecchia tradizione carnevalesca che l’aveva vista quale prima associazione cittadine ad organizzare il Carnevale». Sant’Anna sottolinea il primato nell’organizzazione delle sfilate di maschere in città, con il “carnevale cagliaritano” e i carri allegorici dalla fine degli anni Quaranta. La tradizionale sfilata della ratantina cagliaritana si svolgerà il 19, 21, 22 e 24 febbraio a seguito delle manifestazioni carnevalesche già in programma. Nessuno riuscirà a rinverdire i fasti della Gioc, ma almeno la ratantina continuerà a diffondere le sue note. E non mancherà nemmeno Canciofali. Il Comune assicura che la “Event Group”, società che si è aggiudicata l’appalto per la manifestazione, provvederà a bruciare il monarca pupazzo. E si muovono anche le vecchie associazioni. Nessuna intesa con l’amministrazione. Probabile che il Dopolavoro ferroviario (grazie all’aiuto di sponsor privati) riesca comunque ad allestire una sfilata di maschere per attraversare il centro, senza i carri allegorici o al massimo con uno. ¦ en.ne.
Fonte: Il Sardegna
3 Febbraio 2009
Carnevale Tempiese 2009
Il momento clou del Carnevale Tempiese è sicuramente la Sfilata dei carri allegorici la cui ideazione e creazione nell’attuale struttura risale ormai a circa quarantacinque anni fa. Prima di tale data infatti le sfilate, così come oggi sono concepite , non avevano luogo mancavano di precise allegorie ed erano più che altro, una esibizione di costumi stravaganti fatti di vecchi abiti ed acconciature strane. Fra tutti risaltava il così detto “Linzolu Cupaltatu” un vero e proprio lenzuolo che avvolgeva la donna ( qualche volta anche l’uomo!!) da capo a piedi, nascondendole viso, corpo e forme tanto da rendere il soggetto assolutamente irriconoscibile.
A Tempio, ancora oggi si raccontano scherzi grotteschi giocati da buon temponi che, nascondendosi sotto questo lenzuolo, e facendosi passare per ingenue fanciulle, facevano sognare erotiche avventure a compassati signori.
Oggi Lu Linzolu Cupaltatu viene proposto, su iniziativa della Pro Loco, solo per ricordare l’antico carnevale.
Parliamo del carnevale così come è stato ristrutturato dal 1956/57 e così come è arrivato fino ai giorni nostri con alterne fortune. Il personaggio incontrastato del Carnevale Tempiese è “Giorgio”, ieri “ Jolgliu Puntogliu” oggi invece “Sua Maestà Re Giorgio”. La sua maschera, ieri fantoccio imbottito di paglia ed infilato in un palo, oggi enorme figura assisa su un trono, rappresenta il potere in tutte le sue forme grandi e piccole.
Può essere il padrone, può essere il sindaco, l’assessore o il presidente del consiglio o della repubblica, è l’artefice di tutti i mali grandi e piccoli della città è infine lo sberleffo alla vita ed ai suoi problemi. Per sei giorni Sua maestà Re Giorgio viene osannato, onorato e adulato. Il Martedì grasso, quando il giorno volge al tramonto e la gente è al parossismo del divertimento, il Re, colpevole di tutto, colpevole anche di esistere, viene processato e bruciato sulla pubblica piazza. Si ripete così l’antico rito del fuoco che preannuncia la fine dell’inverno e l’arrivo di una primavera ancora tardiva.
IL Re muore, ha lasciato però un erede. Nei bagordi del carnevale si è invaghito di una formosa popolana, chiamata Mannena e la cui figura, enorme anch’essa sfila accanto a Giorgio, che gli darà un figlio, Sarà Re Giorgio per il prossimo carnevale.
Attorno alla figura del Re nascono i carri allegorici e gli sfavillanti costumi che hanno fatto la fortuna del carnevale tempiese nell’era moderna.
Per la realizzazione dei carri e dei costumi si mette in moto in città una gigantesca macchina organizzativa che vede coinvolte migliaia di persone di ogni ordine e grado e di ogni età. Centinaia di giovani, da mesi, nelle ore libere o durante la notte, lavorano alla realizzazione dei carri che hanno ovviamente un tema ed una allegoria ben precisa. Sono solitamente, carri realizzati in carta pesta su una struttura in legno. Attorno a questi carri, circa una ventina, sfileranno migliaia di figuranti nei loro sgargianti costumi realizzati da centinaia e centinaia di sartine, che per mesi hanno pensato solo a tagliare e cucire. E’ una attività frenetica, bellissima da vivere e nella quale si coinvolgono anche i bambini. Non per niente si dice che il tempiese abbia il carnevale nel suo DNA.
Le sfilate, cui partecipano anche quaranta/ cinquantamila spettatori si svolgono il giovedì grasso, con l’ingresso in città di sua maestà, domenica con lo sposalizio del Re ed infine martedì con il processo e la condanna al rogo.
Oltre ai carri ed ai gruppi organizzati vi è da segnalare, nelle sfilate, la presenza delle così dette maschere estemporanee. Persone singole, gruppi grandi e piccoli che hanno deciso di sfilare, fuori da ogni regola, per il semplice gusto di esserci. Sono maschere bellissime, piene di significato, pronte allo sberleffo feroce, grottesche e comiche al tempo stesso, anima anche loro del carnevale tempiese